La Milano del futuro: le Olimpiadi e oltre
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La Milano del futuro: le Olimpiadi e oltre

Intervista all’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi: Milano-Cortina, un acceleratore di fenomeni

La Milano del futuro: le Olimpiadi e oltre
Scritto da Redazione The Plan -

L’hortus conclusus, con il suo portato storico e la propria capacità di trasmettere un senso di connessione con la biosfera, è l’immagine che meglio interpreta il Giardino Storico di “Horti, il segreto di Porta Romana” a Milano, da poco inaugurato. Ma è anche un’immagine carica di simboli e di valori legati a doppio filo con quella che l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, ha definito una “rivoluzione urbanistica”. Una Milano del futuro con, alla base, l’idea di una città più a misura d’uomo, con un incremento dell’offerta di case a prezzi accessibili, dotata di politiche di tutela del territorio e di riduzione del consumo di suolo, pronta a rigenerare le periferie a partire dalle piazze e dagli edifici abbandonati, ma anche ad affrontare la commistione tra locale e globale. 

 

Assessore Giancarlo Tancredi, la Milano Design Week dei primi giorni di giugno ha rimarcato quanto questa sia una città dalla forte vocazione internazionale, ma non si può non guardare anche a chi questa stessa città la vive quotidianamente. Qual è la sua visione per coniugare le dimensioni locale e globale, per bilanciare le esigenze di residenti e turisti?

«Quello a cui si sta assistendo è un processo nuovo, dagli aspetti positivi ma anche dai risvolti delicati. Per questo bisogna prestare la massima attenzione a non ripetere errori già visti in altri luoghi, consapevoli di come la svolta si sia già verificata. L’intreccio tra dimensione locale e globale porta con sé il rischio di affievolire una parte di personalità della città e di vedere partire una quota di milanesi, anche per valori immobiliari crescenti. Questo non vogliamo che accada: bisogna dunque affrontare anche la questione dei costi della vita. Discorso parallelo, guardando ad altri esempi italiani e non solo, per il turismo: Milano è diventata più attrattiva anche su questo fronte, ma come detto è opportuno preservare la propria identità». 

 

Horti, il segreto di Porta Romana - Michele De Lucchi © Matteo Deiana, courtesy of BNP Paribas REPD

 

A proposito del Piano di Governo del Territorio per Milano 2030, lei ha parlato di “rivoluzione urbanistica”: quali sono i pilastri di questa svolta?

«Nel parlare di “rivoluzione urbanistica” non si può non fare riferimento a tre fattori determinanti di questo momento storico per la città di Milano, ovvero la sua attrattiva nei confronti degli investitori, il contributo giocato dalle università e l’importanza dell’aspetto culturale. Il primo, nello specifico, fa riferimento al grande interesse che la città ancora riveste agli occhi degli investitori, sia internazionali sia nazionali. Questo è dovuto, in parte, a un Piano di Governo del Territorio capace di dare regole certe agli investitori stessi, in altra parte a un’eredità lasciata da Expo 2015. Il secondo fattore riguarda le università del territorio milanese, legate da una prospettiva di rinnovamento: nuovi e ampi campus per la Statale, laboratori e altre aule per il Politecnico, la Bocconi e la Cattolica. Infine, il terzo fattore è legato al mondo della cultura, con il Comune di Milano impegnato in progetti di nuove strutture e di ampliamento, come nel caso della Nuova Beic - Biblioteca europea di informazione e cultura o dei laboratori del Teatro alla Scala. Per la biblioteca, a marzo è stato presentato il concorso internazionale per la sua realizzazione, nonostante le prime idee risalgano a 15 anni fa. Svariate azioni, dunque, rese possibili dalla collaborazione di diversi attori, pubblici e privati».

 

Progetto di rigenerazione urbana Milanosesto - Scandurra Studio Architetttura, Barreca & La Varra, Park Associati, Forster + Partners, ACPV - Antonio Citterio Patricia Viel © Cityscape Digital

 

Lo Scalo di Porta Romana, Santa Giulia e il distretto MIND sono alcune delle aree interessate da trasformazioni urbanistiche importanti e, secondo alcune sue stime, Milano conta un centinaio di interventi superiori ai 5.000 m2 in corso o in fase di approvazione, a cui si aggiungono 4.000 tra nuove edificazioni e ristrutturazioni rilevanti. Si aspettava una ripresa post-Covid con questi numeri? Che volto avrà la città tra qualche anno? 

«Il periodo Covid, con tutte le difficoltà connesse, non ha permesso di fare previsioni nette e di certo non ci si aspettava una tale ripresa: siamo rimasti sorpresi, Milano non ha subito alcun tipo di flessione a livello di progetti urbanistici. In questo scenario ha giocato probabilmente anche il bonus 110%. Milano ha anche la fortuna di essere una città che trasmette fiducia al mercato: c’è in campo un processo di sistema, dal momento che molti progetti vanno avanti grazie a forti sinergie. Proiettando invece avanti lo sguardo, da qui ai prossimi dieci anni il volto del territorio sarà molto diverso: non più un solo centro, non più solo piazza Duomo, ma più centri, come Parigi o Londra. Diventerà cioè una città policentrica, valorizzando punti periferici, ricalcando quanto fatto con la Darsena».

 

Complesso residenziale Hidden Garden - Asti Architetti © Echoo Studio, courtesy Asti Architetti e Bluestone

 

Milano quindi cambierà, ma già è cambiata tanto rispetto agli anni Novanta: oggi balconi e terrazzi sono veri e propri giardini urbani ed entro il 2030 è prevista la creazione di 20 nuovi parchi. Quanto è già stato fatto e quanto ancora c’è da fare per migliorare sempre di più la qualità di vita delle persone? 

«Migliorare la qualità della vita significa accrescerne la media dell’intera popolazione, di tutto il territorio; comprese quelle realtà più complesse e difficili. In questo ragionamento ha un ruolo fondamentale la sostenibilità: il Comune ha, tra le altre cose, stabilito di ridurre il consumo di suolo, puntando piuttosto sulla rigenerazione. Allo stesso tempo si è dotato di un Piano Aria e Clima per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, il raggiungimento della neutralità carbonica, il contenimento del surriscaldamento terrestre e per fornire strumenti concreti verso un’economia circolare. Un Piano che comprende anche azioni di transizione verso una mobilità sostenibile, con nuove piste ciclabili e pedonali, e verso una rigenerazione urbana sempre più verde. Tali considerazioni, attinenti ad aspetti prettamente ambientali, non possono essere disgiunte a quelle sociali: ecco perché, in questo contesto, vale la pena potenziare l’housing sociale, così da porre l’attenzione su quelle fasce di popolazione che faticano a entrare nel mercato immobiliare privato».

 

Arena di Santa Giulia - David Chipperfield © Onirism Studio, courtesy of David Chipperfield Architects

 

Secondo una ricerca dell’Università Luiss Guido Carli, le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 avranno un indotto per l’economia italiana pari a quasi tre miliardi di euro, con 13 mila nuovi posti di lavoro. Come si sta preparando Milano a questo appuntamento?

«La città si preparerà come si è preparata per Expo 2015 e, allo stesso modo, l’appuntamento sarà un acceleratore, un’occasione per dare ulteriore vigore a progetti già in campo o già avviati; le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 fungeranno da facilitatrici di fenomeni tracciati. Ci sono ancora quattro anni per prepararsi, ma la candidatura stessa è stata motivata da un’idea di base, da un’idea a monte con la quale dimostrarsi credibili. Se, da una parte, altri interventi volti all’accoglienza saranno necessari e da pianificare, dall’altra, alcuni progetti importanti sono già stati presentati, come la nuova arena Santa Giulia o il villaggio olimpico nello Scalo di Porta Romana».

 

 

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