È Oslo la città più sostenibile al mondo, seguita da molte città europee insieme a Tokyo, Seattle e San Francisco, posizionate tra le prime dieci in classifica, mentre Milano si piazza al 51esimo posto, preceduta di qualche punto da Ginevra. Lo attesta il Sustainable Cities Index 2022, report globale realizzato da Arcadis, società che si occupa di ingegneria, di progettazione e di consulenza ambientale, con sede ad Amsterdam. Lo studio valuta la sostenibilità di cento città, scelte per fornire una panoramica dell'ambiente urbano mondiale, della copertura geografica, dei livelli di sviluppo economico, delle aspettative di crescita futura e appunto delle sfide della sostenibilità. La valutazione è stata effettuata sulla base di tre criteri fondamentali: persone, pianeta e profitto, inteso come capacità di crescita e non solo come mero indicatore della redditività. Milano è tra le prime 20 città per i punteggi “Pianeta” e Roma tra le prime 30.
Il Sustainable Cities Index 2022, che rappresenta la quinta edizione del report, rispecchia una visione olistica della sostenibilità e guarda alle sfide in evoluzione che le città devono affrontare, alla luce dell'emergenza climatica e dell’impennarsi dell’inflazione.
«L'aumento del costo della vita ha interessato molte città in tutto il mondo ed è importante notare che alcune tra quelle considerate dal rapporto sono già ad un punto limite – ha dichiarato Massimiliano Pulice, amministratore delegato di Arcadis Italia –. La nostra ricerca ha rilevato che molte città stanno rapidamente diventando, o già lo sono, inaccessibili alla maggioranza dei suoi abitanti. Una città redditizia di per sé, non è sostenibile se a pagarne il prezzo sono i suoi cittadini».
La classifica delle città sostenibili stilata da Arcadis tiene conto di fattori come l'esposizione ambientale ai disastri naturali, l'accessibilità abitativa e l'equilibrio tra vita privata e vita lavorativa. Il rapporto, infatti, si stacca dalla concezione secondo cui la prosperità di un centro urbano si misura principalmente attraverso la redditività, anche perché al crescere dei divari di ricchezza aumentano le disuguaglianze, le persone senzatetto e quelle disoccupate, come si è verificato in città quali San Francisco, Miami e San Paolo. Al contrario, le città che investono in servizi, politiche sociali e azioni ambientali che migliorano la qualità della vita dei cittadini, come Stoccolma, Tokyo e Amsterdam, sono instradate su un percorso di sostenibilità più solido e duraturo.
«In Italia – aggiunge Pulice – vediamo come la strategia vincente per perseguire il cambiamento in ottica sostenibile sia data dal connubio equilibrato e collaborativo tra pubblico e privato. Non è sufficiente remunerare un investimento privato senza che questo sia sostenuto dall’interesse pubblico e viceversa. L’interesse degli investitori deve coincidere con la ricerca delle amministrazioni locali nella progressione sociale».
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