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Uomo e tecnologie: un rapporto da scoprire attraverso la fotografia del festival PhMuseum Days

I Don't Know How To Respond To That il titolo dell’edizione 2023

Uomo e tecnologie: un rapporto da scoprire attraverso la fotografia del festival PhMuseum Days
Scritto da Redazione The Plan -

I Don't Know How To Respond To That. È questa la risposta che può capitare di ricevere da un assistente virtuale nel caso in cui non sia stato in grado di trovare risoluzione a una richiesta; una risposta che, a sua volta, può essere il punto di partenza per ragionare sul rapporto tra uomo e macchina, tra uomo e tecnologie, ma anche sui possibili cambiamenti nella comunicazione e nel valore delle parole al giorno d’oggi. Intorno a questo complesso e attuale tema è andata sviluppandosi la terza edizione del festival internazionale di fotografia PhMuseum Days (22 settembre-1 ottobre), l’evento organizzato a Bologna dalla piattaforma dedicata alla fotografia contemporanea PhMuseum, specializzata in mostre e corsi di formazione online. L’inaugurazione sarà il 22 settembre all’interno degli spazi DumBo, uno dei sette luoghi nei quali si articolerà l’intera kermesse: non solo mostre, ma anche workshop, incontri per ampliare la propria rete di relazioni, esposizione di editori indipendenti, proiezioni e conferenze, così da avviare una riflessione sul dialogo tra gli esseri umani e le macchine, sull’evoluzione del linguaggio in senso lato e su alcune questioni ambientali che, nonostante la tecnologia, ancora non trovano una soluzione.

Dopo i 3.700 visitatori del 2021 e gli 8.400 del 2022, l’obiettivo per questo 2023 è di raggiungere i 15.000, grazie a un sempre più ricco cartellone di eventi e di appuntamenti e al coinvolgimento di artisti già affermati del panorama internazionale ma anche di giovani talenti emergenti.

Il cuore del festival, lo stesso dove si svolgerà l’inaugurazione il 22 settembre alle 18.30, sarà lo Spazio Bianco al DumBo di via Casarini: qui saranno allestite nove delle 15 mostre (tra individuali e collettive), come West of Here di Leonardo Magrelli, Non Technological Devices di Chloè Milos Azzopardi, Captionthis di Luca Massaro e Out of Order di Penelope Umbrico, fotografa che da anni indaga la crescente produzione e il consumo di fotografie sul web. La sua mostra bolognese sarà una riflessione sull’onnipresenza dei dispositivi e degli schermi nelle vite di tutti i giorni e sul peso del loro ciclo vitale, utilizzando le immagini raccolte per mappare i loro cambiamenti e il rapporto dell’uomo con essi nel tempo. Sempre allo Spazio Bianco sarà visitabile anche Flyin’ High del duo The Cool Couple composto da Niccolò Benetton e da Simone Santilli: la loro, attraverso una simulazione del tutto realistica, sarà una riflessione sull’impatto ambientale di internet e dell’aviazione a partire da un’ora di volo da Milano a Roma a bordo di un aereo digitale, che è anche un NFT. Acquistarlo corrisponderebbe a salire su un aereo per davvero e inquinare allo stesso modo, consumando la stessa quantità di anidride carbonica.

 

Le altre location del festival PhMuseum Days

©Martina Giammaria Courtesy of PhMuseum

Le altre mostre del festival saranno dislocate in diversi punti della città (e non solo): dalle bacheche di Cheap in via dell’Abbadia al PhMuseum Lab di via Paolo Fabbri, dalla Galleriapiù di via del Porto agli spazi del Cassero con accesso dai giardini del Cavaticcio, fino al cortile dell’Archiginnasio di piazza Galvani. Nell’ambito del festival rientra anche la mostra di Martina Giammaria a Condominio Arte di via Melchiorre Gioia a Milano, realizzata in collaborazione con Portofino Dry Gin e visitabile già da subito e fino al 28 settembre. Il suo titolo è Dream of a Blue Garden, che suggerisce come questa mostra sia un viaggio in una Portofino surreale e onirica, con due danzatori a reinterpretare il paesaggio circostante fino a diventarne con il tempo parte integrante e armonica.

Al PhMuseum Lab, invece, avrà luogo la mostra Ram_4.0 di Sara Bastai, che racconta il dialogo tra l’artista e un’intelligenza artificiale generato a partire da centinaia di foto contenute nel suo smartphone. Un lavoro che interroga sulla memoria e che riflette su problematiche legate alla privacy e alla rappresentazione.

 

Oltre le mostre

©Penelope Umbrico, 1320 TVs from Craigslist Courtesy of PhMuseum

La terza edizione del festival internazionale di fotografia sarà anche l’occasione per prendere parte ai numerosi workshop, talk, incontri finalizzati all’analisi del rapporto tra linguaggio scritto, visivo e nuove tecnologie, ma anche, tra le altre cose, all’esposizione del proprio portfolio.

Quattro i workshop in programma, tutti al PhMuseum Lab, lo spazio permanente di PhMuseum nel rione Cirenaica di Bologna: il 22 settembre con la fotografa Marisol Mendez esplorerà le sottili e articolate implicazioni del ritratto; il 23 con The Cool Couple su come il linguaggio verbale e visivo si incontrino, esaminando il potere dei neologismi come strumento per analizzare diversi aspetti della nostra quotidianità; il 24 con Penelope Umbrico, guardando all’eccesso di informazione visiva online come a un vasto archivio di partenza; il 30 settembre e l’1 ottobre con la fotografa Karla Hiraldo Voleau, un viaggio legato alle relazioni sentimentali e umane nell’era del digitale. Le letture portfolio si svolgeranno invece online (con prenotazione sul sito) giovedì 28 settembre con Chiara Bardelli Nonino, curatrice ed editor indipendente, Francesca Marani, photo editor globale di PhotoVogue, Giangavino Pazzola, associate curator a Camera, Jane’a Johnson, direttrice artistica di Foam, Karen McQuaid, senior curator presso The Photographers' Gallery di Londra, Kira Pollack, direttrice creativa, Michael Famighetti, editor di Aperture magazine, Sara Occhipinti, co-fondatrice di Studiofaganel, Svetlana Bachevanova, direttrice esecutiva dell’associazione FotoEvidence in Francia, Yumi Goto, curatrice di fotografia indipendente, ricercatrice ed editrice.

Gli eventi saranno in parte gratuiti in parte con accesso con biglietto: tutte le informazioni utili sono già disponibili sul sito internet dedicato.

>>> Leggi anche l'editoriale pubblicato su THE PLAN 140 di Winka Dubbeldam, dal titolo Nature Sintetiche

 

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Credits

All images courtesy of PhMuseum

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