Spazio Berlendis a Venezia, Caprioglio Architects
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Spazio Berlendis, a Venezia l'arte contemporanea si fa in un'ex falegnameria nautica

Nel Sestiere di Cannaregio, uno squero per costruire barche in legno è ora un polo espositivo

Caprioglio Architects

Spazio Berlendis a Venezia, Caprioglio Architects
Scritto da Redazione The Plan -
Hanno partecipato al progetto Vimar, Ideal Work

Se chiedi a un veneziano cos'è uno squero, non saprà risponderti subito. Prima ti guarderà allibito, poi inizierà a gesticolare, infine scuoterà la testa, ruminando in bocca parole come "turista, forestiero". Questa è la prassi, perché a Venezia è impossibile non sapere cos'è uno Squero, soprattutto perché “Barca xe casa” si dice da sempre in laguna.

Lo squero è il tipico cantiere per imbarcazioni di Venezia, in origine luogo dedicato alla costruzione, la manutenzione e il ricovero delle navi di ogni dimensione, sia a remi che a vela, spaziando dai piccoli sandoeti fino alle grandi galee da guerra. Con l’accentramento nell’Arsenale dell’attività cantieristica per le navi più grosse, sia militari che mercantili, l’ambito degli squeri si specializzò poi sulle imbarcazioni più piccole, di uso privato. Attualmente ne sopravvivono pochi, e molti hanno cambiato destinazione d'uso. Tra questi lo Spazio Berlendis, (ex falegnameria) facente parte del complesso dello Squero Fassi (detto Squero Vecio), sito nel Sestiere di Cannaregio, cuore pulsante di Venezia, ristrutturato dallo studio Caprioglio Architects

 

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Spazio Berlendis, l'arte contemporanea in un'ex falegnameria nautica

Esposizioni d’arte, performance, musica, convegni e altro: Spazio Berlendis è un ambiente destinato a ospitare eventi culturali di varia natura, fortemente voluto da Emanuela Fadalti e Matilde Cadenti, titolari della galleria Marignana Artesi. Con la trasformazione di Caprioglio Architects, l'ex Squero si propone alla città in una veste che unisce il rispetto della tipologia dell’edificio e del contesto urbano, a una forte matrice di contemporaneità, che ha comportato un'attenzione particolare nella gestione delle scelte di materiali e dettagli, come il pavimento in cemento con finitura artigianale in resina.

 

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L'idea progettuale è stata quella di dare vita a uno spazio che potesse sposare il fascino di un contesto molto particolare, quello della laguna, con la versatilità di un ambiente neutro, che non presentasse i vincoli di un palazzo storico e si prestasse ad accogliere eventi artistici di vario genere. Un manufatto con le caratteristiche di un padiglione ma situato nel cuore della città. Il risultato è una scatola neutra ma con grande personalità che lascia spazio all'opera artistica senza porsi in competizione.

 

 

Una porta d'acqua aperta all'arte

La porta d'acqua, accessibile dal Rio dei Mendicanti, è distribuita su 300 mq di superficie e offre 250 mq di pareti espositive, ed è di una tipologia del tutto inedita per la città, un segno totalmente e volutamente contemporaneo pur nel rispetto della tradizionale funzione.

L'architettura è stata pensata per essere flessibile in relazione al tipo di eventi ospitati, offrendo la possibilità di utilizzare lo spazio con la luce naturale (zenitale), artificiale (sistema di illuminazione molto duttile) o in spazi bui, per esempio per video o performance particolari. Alcune delle pareti espositive presentano un'altezza di 4,5 m, cosicchè anche opere di grande formato e di pesi importanti trovano sede.

 

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Credits

Location: Venezia

Building area: 500 mq ca.

Project: Filippo Caprioglio – Caprioglio Architects

Consultants: Miriam Mattana, Costantino Paparella, Angela D’Alessio, Filippo Bobbo, Riccardo Tommasi, Andrea Brisighella

General Contractor: Beta Costruzioni

Suppliers and solutions: iGuzzini, Ideal Work, Officina Fabbrile Momesso, Vimar

Photography by Silvia Longhi, courtesy of Caprioglio Architects

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