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A Mario Botta il Piranesi Prix de Rome alla Carriera

Con la sua opera, l'architetto ticinese "ha portato a un significativo spostamento di paradigma verso la riconsiderazione dei temi storici e il progressivo abbandono di quelli del modernismo radicale"

A Mario Botta il Piranesi Prix de Rome alla Carriera
Scritto da Redazione The Plan -

È stato conferito a Mario Botta il Piranesi Prix de Rome alla Carriera 2024, assegnato dall’Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato all’architetto ticinese, nato a Mendrisio nel 1943, nel corso di una cerimonia tenutasi alla Casa dell'Architettura di Roma nel pomeriggio di venerdì 15 marzo.

In questa occasione, Mario Botta ha tenuto una lectio magistralis durante la quale ha ripercorso i momenti salienti del suo percorso professionale, e ha voluto omaggiare Gimbattista Piranesi con queste parole:

«Ricevere un premio dedicato a Piranesi è per me un onore. Forse non sarei ciò che sono senza Piranesi, che più di altri ha disegnato, facendo dell’immaginario collettivo la sua ragione d’essere e di lavoro. È stato un folgorante esempio di complessità del luogo di vita, attraverso immagini che moltiplicano i punti di vista fino a determinare una sinfonia di spazi e visioni prospettiche impossibili da realizzarsi. Tale premio induce a far correre l’immaginario al di sopra di funzioni, tecnica e gravità del costruire, per offrire ai visitatori una ricchezza fatta di luce e distribuzione di spazi finalizzati alla gioia di vivere».

 

 

All'evento erano presenti, tra gli altri, il presidente emerito dell’Accademia Adrianea, Romolo Martemucci, il presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma, Alessandro Panci, il presidente e direttore dell’Accademia Adrianea, Pier Federico Caliari, l'ambasciatrice svizzera in Italia, Monika Schmutz Kirgöz, e il direttore Dipartimento di Architettura e Design Politecnico di Torino, Michele Bonino.

L'assegnazione del Piranesi Prix de Rome alla Carriera a Mario Botta è stata decretata dal Comitato Scientifico del Piranesi Prix de Rome, in collaborazione con L’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori di Roma, con le motivazioni seguenti.

«Considerando il percorso professionale nella sua interezza, Mario Botta è stato uno degli architetti più influenti e imitati tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del Novecento, un periodo in cui l'architettura ha registrato, anche grazie al suo talento e alla sua intensa produzione, un significativo spostamento di paradigma verso la riconsiderazione dei temi storici e il progressivo abbandono di quelli del modernismo radicale».

Polo didattico di Biologia e Biomedicina 'Fiore di Botta' all'Università di Padova (Italia) Photo by Joe58wiki / Wikimedia Commons, License CC Attribution-Share Alike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

Mario Botta, architetto e designer

Nato a Mendrisio, in Canton Ticino, nel 1943, Mario Botta si laurea nel 1969 all'Università IUAV di Venezia con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol. Rientrato in Ticino, nel 1970, apre il suo primo studio a Lugano, città nella quale resterà quarant’anni, fino al 2011, quando si trasferisce definitivamente a Mendrisio.

Mario Botta, per il quale «costruire è un'arte sacra», ha avuto una lunga e profilica carriera, nel corso della quale ha abbracciato tutte le tipologie edilizie: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, musei ed edifici del sacro. Tra i suoi lavori, vi sono le case unifamiliari di Riva San Vitale, di Stabio e Morbio Superiore, gli spazi sacri sul Monte Tamaro e a Mogno, il restauro del Teatro alla Scala di Milano ,fino al MoMA di San Francisco e alle più recenti mega opere realizzate in Cina. Un percorso che ne ha fatto uno degli architetti più produttivi e riconoscibili degli ultimi cinque decenni. Botta si è inoltre cimentato nel campo dell'industrial design creando, a partire dagli anni Ottanta, numerosi oggetti per importanti brand.Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Monte Tamaro, Svizzera) Photo by Vid Pogacnik / Wikimedia Commons, License CC Attribution-Share Alike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

Mostre, scenografie e installazioni

All’assegnazione del riconoscimento ha concorso anche il suo lavoro svolto come progettista di mostre, scenografie e installazioni. Dalla pioggia di cavi che ha segnato la prima mostra su Carlo Scarpa alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, che ritornerà declinata con labirintica libertà nei Miti di Dürrenmatt, fino alla composizione a casellario ligneo di Botta Cucchi. Dalla Cappella di Monte Tamaro. Ancora, dalle “superfici accoglienti” delle mostre di Giancarlo Vitali a Lecco e del Mantegna a Padova alle “superfici volumetriche” della mostra su Gianfranco Ferroni a Bergamo, in questo settore Botta ha realizzato le maggiori sperimentazioni riguardanti il rapporto tra architettura, arte e storia.

Lo Schiaccianoci è stata l’opera che ha introdotto Mario Botta al mondo del teatro. Altro capitolo importante della sua opera è costituito, infatti, dalle scenografie, molte delle quali sono state realizzate per i teatri di Basilea e Zurigo. Da ricordare anche la splendida installazione del San Carlino sul Lago di Lugano, opera destinata a rimanere nella storia degli allestimenti di mostre ad alta valenza scenografica urbana.

Biblioteca municipale (Dortmund, Germania) Photo by Hans Peter Schaefer / Wikimedia Commons, GNU Free Documentation License

 

Docente e divulgatore

Progettista, docente e divulgatore, Botta ha tenuto corsi e seminari in scuole d'architettura in Europa, Asia, Stati Uniti e America Latina. Nel 1996, nell’ambito della creazione dell’Università della Svizzera italiana, ha partecipato all’ideazione dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, di cui è stato direttore per due volte e della quale è professore emerito dal 2019.

 

>>> Scopri il progetto di Mario Botta per la chiesa della Divina Provvidenza a Leopoli, in Ucraina

Cover Image: Mario Botta in a photo by Flavia Leuenberger, courtesy of Studio Mario Botta

All images in the gallery were retrieved from Wikimedia Commons

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