È l’italiana Marta Maccaglia ad aggiudicarsi la prima edizione del Diversity in Architecture Prize, riconoscimento internazionale istituito dall'associazione DIVIA, basata a Berlino e presieduta da Ursula Schwitalla, con l’intento di promuovere la visibilità delle donne nel mondo dell’architettura. Fondatrice dell’associazione non-profit Semillas, con sede centrale a Lima, Marta Maccaglia è stata premiata per il suo impegno nell’ambito dell’edilizia scolastica in Perù.
Destinato a essere assegnato con cadenza biennale, al suo debutto il DIVIA Award ha visto in totale 27 partecipanti dai cinque continenti, selezionate dall'advisory board del premio. La giuria del DIVIA Award è composta da personalità di spicco del settore, quali Sol Camacho, Odile Decq, Rahul Mehrotra e Martha Thorne. La vincitrice del riconoscimento è stata scelta in una rosa di cinque finaliste, che includeva anche May al-Ibrashy (Egitto), Katherine Clarke & Liza Fior (Regno Unito), Noella Nibakuze (Ruanda) e Tosin Oshinowo (Nigeria).
Alle cinque finaliste è dedicata una mostra che resterà fino al 13 maggio a Berlino, presso l’ANCB The Aedes Metropolitan Laboratory, dove lo scorso sabato si è tenuta anche la cerimonia di premiazione.
«Siamo rimasti colpiti dalla coerenza dell'approccio architettonico dei progetti di Marta Maccaglia, ognuno dei quali, dalla piccola alla grande scala, riflette la cultura e le specificità del contesto locale. Lavorando in aree svantaggiate, gli edifici progettati dall’architetto rispondono ai bisogni della comunità locale con un approccio umanistico e un impegno coraggioso».
Classe 1983, Marta Maccaglia si è laureata in Architettura alla Sapienza di Roma per poi trasferirsi in Perù, ormai divenuta la sua seconda casa. Qui ha fondato la Asociación Semillas, con sede a Pangoa, Lima e San Ignacio. L’organizzazione senza scopo di lucro si occupa di costruire scuole e altri edifici pubblici nelle zone più remote della giungla peruviana, collaborando con diverse istituzioni.
«Per me l'educazione – ha dichiarato l’architetto – è lo strumento più importante per la libertà. Se vogliamo una società migliore, abbiamo bisogno di una popolazione istruita. In questo l'architettura può fare la differenza: l'architettura è sociale».
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