Tornare a occuparsi delle persone e del loro stare insieme, iniziare a costruire nuove relazioni di comunità a partire dalla progettazione delle città e degli spazi comuni: è il momento di perseguire tali valori e principi, sintetizzabili in una sola definizione come togetherness, solidarietà. Sono questi i punti fermi che lo studio bolognese Rizoma Architetture, guidato da Giovanni Franceschelli, ha voluto anche cristallizzare in una propria monografia frutto della riflessione scaturita negli ultimi anni, quelli caratterizzati dalla privazione o, quanto meno, dalla limitazione del contatto umano, fisico e dalla definizione di un mondo sempre più fluido e ibrido.
Togetherness è anche il titolo stesso del libro, curato da THE PLAN Editions e presentato ufficialmente il 10 maggio in occasione della Togetherness night all’interno del The Student Hotel (TSH) di Bologna, il cui interior design è firmato proprio da Rizoma Architetture. Il lancio del volume è stata l’occasione per ripercorrere le tappe fondamentali che hanno preceduto e caratterizzato la sua stesura, ma anche quella di riaprire il dibattito sulle forme di vita di una città, sulla sua qualità e sull’importanza di spazi comuni attraverso le voci dei presenti. A moderare l’incontro, il direttore e co-fondatore di THE PLAN, Nicola Leonardi; incontro al quale hanno preso parte lo stesso Franceschelli, il managing director of brand & experience di TSH, Jason Steere, l’artista e presidente della cooperativa Eta Beta di Bologna, Joan Crous, e Alfonso Femia, il fondatore di Atelier(s) Alfonso Femia. Si è parlato, dunque, di un nuovo inizio.
>>> Scopri il mondo di Rizoma, raccontato nel volume Togetherness
Un cervo, immerso per metà nel fiume Secchia, completamente isolato. Di fronte a lui, nascosto dietro la macchina fotografica, solo l’autore dello scatto, Luca Capuano. È da quel senso di solitudine che è nata l’idea del libro: «Cosa è successo e cosa sta ancora succedendo? Dove stiamo andando con le nostre vite? Domande alle quali provare a dare risposte» a partire dalla propria attività quotidiana, ha ricordato il fondatore di Rizoma. Da qui il richiamo verso la ricerca di una nuova comunità, della progettazione non solo di spazi architettonici ma, ancor prima, «di spazi sociali», ha aggiunto Franceschelli.
Ma il nuovo inizio al quale si vuole far riferimento non corrisponde, in questo caso, a una spasmodica ricerca di forme dell’abitare e del vivere completamente diverse e mai viste rispetto a quelle attuali, ma un nuovo inizio fondato «sull’attitudine a una lettura più profonda delle relazioni umane già esistenti», si può leggere tra le pagine di Togetherness, facendo propria la filosofia più radicata nella mente e nelle azioni di un artista come Joan Crous, gestore del microcosmo bolognese di Spazio Battirame, ovvero quella di creare spazi resilienti alle forze esterne ma anche in grado di garantire la qualità della vita delle comunità più varie, anche in periferia: «Di questo ci occupiamo giorno dopo giorno, delle persone che rendono viva l’architettura», ha sottolineato l’artista catalano, a Bologna dagli anni del dottorato universitario, ricordando come la grande sfida del futuro, a suo parere, sia proprio «il confronto con le periferie». Quella di Crous è, all’interno del volume, la prima “voce fuori dal coro”, come sono state definite le testimonianze del vivere insieme simili alla prospettiva dello studio Rizoma, diventando parte integrante della polifonia del libro.
Tra le “voci fuori dal coro” anche quella di Alfonso Femia, che nel corso della presentazione ha fatto riferimento alla propria costante attenzione, ancora prima che all’architettura in senso stretto, al senso del progetto, riscoprendone le traiettorie proiettate in avanti, il pensiero propositivo proiettato al domani, la «propensione alla riflessione per un futuro consapevole», ha aggiunto, riprendendo con altre parole la necessità di un tempo lento per il confronto. Tutto questo è presente anche tra le pagine del volume attraverso la chiave di lettura de La Bonne Ville, il libro scritto da Femia con Paul Ardenne per una architettura responsabile:
«Combattere la vulnerabilità in quanto architetto implica pensare alle situazioni – si può leggere – dialogare, cercare l’integrazione, fondare un’appartenenza e rifiutare di essere indifferenti all’utente e alla sua situazione specifica […]. Essere un architetto oggi, nell’ottica specifica dell’impegno contro la vulnerabilità, significa lavorare da ingegnere ma anche da infermiere, da psicologo ma anche da sociologo».
La presentazione, come detto, si è tenuta all’interno della struttura bolognese di TSH, inaugurata nella seconda metà del 2020 per offrire a studenti e turisti una formula ibrida di ricettività. Per i primi, in particolare, non vi è solo la possibilità di avere una stanza per il proprio periodo di permanenza universitaria e non solo, ma una rete di accoglienza e di servizi fatta di spazi collaborativi, di co-working, dove fare attività fisica o luoghi di condivisione più informale. Per questo, come anche per il TSH Firenze Lavagnini - il cui progetto è firmato da Archea Associati, mentre quello di Bologna da Open Project - Rizoma Architetture ha curato la progettazione degli interni, contemporanei, colorati e dotati di ampie vetrate di collegamento. L’hotel, con una superficie di circa 26.000 m2 e 361 camere, è un Creativity Hub in cui fulcro è la corte interna, una vera e propria piazza dove organizzare eventi culturali, concerti, conferenze.
«TSH ha una missione – ha ricordato Jason Steere –, quella di creare una comunità a partire da ambienti all’altezza di garantirne la nascita».
Togetherness, dunque, può essere letto come lo specchio di Rizoma Architetture, come dimostra la stessa derivazione botanica del proprio nome:
«Nel rizoma non ci sono punti o posizioni, come se ne trovano in una struttura. […] Un rizoma non incomincia e non finisce, è sempre nel mezzo tra le cose, è inter-essere, […] è muoversi tra le cose, rovesciare l’ontologia, destituire il fondamento, annullare inizio e fine: dalla molteplicità del pensare nasce ogn forma di vita». Gilles Deleuze – Félix Guattari
>>> C'è tempo fino al 31 maggio per iscriversi al THE PLAN Award 2022, premio internazionale annuale di eccellenza in architettura, interior design e pianificazione urbana con 20 categorie tematiche, tra cui Hospitality, dedicata a strutture alberghiere e di ristorazione, stazioni termali, centri benessere.
Photography by and courtesy of Ariya Karatas