Thinking different, il tema del Superdesign Show 2024, «è un invito a portare "design" in senso lato e bellezza a tutti, nessuno escluso». Sono le parole di Gisella Borioli, CEO di Superstudio Group e ideatrice del progetto Superdesign Show, appuntamento storico della Milano Design Week ed evento icona del Tortona Design District, in programma quest'anno dal 16 al 21 aprile negli spazi di Superstudio Più, in via Tortona 27.
Il tema della 43esima edizione del Superdesign Show è appunto Thinking different - everything, everywhere, everyone, e la direzione artistica è stata affidata ancora una volta a Giulio Cappellini. L'evento vedrà la partecipazione di undici nazioni da tre diversi continenti, l’adesione di oltre 80 aziende con quasi 40 progetti in mostra
Il Superdesign Show 2024 coinvolgerà i visitatori nell'esplorazione di nuovi orizzonti e nella sfida di un pensiero diverso, come racconta Gisella Borioli.
Il tema del Seuperdesign Show di quest'anno è Thinking different - everything, everywhere, everyone. Cosa vuol dire pensare fuori dagli schemi nel mondo di oggi?
Il mondo sta cambiando. Anzi è già cambiato. Il tema di quest'anno è un invito a tutte le generazioni di creativi per connettersi alle nuove realtà, ai nuovi desideri, ai nuovi pericoli, alle nuove tecnologie, alle nuove necessità, alla nuova società, ai nuovi giovani che in questo mondo già vivono. È un invito a uscire dalla comfort zone, dal conformismo, dalle abitudini anche mentali, ad allargare la visione, a entrare nella quarta dimensione.
Il Superdesign Show verte di volta in volta sulle proposte più audaci e sulle aree geografiche più interessanti per la contemporaneità del design. Quali sono le novità più importanti che i visitatori vedranno quest’anno negli spazi di Superstudio Più?
L'area asiatica: da anni abbiamo puntato l'attenzione sul Far East, così ricco di tradizioni e di innovazioni, tra manualità raffinata e tecnologia avanzatissima. Un mondo antico e nuovo da cui c'è molto da imparare. Oltre a Giappone, Cina, Tailandia, per la prima volta ospitiamo il Vietnam, paese molto interessante e in via di sviluppo.
Poi tutte le rappresentazioni tangibili e intangibili di oggetti, materiali, arredi contemporanei e di tendenza lungo il percorso che uniscono le informazioni alle emozioni. Molti i crossing culturali delle presentazioni tra arte e design: Lexus con una installazione interattiva esterna di Maria van Aubel, vincitrice di numerosi premi alla Miami Design Week, e una seconda, all'interno, di Hideki Yoshimoto, che parla di mobilità anche attraverso la musica. L'emozionante foresta che si specchia e si moltiplica nell'acciaio di Nichelcrome Lab, dello scultore Michele D'Agostino, e ancora il festival del vetro di Designblock Cosmos, con le opere di dieci designer cechi immersi in uno spettacolo audiovisivo coinvolgente.
Da ultimo, da non dimenticare una visita al FLA, il FlavioLucchiniArt Museum che, nell'ampliata sede di 2.000 m2, ospita oltre alle opere dell'artista Lucchini anche una selezione di pezzi iconici di Cappellini e l'installazione del giovane scultore Sebastiano Pelli. Questo è solo un assaggio...
Da dove nasce l’inedita scelta del verde brillante come colore che fa da sfondo all’esposizione?
Proprio dall'aver voluto pensare diversamente fin dall'allestimento del percorso espositivo per dare un segnale forte. Uscendo dagli schemi delle pareti bianco/nero/grigio o quello che il "cliente" sceglie. La sfida a cambiare l'ho lanciata io, l'idea del verde brillante è di Giulio Cappellini.
Tra i protagonisti ci saranno i giovani della Generazione Z. Quali sono le caratteristiche del lavoro di questi artisti e designer nati a cavallo del nuovo secolo? Quali i messaggi che intendono veicolare?
Senza dimenticare i talentuosi allievi dell'Istituto Marangoni Milano e gli studenti della Jönköping University svedesi, presenti con progetti visionari, mi piace segnalare soprattutto Mara Bragagnolo di Nook. Una giovanissima interior designer torinese specializzata in progetti di design terapeutico, inclusivo, accessibile, che ha presentato alcuni arredi pensati per le necessità dei bambini autistici, una realtà sempre più presente nella nostra società. Ecco, progettare con semplicità, pensando alle "diversità", tenendo conto della bellezza della semplicità, valutando il costo finale come priorità, mi sembra l'altra faccia della creatività contemporanea e un atteggiamento positivo dell'ultima generazione.
Il percorso si aprirà con la mostra di Daniele Cima dal titolo Why Not?, una domanda scritta in tutte le lingue del mondo e illustrato con grafiche diverse. Quale significato assume questo interrogativo?
La mostra Why Not? del graphic artist Daniele Cima, è una inattesa risposta al nostro interrogativo Thinking Different!, declinata in tutte le lingue del mondo. Presenta grandi totem che traducono in 42 idiomi dei cinque continenti questa sfida, questo invito al coraggio, alla libertà, alla trasgressione ma anche alla pace. Lo fa con interpretazioni grafiche potenti, diversissime tra loro, che usano i font di ogni Paese. Anche il destino delle opere è inatteso. Non sono destinate alla vendita ma all'affitto temporaneo, per portare il messaggio a quante più persone possibile.
Tra i temi che dal 16 al 21 aprile animeranno non solo il Superdesign Show, ma tutta la MDW, c’è quello dell’intelligenza artificiale. Quali sono le opportunità e i rischi legati all’utilizzo di questo potente strumento tecnologico in relazione al mondo del design e dell’arte?
L'intelligenza artificiale è diventata popolare da poco più di un anno. E già non ne possiamo più fare a meno: ci aiuta in mille cose, è tra noi, anche se non lo sappiamo. Non credo dobbiamo averne paura. Semmai agire con l'intelligenza umana per utilizzarla al meglio, rimediare ai suoi limiti, migliorare i nostri.
Al Superdesign Show di Superstudio, l'A.I. è presente in molte situazioni. Un concentrato di esperienze dirette col futuro immateriale si può sperimentare nello spazio della giapponese FORUM8 immergendosi in città reali o immaginarie del metaverso, provando simulatori e device indossabili, scoprendo gli ultimi softwear per la virtual o la augmented reality o l'effetto che fa la guida autonoma grazie alle più avanzate tecnologie.
Superstudio stesso, nei suoi virtual point, ha realizzato ologrammi scenografici, screen touch informativi, realtà aumentata con cui interagire, avatar, tutto prodotto dal dipartimento interno SuperDigital. Il che dimostra quanto ormai l'A.I. sia un fatto (quasi) normale. Il mondo reale è più grande quando incontra il suo doppio virtuale.
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