L’atto stesso del progettare può – e deve – essere un gesto di responsabilità, una scelta responsabile e sostenibile nei confronti del Pianeta, dell’uomo, delle città, della natura. In questo, i materiali rappresentano un tassello fondamentale. Di questo si è parlato nel corso del Cafè della Stampa organizzato da THE PLAN nel corso della 40esima edizione del Cersaie, la fiera internazionale della ceramica e dell’arredobagno. Per questo 2023, il titolo scelto per il talk, moderato dal co-fondatore e direttore di THE PLAN, Nicola Leonardi, è stato appunto I materiali dell’architettura: il progetto come scelta responsabile: è a partire da questo spunto che si sono confrontati tre protagonisti del mondo dell’architettura italiana e internazionale come Miguel Casal Ribeiro, partner di Lissoni Casal Ribeiro (la divisione di Lissoni & Partners che si occupa di masterplan, architettura e paesaggio), Ines Bovone, partner di Coima Image (società di consulenza che offre servizi di architettura, interior design e space planning) e Giuseppe Tortato, fondatore dello studio di progettazione Giuseppe Tortato Architetti.
Scandagliare quelle che possono essere alcune delle più significative «scelte responsabili» di uno studio e di un architetto – in questo caso focalizzate sull’individuazione dei materiali più adatti – vuol dunque dire inserirsi al di sotto dell’ombrello della sostenibilità del proprio lavoro e delle sue ripercussioni sulla vita di tutti i giorni. I materiali, in dialogo con forma, contesto, storia di un luogo e con tutte le altre parti integranti di un progetto, hanno la forza, del resto, di raccontare la storia di uno spazio, di parlare dell’identità dello studio e del committente. Da qui, dunque, la convinzione di Miguel Casal Ribeiro di un protagonismo dei materiali legato «al tipo di progetto – ha sottolineato –, a seconda che il punto di partenza sia un interno, un esterno, una riconversione». Talvolta, però, i materiali hanno anche la forza di diventare una sorta di matrice del progetto, come nel caso di The Middle House descritto da Casal Ribeiro, un hotel a Shanghai concluso nel 2018. «Un’architettura di nuova costruzione con un’importante narrativa degli interni – ha aggiunto l’architetto –, caratterizzata da un’imposizione di partenza: tutti i materiali e gli arredi dovevano essere Made in China. Per questo abbiamo vestito un po’ i panni di Marco Polo, viaggiando per varie zone della Cina e andando a conoscere diversi artigiani locali. È stata una ricerca legata alla cultura locale e alle loro modalità di lavorazione dei materiali. Conoscenze che sono poi state declinate secondo il nostro stile, così da ottenere un progetto personale frutto di un dialogo con le persone che quei luoghi li vivono. La narrativa del progetto è nata da questo dialogo, da questa contaminazione reciproca e dalla volontà di apprendere nuove conoscenze ma anche di trasmettere la propria personalità. Negli interni, per esempio, sono state scelte lastre dal motivo a bamboo, a pavimento altre nere riflettenti».
I materiali e di conseguenza il loro protagonismo possono essere legati anche alla logica di riuso funzionale di un edificio, così come sottolineato da Ines Bovone: «Un caso è il progetto per il villaggio olimpico di Milano Cortina 2026, il cui concorso è stato vinto da SOM e per cui Coima firmerà gli interni. Si tratta di un progetto di riuso, perché anche i sei nuovi edifici dedicati agli alloggi per gli atleti nasceranno già in un’ottica di recupero, per diventare in futuro studentati. Le tecnologie utilizzate sono per questo prefabbricati metallici per le strutture verticali, prefabbricati in cemento per i solai, moduli X-Lam per le facciate. La realizzazione sarà molto veloce, ma con una mentalità di riuso funzionale e, allo stesso tempo, di riuso costruttivo di materiale».
Non molto diverso nemmeno il ragionamento portato avanti da Giuseppe Tortato che, da una parte, ha affrontato il tema dell’architettura capace di invecchiare bene, dall’altra, di una progettazione autoprotettiva (volendo riprendere una definizione dello stesso studio): «L’obiettivo è progettare edifici sempre più belli man mano che invecchiano, ma belli anche appena realizzati – ha sottolineato l’architetto –. Rigenerare è già un gesto di sostenibilità, ma è un paradosso riciclare materiali solo perché è l’edificio a essere durato solo vent’anni».
Nel loro modo di procedere nella progettazione, due elementi assumono la forza maggiore: «La scelta dei materiali e la loro forma – ha specificato ancora Tortato –. Si parte con i materiali ritenuti adeguati per poi arrivare, in alcuni casi, a opzioni finali diverse per rispondere a esigenze contingenti senza tuttavia perdere la forma, la cui forza espressiva non viene annullata. La scelta del materiale è fondamentale, ma è tutto insieme con il resto, non è possibile dividere materiale ed edificio, quindi anche contesto».
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