«Restituire quel misto di tenacia e meraviglia che è immaginare, disegnare e costruire edifici»: è questa l’idea alla base de Il superfluo e il necessario. Architetture di Barreca & La Varra, la seconda monografia dedicata allo studio di progettazione Barreca & La Varra, con sede a Milano, curata da THE PLAN Editions.
Il mestiere dell’architetto come costante oscillazione tra le tentazioni del superfluo e le consuetudini del necessario, e la presa di coscienza che il superfluo ogni tanto diventa necessario, e il necessario qualche volta si sorprende superfluo. Anche nel progetto di un libro di architettura. A 16 anni dalla fondazione di Barreca & La Varra a Milano – ma forti di una collaborazione ormai quasi trentennale – nella seconda monografia dello studio, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra “mettono in ordine” il loro lavoro ammettendo il disordine.
Edito in italiano con inglese a fronte, il volume Il superfluo e il necessario. Architetture di Barreca & La Varra si sviluppa lungo un indice inaspettato di capitoli, ispirato al libro Altre inquisizioni di Jorge Luis Borges, nel quale lo scrittore argentino immagina un’enciclopedia cinese che enumera e cataloga le specie animali. Un indice di 17 capitoli che raccontano 76 progetti (per un totale di 262 illustrazioni e 31.286 parole), con testi redatti dagli stessi Barreca e La Varra, che invitano il lettore a una riflessione attenta ma permettono anche uno sguardo distratto.
In tre ore oppure tre minuti, è possibile iniziare a leggere il regesto, dal fondo, oppure immergersi nei disegni e nelle fotografie dei progetti e tornare poi al saggio introduttivo, o perdersi tra i manifesti che introducono i vari capitoli. Un approccio non ordinato, simile a una passeggiata in una città mai visitata, alla scoperta di sorprese inaspettate: quello che gli autori vorrebbero succedesse anche con i loro edifici, una volta affidati alla città.
«La città è il contrappunto necessario di interventi che, nel nostro intento, non sono mai oggetti ma frammenti che completano, innesti che intensificano, tasselli che desiderano essere lì da sempre. […] Il superfluo è il nocciolo del nostro lavoro, non l’inutile, non il gratuito. Il superfluo è un modo di sfiorare, senza possibilmente caderci, il confine tra ritratto e caricatura. […] Un atteggiamento aperto sul linguaggio architettonico, la continua tensione a costruire architettura della città e una attenta esplorazione del margine tra ciò che è essenziale e ciò che può apparire utilmente superfluo, sono i modi con cui il nostro lavoro si è dispiegato».
Testo a firma dei progettisti, tratto dall’introduzione al volume
Il lavoro dell’architetto come costante oscillazione tra le tentazioni del superfluo e le consuetudini del necessario, e la presa di coscienza che il superfluo ogni tanto diventa necessario, e il necessario qualche volta si sorprende superfluo. ... Read More