Nell'ultimo periodo siamo siamo stati un po' tutti attratti dalla fuga. Ma la fuga, in realtà, prevede un ritorno. Lo sa bene chi conosce a grandi linee la musica classica: l'arte della fuga è un tema inseguito, rincorso, morso da diverse voci, e sullo stesso pentagramma ne esistono molteplici. Tutte poi tornano però alla melodia di partenza. È possibile trovare una fuga alternativa anche dalla nostra società, diversa da quella che può essere la classica gita fuoriporta o il weekend lungo in una spa, e che prevede sempre appunto un ritorno a casa. Esiste una fuga che ci permette di andare altrove, a vivere altrove, a sperimentare una vita come tante, ma in un mulino a vento.
Non per forza vivere in mulino a vento significa rinunciare alle comodità del nostro tempo. La proposta di Michał Kucharski, che ha inizialmente sviluppato l'idea con Tomasz Padło e poi curato il progetto con Mateusz Piwowarski di o4 architekci, è quella di tornare ad abitare appunto in un mulino a vento, struttura in realtà nata per macinare il grano e trasformarlo in farina grazie alla forza eolica, e che quindi ha richiesto un'ingegnosa rivisitazione per adempiere adeguatamente alla nuova funzione residenziale.
L'idea del progetto nasce nell'ambito del concorso internazionale Contemporary House 2014 – Village House. Il lavoro di Tomasz Padło e Michał Kucharski è stato infatti premiato nella prima fase del premio in Polonia, e pochi anni dopo, fu preso in considerazione da un investitore della regione di Lublino in possesso di un vecchio mulino a vento. Il concetto iniziale ha subito poi varie modifiche, necessarie sia alle esigenze del cliente che alle condizioni tecniche e del luogo, e alla fine ha dato vita a una vera e propria ristrutturazione del manufatto con tanto di cambio di destinazione d'uso.
L'edificio è stato infatti progettato per inserirsi nel paesaggio rurale della Polonia e diventare una vera e propria residenza. La sua forma architettonica è ben nota nel contesto tradizionale polacco, in quanto si trovava in molte città e villaggi e ha connotato questi luoghi (come tutto l'est Europa) fino al tempo della rivoluzione industriale. I mulini a vento erano un po' quello che sono i grattacieli odierni per le nostre città: elementi iconici che disegnano lo skyline di un paese.
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Il vecchio mulino ha acquistato una seconda vita e un nuovo aspetto grazie all'intervento di o4 architekci, ma non ha fortunatamente perso la sua espressione e forma originale. La sfida dei progettisti era infatti quella di convogliare le esigenze della vita moderna in una forma "obsoleta": di fatto, data la funzione precedente, l'edificio era sviluppato prevalentemente in direzione verticale.
I vecchi elementi riutilizzabili sono stati puliti e restaurati. La parte inferiore ha pavimento, pareti e soffitto in cemento armato, e vecchie travi del mulino, sono state utilizzate nelle pareti esterne, creando così all'interno una parete a graticcio. Il mulino a vento ha un tetto a capanna con una capriata in legno.
Il piano terra è stato racchiuso nelle dimensioni esterne di 6,5 x 6,5 m, mentre le camere sono state distribuite su 3 piani fuori terra e un ulteriore soppalco. Per ottenere più spazio abitativo è stata progettata anche una parte interrata, dove ci sono un garage, un locale tecnico e un ampio salone per gli ospiti. La struttura in cemento armato ricoperta da terra sorregge il corpo principale. In più, è stata realizzata una terrazza esterna che si estende da una parte del seminterrato. Al piano terra si trova una zona giorno con cucina e sala lettura, aperta sul giardino con ampie vetrate. Al piano superiore ci sono invece le camere da letto con bagno, e sul soppalco c'è uno spazio di lavoro con vista sui campi circostanti. L'apertura tra i piani superiori ha consentito il posizionamento di una storica macina all'interno.
Un dettaglio curioso: l'investitore ha voluto utilizzare vecchie traversine ferroviarie come pali per recintare la proprietà.
Location: Lublin region in Poland
First idea: Michał Kucharski, Tomasz Padło
Conceptual Project: Michał Kucharski, Mateusz Piwowarski
Building and executive project: Michał Kucharski, o4architekci Mateusz Piwowarski, Sylwia Ciesielska
Mechanical installation: Kozmik Projekt
Technical support: Arkadiusz Szałyga
Photography by Rafał Chojnacki Fotografia Architektury, courtesy of o4 architekci