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Le forme dell’acqua: vivere e nuotare in città

La rivoluzione dei fiumi urbani. Nuotare vista città

Forme dell’acqua: vivere, nuotare in città. Rivoluzione dei fiumi
Scritto da Redazione The Plan -

Città o campagna? Questo è il grande dilemma che un po’ tutti stiamo sperimentando quando andiamo in cerca di una natura bucolica, fuori dal caos urbano, troppo grigio e ingessato nel suo ritmo; ritmo forsennato da cui fuggiamo e che poi aneliamo, rapiti dall’adrenalina bulimica di stimoli visivi, mostre, eventi, happening. Città o campagna? Dilemma che ora si è fatto più forte con la primavera e i suoi colori ad ammaliare i nostri occhi assuefatti al blu-iphone, ora che l’orizzonte (e il cielo) ci sembra troppo ampio da potersi afferrare tutto in una volta. Città o campagna: e se la risposta fosse nel mezzo? Non più nella contrapposizione tra pace bucolica e caos metropolitano, ma nell’unione dei due modelli?

Proviamo a cambiare punto di vista. Proviamo a immergerci nei corsi d’acqua urbani e percorrerne le rive, affacciandoci su quelli che sono paesaggi alternativi delle nostre città. Proviamo a riscoprire i fiumi urbani balneabili, ora che siamo vincolati ai nostri luoghi di residenza. Perché la natura c’è anche in città, basta saperla osservare e valorizzare. Senza inutili fughe in campagna.

Le forme dell’acqua: vivere e nuotare in città

In tutto il mondo, le persone stanno riscoprendo i fiumi, i porti e i canali nelle proprie città come spazi di svago e socializzazione. In città come Londra, New York, Melbourne e Parigi, giovani designer e attivisti propongono interventi audaci e mettono in scena azioni nello spazio pubblico nel tentativo di rivendicare i corsi d’acqua urbani come spazi per le persone

Quella in atto è una vera e propria riscoperta di fiumi balneabili, perché il fiume è natura, ma non nega il dialogo con la città, anzi, lo amplifica. Basta prendere ad esempio questo progetto di giardino multilivello sul lungofiume, presentato al The Plan Award 2020, dove le verdi colline riparano dal traffico urbano e si tuffano nell’acqua dello Yangtze. (looked at the Yangtze river, water to silence traffic outside).

Scopri come partecipare alla categoria Landscape del The Plan Award 2021

Voglia di natura, voglia di acqua, voglia che il Covid ha amplificato. Trovare una piscina aperta di questi tempi di lockdown richiede impegno, e così migliaia di persone hanno ricominciato a nuotare nelle acque fredde di laghi, fiumi e torrenti.

I migliori esempi vengono dalla Svizzera, paese dove il nuoto urbano ha grandi tradizioni. Basilea, Berna, Zurigo e Ginevra, tutte definite Swim City, tutte dotate di fiumi balneabili restituiti ai cittadini come risorsa naturale e pubblica. I corsi d’acqua un tempo riservati all’industria sono da tempo utilizzati come aree ricreative quotidiane, situate a pochi passi dalle porte di casa dei residenti e saldamente ancorate alla loro routine. Le persone fanno un tuffo veloce nel fiume durante le pause pranzo o approfittano delle correnti veloci per nuotare in direzione ufficio. Le rive di questi corsi d’acqua sono a tutti gli effetti tanto centrali per l’immagine della moderna città svizzera quanto molti edifici famosi.

Altro esempio affascinante viene da Londra. Thames Baths è un progetto divenuto ormai impresa sociale con l’obiettivo di fornire una piscina comunitaria galleggiante lungo il Tamigi. Il lavoro è svolto dallo Studio Octopi, che promuove un migliore accesso e utilizzo dell’acqua urbana in tutto il Regno Unito, e oltre a sviluppare idee per i bagni (e le spiagge) del Tamigi, collabora con artisti e gruppi della comunità per riaprire lidi chiusi o demoliti (piscine pubbliche all’aperto costruite negli anni ’20 / ’30).

Anche a Berlino c’è qualcosa di simile. Flussbad Berlin (associazione senza scopo di lucro) sta sviluppando un progetto di sviluppo urbano che intende trasformare il Canale della Sprea, nel cuore di Berlino, in uno specchio d’acqua pulito e accessibile per il grande pubblico, da utilizzare in un modo totalmente nuovo.

Flussbad Berlin prevede un parco paesaggistico, un ampio filtro vegetale naturale, e un’area balneare naturale di 840 metri. La cosa più curiosa è che lungo la rinomata Isola dei Musei, tra l’Humboldt Forum e il Bode Museum, verrà creato uno spazio pubblico che inviterà berlinesi e visitatori a nuotare in acque pulite e incontaminate. Il progetto prevede infatti di filtrare l’acqua in modo del tutto naturale e di trasformare anche il Canale della Sprea, vicino alla Fischerinsel, in un paesaggio acquatico ecologico.

>> Guarda come si riprogetta un intero waterfront in Cina | The Plan Award 2020, categoria Landscape

La cultura del vivere sull’acqua e con l’acqua è diffusa anche a Parigi, dove d’estate viene attrezzata fin dagli anni duemila la cosiddetta Paris Plage, una spiaggia di diversi chilometri lungo la Senna, attrezzata per ospitare attività ludiche e sportive, di sabbia o in erba.

 

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