Leonardo, il quarto supercomputer più potente al mondo è realtà
  1. Home
  2. What's On
  3. Leonardo, il quarto supercomputer più potente al mondo è realtà

Leonardo, il quarto supercomputer più potente al mondo è realtà

L’inaugurazione al Tecnopolo di Bologna alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Leonardo, il quarto supercomputer più potente al mondo è realtà
Scritto da Redazione The Plan -

Leonardo è realtà. Garantirà l’80% della potenza di calcolo del nostro Paese e il 20% di quella europea, attirerà sotto le Due Torri oltre 1.500 tra studenti e ricercatori da tutto il mondo, fino a rendere Bologna una Data Valley da dove studiare il gemello digitale del globo, terapie mediche innovative, mestieri del futuro che ancora si possono solo immaginare. Ancora meglio, darà vita alla Silicon Vally d’Italia. Il quarto supercomputer più potente al mondo, così come è stato definito in occasione della più importante conferenza internazionale per l’High Performance Computing SC22 di Dallas, è stato inaugurato ufficialmente al Tecnopolo di Bologna alla presenza delle massime autorità dello Stato e del territorio cittadino e regionale: a tagliare il nastro con il presidente del Cineca (che gestisce il calcolatore) Francesco Ubertini, infatti, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, dal presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e dal direttore generale Reti di comunicazione, contenuti e tecnologia della Commissione Europea, Roberto Viola.

Quello che al momento rappresenta anche il maggior investimento dell’Unione Europea in Italia in ambito scientifico è dunque destinato a ridisegnare il posizionamento della regione e della città nello scacchiere internazionale, ma è anche un predestinato a incidere sulla comunità tutta e sulla qualità della vita: una tecnologia al servizio dell’uomo, che darà un impulso di rete e di collaborazione e un’accelerazione alla ricerca scientifica, all’analisi relativa ai cambiamenti climatici, all’indagine medico-sanitaria nell’individuazione di nuove cure; anche per i casi di farmacoresistenza. Molto più che una Motor Valley perché, di diverso, ha una proiezione verso il futuro molto più lunga. Ne è un esempio il primo protocollo di collaborazione firmato in occasione della stessa inaugurazione, quella con Dompè, una delle principali aziende biofarmaceutiche italiane specializzata in primary care e biotech per la ricerca e il trattamento di patologie rare orfane di cure. Un patto di collaborazione che è una vera e propria «autostrada per il futuro», ha dichiarato il presidente dell’azienda Sergio Dompè, e che è uno dei tasselli di questa data storica.

«Frutto di un grande investimento dell’Europa, con l’impresa comune EuroHPC, e del ministero dell’Università e della Ricerca, è un progetto complesso, a partire dal design del sistema, configurato per sostenere una grande capacità produttiva orientata alla sostenibilità», ha sottolineato Francesco Ubertini, e che permette al territorio di entrare di fatto tra i precursori dei sistemi di classe exascale in grado di eseguire oltre 150 milioni di miliardi di calcoli al secondo.

Leonardo, dunque, non è un’entità isolata ma, al contrario, è l’ossatura di un sistema, di una rete, è parte di un ecosistema che moltiplica le opportunità e che innesca nuove traiettorie, senza dimenticare come la scienza e l’innovazione debbano sempre guardare all’uomo:

«L’uomo deve essere sempre al centro», è il monito dell’arcivescovo e presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi. «È la grande sfida anche dell’intelligenza artificiale. L’uomo non deve perdere sé stesso, ma deve saper usare la sua straordinaria capacità creativa e innovativa per creare vita; non morte».

 

Leonardo e la vita quotidiana

Inaugurazione supercomputer Leonardo ©Francesco Ammendola

Leonardo non è un fine, ma un mezzo. E il suo valore lo si può misurare in base a ciò che permette o che permetterà di fare. Vi è un mondo, dunque, legato ai benefici che può dare all’uomo al di là della macchina in sé. Un pianeta di opportunità che parte da quel 50% di potenza di calcolo a disposizione degli istituti di ricerca e delle università italiane e da quel restante 50% per i ricercatori europei, ma che ha già e avrà ricadute sulla quotidianità di tutti. Grazie a Leonardo, come ha spiegato Riccardo Viola, si potrà ottenere un gemello digitale del globo (o anche solo di una città), «si potrà meglio comprendere il funzionamento del pianeta, si potrà studiare un evento meteorologico estremo fino a predirne la localizzazione e la tempistica, si potrà lanciare un avvertimento per non intraprendere una certa strada o si potrà dire di non costruire un certo impianto in un dato luogo». E, ancora, si potranno affrontare temi quali le energie rinnovabili, il cambiamento climatico, la cybersecurity, l’agrifood e la cultura, la medicina personalizzata. Proprio da quest’ultimo settore si partirà, in virtù dell’accordo con Dompè che prevede un milione di ore di calcolo destinate ad accelerare la ricerca contro le pandemie o lo sviluppo di nuovi farmaci: in poche settimane si potranno raggiungere risultati altrimenti ottenibili in anni di ricerca “casalinga”.

«Leonardo sarà una piattaforma al servizio della crescita sostenibile, dell’innovazione e dello sviluppo umano – ha aggiunto Stefano Bonaccini –. Vogliamo attirare qui conoscenze, professionalità e talenti, in un ecosistema regionale che vede insieme università, centri di ricerca e sistema produttivo, impegnati su obiettivi condivisi nel Patto per il Lavoro e per il Clima con tutte le parti sociali. Primi fra tutti nuova e buona occupazione, transizione ecologica e digitale, riduzione delle distanze sociali e territoriali. L’Emilia-Romagna è da più di cinquant’anni la patria del supercalcolo italiano, grazie alla presenza di Cineca e all’impegno delle università. Oggi rafforziamo la nostra Data Valley, ormai di livello internazionale. Vogliamo continuare a essere protagonisti dell’innovazione robotica, tecnologica e digitale, lo dobbiamo alle nuove generazioni: la possibilità di costruire una società migliore, più inclusiva, sostenibile e solidale e a misura di cittadino passa da scelte strategiche come quella di oggi». 

 

I numeri di Leonardo

Inaugurazione supercomputer Leonardo ©Giacomo Maestri, Courtesy of Cineca

155 rak di sistema (“armadi”, per semplificare), 4.992 nodi di calcolo, 6.000 kw, 110 PB di storage: sono alcuni dei numeri di Leonardo che, nella sua versione booster appena rilasciata raggiunge i 174,7 petaflop, ovvero il numero di operazioni in un secondo. Ma il sistema non è ancora entrato in funzione nella sua totalità, perché la previsione è di riuscire ad arrivare a picchi di oltre 240 petaflop a conclusione dell’installazione a opera di Atos e Cineca. Da gennaio a marzo 2023 si aprirà una fase di pre-test, durante la quale la potenza da sperimentare sarà massima, per poi partire con le ricerche vere e proprie a partire da aprile: nel frattempo, però, i bandi per candidare i propri progetti sono già aperti.

In virtù della sua unicità, Leonardo è ospitato in uno spazio rettangolare privo di colonne, chiamato white space: è qui che si trovano i rak, i server, i sistemi di storage e la distribuzione elettrica. A questo si affianca il gray space, l’area dedicata alle apparecchiature di back-end. Tre i livelli su cui si sviluppa lo spazio dedicato a Leonardo: un piano interrato con quattro tunnel indipendenti per il sistema di cooling, un piano terra per la macchina vera e propria e un primo piano per le centrali di trasformazione e di distribuzione elettrica.

L’assenza di pilastri nella sala principale, grande come due campi da basket, è dettata non solo dalla necessità di ospitare i 155 “armadi”, ma soprattutto come strategia per garantire flessibilità in caso di terremoto. La sala è infatti realizzata in cemento armato e studiata per garantire la massima resistenza agli eventi sismici (classe 4). Anche per quando riguarda la prevenzione del rischio di incendio sono state fatte delle scelte specifiche: la capacità della struttura di conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco è REI 240. Ciò vuol dire che in caso di incendio, la sala è in grado, per 240 minuti, di impedire che il fuoco si propaghi ad altre parti della struttura, non permette ai gas di combustione di propagarsi e garantisce un isolamento termico che manterrà gli ambienti non interessati dall’incendio a una temperatura accettabile.

Il pavimento della data room è anch’esso molto particolare. È di tipo sopraelevato, per consentire il passaggio delle tubazioni di raffreddamento sotto i rack ed è costituito di pannelli modulari conduttivi detti “plotte”, misurano 600×600 mm con uno spessore di 35 mm, rinforzati con una lamina di acciaio e una struttura di tipo heavy duty con traversi speciali ad alta resistenza. Tutto ciò si è reso necessario poiché nella sala sono ospitati rack per un peso complessivo di oltre 340 tonnellate: è come se nello spazio occupato dai rack di Leonardo fossero stipate più di 4.700 persone.

Uno degli elementi fondamentali è il sistema di raffreddamento delle macchine: senza di esso, Leonardo brucerebbe in pochissimo tempo, perdendo rapidamente efficienza e, di fatto, smetterebbe di funzionare. Proprio per tenere sotto controllo la temperatura, i rack sono raffreddati con acqua temperata: l’acqua entra nei circuiti di raffreddamento del supercomputer a 37°C ed esce a 47°C, riscaldata dalle CPU impegnate alla massima potenza possibile nei calcoli e nelle elaborazioni, per essere inviata in uscita agli smaltitori adiabatici, detti drycooler, che la riportano alla temperatura di 37°C. Ed è grazie al suo calore di “scarto” che vengono riscaldati gli ambienti limitrofi.

 

Il Tecnopolo, tra contemporaneità e patrimonio storico

Inaugurazione supercomputer Leonardo ©Francesco Ammendola

Leonardo e, dunque, l’intero datacenter Cineca si trova all’interno del Tecnopolo di Bologna, sede futura anche dell’Agenzia Italia Meteo, della fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano (iFab), dei centri di ricerca come Infn, Cineca, Cnr. E, ancora, del datacenter del centro meteo europeo per le previsioni a medio termine, dove è intervenuto lo studio Atiproject: qui funzione e conservazione hanno trovato la loro sintesi attraverso l’uso del BIM, che ha accompagnato il project management durante tutta la fase costruttiva e per tutte le discipline, fino alla redazione as built.

Questa metodologia diventa il punto di partenza per una gestione ottimizzata della struttura, esigenza sempre più rivolta alla sostenibilità del complesso e al mantenimento di un’architettura realizzata da un progettista di fama internazionale.

Tornando a Leonardo invece, questa nuova macchina, finanziata da 240 milioni di euro da Governo e Unione europea, e tutto il resto del complesso del Tecnopolo sono anche il simbolo di una riqualificazione urbana che ha riportato in vita il complesso dell’ex manifattura tabacchi sottoposto a tutela da parte dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, realizzato nel 1952 su progetto di Pier Luigi Nervi e che è stato rinnovato con un approccio conservativo. Le botti, infatti, sono state mantenute nella loro interezza, attuando al contempo i necessari adeguamenti alle esigenze funzionali e tecnologiche.

Fin dai primi passi progettuali, l’edificio ospitante il datacenter per il supercalcolatore Leonardo è stato pensato per ottenere la certificazione LEED Gold o superiore.

Durante i lavori di ristrutturazione, necessari per rendere la struttura del Tecnopolo atta ad ospitare Leonardo, sono stati trovati antichi resti di età romana. Gli scavi hanno portato alla luce un gruppo di nove tombe, una serie di pozzi e canali idrici, nonché i resti di una strada romana.

«Questo sviluppo di Bologna come città del calcolo dovrà essere accompagnato anche da una dimensione sociale – ha concluso Matteo Lepore –: i giovani talenti dovranno trovare qui accoglienza. Possiamo, anzi dobbiamo essere prototipi anche di politiche dedicate ai talenti, per essere all’altezza dei loro sogni. L’augurio è che l’Italia e l’Europa investano di più sulla scienza e sulla ricerca, affinché siano gli uomini e le donne a guidare le tecnologie e non viceversa».

 

|||   ISCRIVITI A THE PLAN   |||   Ricevi direttamente le più belle storie del mondo dell'architettura e del design, gli ultimi progetti realizzati, classifiche e recensioni, consigli su video, gallery e interviste 

Credits

Individual photo credits are included in each gallery image

Resta aggiornato sulle novità del mondo dell'architettura e del design

© Maggioli SpA • THE PLAN • Via del Pratello 8 • 40122 Bologna, Italy • T +39 051 227634 • P. IVA 02066400405 • ISSN 2499-6602 • E-ISSN 2385-2054