Triennale e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo annunciano i vincitori della quarta edizione del Premio italiano di Architettura: il Premio per il miglior edificio è stato assegnato ex-aequo a Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci, Franceschino Serra per il progetto del Complesso parrocchiale e chiesa di Santa Chiara nel paese di Sini (Oristano) e a ELASTICOFarm per il progetto per il nuovo complesso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) S-LAB a Torino.
La menzione d’onore è stata conferita a Labics, per l’intervento di completamento delle aree Museali di Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
Studio Ossidiana ha vinto il Premio under 35 per il progetto Art Pavilion M. ad Almere, nei Paesi Bassi, ricevendo così 10.000 euro da utilizzare per progetti e/o attività di formazione. Una menzione è stata assegnata anche, nell'ambito della sezione under 35, agli interventi Paraphernalia di (ab)Normal e More with Less di orizzontale.
Infine, Aimaro Oreglia d’Isola si è aggiudicato il Premio alla carriera.
Il Premio italiano di Architettura è un riconoscimento che viene assegnato con cadenza annuale, creato a partire dalle esperienze della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana di Triennale Milano e del progetto YAP – Young Architects Program del MAXXI di Roma. L'iniziativa, frutto della collaborazione fra Triennale e MAXXI, mira a promuovere opere realizzate da progettisti italiani o attivi in Italia, e impegnati nell’innovazione, nella qualità del progetto e nel ruolo sociale dell’architettura.
I progetti vincitori e finalisti dell'edizione 2023 resteranno esposti in Triennale fino al 24 settembre.
«Siamo molto felici di consolidare la collaborazione con il MAXXI, accogliendo in Triennale la quarta edizione del Premio italiano di Architettura. Tutti i progetti selezionati si contraddistinguono per la straordinaria qualità e per la grande capacità di sperimentazione. Il Premio mette in luce le proposte più significative del panorama dell’architettura contemporanea, che propongono soluzioni innovative e concrete rispetto ai complessi temi del presente. Siamo inoltre felici di poter assegnare il Premio alla carriera ad Aimaro Oreglia d’Isola che, anche durante il suo sodalizio con Roberto Gabetti, ha saputo segnare un’epoca di creazioni innovative e sorprendenti, dalle abitazioni di Ivrea ai progetti milanesi per l’area Bicocca e per gli uffici a San Donato».
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano
«Il Premio italiano di Architettura è il prodotto di una collaborazione virtuosa tra Triennale Milano e MAXXI che dura da quattro anni. In questo periodo i due team hanno lavorato benissimo in parallelo e hanno contribuito alla celebrazione di progettisti importanti e alla promozione di giovani talenti, che dopo il premio hanno visto crescere la loro dimensione professionale e culturale. L’accordo scade a settembre di quest’anno; naturalmente il mio auspicio e il mio impegno sono per rinnovare questa collaborazione, che fa bene sia alle due istituzioni che al movimento tutto dell’architettura italiana».
Alessandro Giuli, Presidente Fondazione MAXXI
I progetti partecipanti alla quarta edizione Premio italiano di Architettura sono stati valutati da una giuria internazionale composta da: Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano; Nina Bassoli, Curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale; Lorenza Baroncelli, Direttore MAXXI Architettura; Pippo Ciorra, Senior curator MAXXI Architettura, Matteo Scagnol di MoDusArchitects, vincitore del Premio miglior edificio nel 2022, Valentina Merz e Lara Monacelli Bani di Atelier Remoto, vincitore di NXT_MAXXI L’Aquila nel 2022, Iñaqui Carnicero, architetto fondatore di Rica Studio, e Giancarlo Mazzanti, architetto e fondatore dello studio El Equipo Mazzanti.
MIGLIOR EDIFICIO REALIZZATO NEGLI ULTIMI TRE ANNI
Il Complesso parrocchiale di Santa Chiara, a firma del team formato da Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci e Franceschino Serra, «si colloca nell’area centrale del piccolo abitato di Sini, nella Sardegna interna, con rigore formale e consapevolezza contestuale, cogliendo l’occasione per ricucire una serie di elementi spaziali, espressivi e relazionali del tessuto centrale. Interpretando elementi tipici dell’edilizia spontanea locale e di un’architettura sobria della koiné mediterranea, il progetto agisce in un contesto difficile per rinnovare i nessi di senso con le comunità».
MIGLIOR EDIFICIO REALIZZATO NEGLI ULTIMI TRE ANNI
Il progetto S-LAB di ELASTICOFarm è riconosciuto come «uno degli esempi più rappresentativi del lavoro di ricerca linguistico-tecnologica dello studio. Conferisce un forte carattere a una tipologia edilizia teoricamente ‘generica’ trasformandola in occasione di ricerca. L’edificio, infatti, trasforma la tecnologia tradizionale per gli edifici produttivi, la prefabbricazione pesante in cemento armato, in un’occasione di sperimentazione a tutto campo nella sua relazione con il contesto, e nelle sue declinazioni ambientali, atmosferiche, percettive e paesaggistiche».
MENZIONE D'ONORE
Il completamento delle aree Museali di Palazzo dei Diamanti realizzato da Labics, «progetto di restauro, valorizzazione e ampliamento, è un esempio virtuoso di intervento architettonico come strumento di rilettura e attualizzazione funzionale e culturale di un edificio storico di enorme valore. Il progetto merita il riconoscimento non solo per la sua qualità intrinseca ma anche per essersi affermato nonostante la presenza dei pregiudizi e resistenze pseudo-preservazioniste che ha dovuto affrontare».
PREMIO UNDER 35
Il progetto Art Pavillion M. di Studio Ossidiana «coniuga in un unico gesto sintetico le principali caratteristiche del lavoro dello studio, avviato con grande chiarezza seppur da pochi anni, tra ricerca formale e indagine sensibile sui temi ambientali e di relazione interspecie dell’architettura e del paesaggio».
PREMIO ALLA CARRIERA
«La carriera di Aimaro Oreglia d’Isola ha nutrito il dibattito architettonico intorno ai temi del rapporto tra modernità e tradizione, naturale e artificiale, territorio e paesaggio, per tutta la seconda metà del Novecento, traghettandoli fino ad oggi, dove ci appaiono più che mai attuali. L’originalità dello studio si impone fin dai primi anni di attività, per arrivare ben presto a scatenare un intenso dibattito a livello internazionale sul senso dell’architettura moderna rispetto alla storia e alle culture locali. Unitamente all’intensa attività accademica e al valore del disegno che costituisce a sua volta un ulteriore percorso di ricerca parallelo, il pensiero e la pratica di Aimaro Oreglia d’Isola hanno dato e continuano a dare un contributo decisivo all’architettura, intesa come palinsesto culturale e come paesaggio».
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