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“I preferiti di Marino”: l’anima immortale di un filantropo

Fino al 2 giugno in mostra 40 opere della collezione privata di Golinelli

Diverserighestudio

“I preferiti di Marino”: l’anima immortale di un filantropo
Scritto da Redazione The Plan -

Un’instancabile passione per l’arte per comprendere, attraverso essa, l’essenza della realtà, una personalità poliedrica, una multiforme curiosità per la scienza e l’innovazione hanno segnato l’intera vita di Marino Golinelli. Ognuno di questi caratteri della sua personalità oggi può essere apprezzato immergendosi nella mostra inedita allestita all’interno del Centro Arti e Scienze Golinelli, visitabile dal 2 febbraio al 2 giugno: I preferiti di Marino il suo titolo, che comprende 40 opere della sua collezione privata e che rappresenta solo la prima tappa di un viaggio attraverso il suo patrimonio personale che continuerà anche nei prossimi anni. Ci sono i grandi maestri del Novecento e dell’arte contemporanea in questa mostra, che in tanti casi Golinelli ha incontrato direttamente e per i quali ha viaggiato chilometri e chilometri pur di portare a casa un’opera da custodire: Giacomo Balla, John Baldassarri, Emilio Isgrò e Maurizio Galimberti (presenti all’anteprima dedicata alla stampa), Nicola Samorì (anch’egli presente e già protagonista della mostra Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi) e Giovanni Bortolani. Ma i nomi sono anche tanti altri. Con un approccio multiculturale e multidisciplinare, Marino Golinelli e sua moglie Paola hanno dato vita a un corpus complessivo di oltre 700 opere in grado di coniugare una visione globale e locale, ma nulla sarebbe stato possibile senza la loro propensione a viaggiare, a incontrare persone e a conoscere culture anche molto distanti da quella italiana. Hanno viaggiato dall’Africa all’Asia, passando per le grandi capitali dell’arte contemporanea d’Europa e d’America.

«Questa mostra è solo la prima tappa di un progetto espositivo che negli anni a venire offrirà al pubblico del Centro Arti e Scienze l’occasione di apprezzare, attraverso letture critiche e prospettive differenti, la ricchezza dell’eredità culturale e della visione multidisciplinare di Marino Golinelli – ha spiegato il presidente della Fondazione Golinelli, Andrea Zanotti –. Queste mostre permetteranno anche la realizzazione di percorsi educativi coerenti con l’offerta formativa che l’Opificio Golinelli mette a disposizione degli studenti di ogni età, una preziosa occasione di integrazione del curriculum didattico STEAM, già messo in atto nella nostra Scuola delle Idee Marino Golinelli».

 

Il percorso espositivo

I preferiti di Marino Photography by Giovanni Bortolani, courtesy of Fondazione Golinelli

La mostra, il cui allestimento architettonico è stato curato da diverserighestudio di Simone Gheduzzi, riflette l’evoluzione di una collezione che ha accolto, accanto a opere di grandi autori del Novecento, lavori di giovani promesse della scena artistica contemporanea, sia italiana sia internazionale. Golinelli ha sempre preferito all’appellativo “collezionista” quello di “ricercatore”, una parola quest’ultima che pone l’accento sull’importanza dell’arte come chiave per decifrare il mondo e svelarne i significati più reconditi; dunque non come mera raccolta di oggetti o come investimento. L’esposizione si articola in cinque tappe: Dall’idea alla materia; Dall’Idea all’oggetto; Da ieri a domani; La funzione e la sua negazione; Proiettare il presente nel futuro.

 

Il futuro non finisce mai di iniziare di Marcello Maloberti

I preferiti di Marino IL FUTURO NON FINISCE MAI DI INIZIARE installazione site specific di Marcello Maloberti

Con l’inaugurazione della mostra I preferiti di Marino è stata svelata anche l’installazione site specific firmata da Marcello Maloberti all’esterno dell’Opificio Golinelli, particolarmente spettacolare la notte con il favore del buio. Si tratta di una monumentale installazione al neon, di 3 x 2 metri dal titolo Il futuro non finisce mai di iniziare.

La frase proietta lo sguardo di chi la osserva verso il concetto di un futuro perenne, contrassegnato da un susseguirsi di inizi, e mai da una fine: è un futuro ancora inimmaginabile, in via di evoluzione, carico di potenziale.

Riflettendo la relazione tra arte e scienza – binomio inscindibile tanto caro a Marino Golinelli – sempre aperta a nuovi scenari possibili di sperimentazione e azione, l’opera si caratterizza per il bianco del neon, elemento neutro che racchiude in sé tutti i colori e costruisce un istante, un momento di incontro con il pubblico. La parola si fa luce. L’installazione diventa così un atto poetico, schiacciato sul piano visivo della parola. Le aste retrostanti che sostengono il lavoro si pongono come le righe di un quaderno sul quale prende forma la poesia.

 

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Credits

Luogo: Bologna
Allestimento architettonico: diverserighestudio
Date: dal 2 febbraio al 2 giugno 2024
Lighting design: Alessio Guerra
Progetto grafico: Studio Sonnoli
Proposte didattiche: Dipartimento educazione collezione Peggy Guggenheim

Individual photo credits are included in each gallery image

 

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