Condurre un’indagine sull’abitare, sulla trasformazione degli spazi domestici e del loro significato nella società contemporanea: è questo l'obiettivo della mostra Home Sweet Home che Triennale Milano presenta in occasione del suo centenario. L'esposizione è pensata da Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale, con progetto di allestimento di Captcha Architecture.
Un viaggio percorribile fino al 10 settembre 2023, che parte dalla storia dell’istituzione e delle sue Esposizioni Internazionali per arrivare ai nostri giorni, nei quali l’idea di casa è stata totalmente rivoluzionata: basta pensare alla pandemia, che in poco tempo ha cambiato la concezione dei luoghi dell’abitare, non più esclusivamente destinati alla sfera familiare ma interfacciati sul mondo esterno e sulla natura circostante.
«In occasione del suo centenario, Triennale Milano propone una riflessione su un tema, oggi più che mai, di stringente attualità. Affrontare temi quali casa e lavoro, maschile e femminile, produzione e riproduzione, spazio pubblico e spazio privato è diventato imprescindibile per una seria e attenta riflessione sulla progettazione dell’ambiente domestico, che non può non partire da un’attenzione costante all’accessibilità delle informazioni e all’inclusività.»
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano
Non solo di luoghi, dunque, intende trattare la mostra: dalla trasformazione dei ruoli di genere all’evoluzione del rapporto con la natura, fino alla crescente influenza della tecnologia sul modo di abitare. Perché è da questi cambiamenti che dovrebbe partire una nuova concezione del progettare e del pensare gli spazi domestici.
Per stimolare questa riflessione, Triennale Milano ha pensato a cinque sezioni storiche tematiche, vere e proprie incursioni negli archivi storici della Triennale stessa, sviluppate in dieci ambienti totali site-specific con installazioni progettate da alcuni tra i più interessanti studi di architettura, gruppi e centri di ricerca internazionali. Tra questi, Assemble Studio, Céline Baumann, Matilde Cassani, Canadian Center for Architecture (CCA), DOGMA, MAIO, Sex and the City, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Lacaton & Vassal Architectes e Diller Scofidio + Renfro.
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«Una mostra di mostre sulla casa»: è così che la curatrice Nina Bassoli ha definito Home Sweet Home, un’esposizione che intende riflettere sul ruolo dell’architettura come medium per un dialogo comune, ponendo al centro i nostri bisogni più autentici e gli spazi da progettare.
Le opere in mostra sono state selezionate per mettere in luce l’importanza del progetto architettonico, non più legato allo spazio soltanto in termini materici e volumetrici, ma anche in un'ottica sociologica, scientifica, storica, artistica, politica. All’architetto viene chiesto di sperimentare tutti gli ambiti della società, e dunque non solo quelli architettonici, ma anche quelli comunicativi ed espositivi: in questo senso, il ruolo del progettista donna è sempre più evidente, in quanto in grado di enfatizzare una sensibilità diversa e più attenta verso la natura e l’ambiente.
«Intima e universale al tempo stesso, la casa è stata l’oggetto di indagine più sensibile ai cambiamenti culturali, politici e sociali, che, fin dalle prime Esposizioni Internazionali, passando per le sperimentazioni delle case nel Parco degli anni Trenta, l’ottimismo modernista della ricostruzione, il boom economico, le esperienze postmoderne, decostruttiviste e infine il pluralismo contemporaneo, si sono materializzati in sperimentazioni audaci in grado di veicolare nuovi linguaggi, nuove aspirazioni etiche e nuovi programmi per l’architettura. Oggi, l’opera di architette, architetti e gruppi di ricerca contemporanei fa emergere con forza una nuova sensibilità, dove il lavoro di cura è da intendere come azione fondante dell’abitare, ovvero del processo di costruzione dello spazio e dell’architettura.»
Nina Bassoli, curatrice della mostra
L’allestimento, realizzato da Captcha Architecture, ha ripreso e ricomposto in un nuovo assetto il materiale esposto in esposiioni passate: oggetti cui si è voluto dare una seconda vita, riutilizzandoli in veste diversa, come ad esempio i dispositivi di supporto per le sezioni storiche, formati da gambe provenienti da vari tavoli espositivi conservati nei magazzini di Triennale.
Sono cinque le sezioni storiche tematiche scelte per il percorso espositivo che mette in fila i cento anni della storia dell’istituzione, nata nel 1923 , all’interno dei quali sono inseriti dieci ambienti site-specific, vere e proprie mostre nella mostra.
Si parte da Casa ludens, a cura di Gaia Piccarolo, dedicata ai temi del relax e della cura di corpo e anima, per la quale DOGMA propone L’architettura della longhouse, una riflessione tipologica in grado di descrivere come la separazione tra spazi per la vita e per il lavoro, tra sfera pubblica, privata e rituale, sia una costruzione recente e per niente scontata.
La natura è di casa, a cura di Annalisa Metta, è la sezione che indaga il rapporto tra natura e spazio domestico. Qui Il parlamento delle piante d’appartamento, un’installazione interspecie della paesaggista Céline Baumann, indaga il ruolo della natura all’interno delle mura domestiche e il senso della cura reciproca.
Abaco di finestre, a cura di Maite García Sanchis, esplora invece in chiave curiosa e innovativa il tema della finestra, dispositivo di mediazione ambientale e di controllo. Per questa sezione, Matilde Cassani ha pensato La gabbia degli orsi. Un diorama per esseri umani, opera “quasi” teatraleche si interroga su come lo spazio aperto possa essere addomesticato.
L’angelo del focolare, curata dal gruppo di ricerca Sex & the City (Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro), si occupa di rivedere i ruoli di genere che da sempre sono legati alla sfera domestica: all’interno di questa sezione, il gruppo inserisce un’installazione di grande impatto intitolata Caro, bastava chiedere.
Per finire, Cucinare all’italiana 1923-2023, a cura di Imma Forino, mette in scena lo spazio della cucina come ambiente in grado di rivelare le trasformazioni sociali nel tempo. Qui troviamo lo studio MAIO, che propone un prototipo di cucina urbana, Urban K-Type, frutto di una profonda ricerca sul ruolo politico della cucina come luogo di emarginazione, di condivisione o di possibile emancipazione. Sempre legata a questo tema è Assemble Loves Food, dove Assemble Studio inscena una tavolata con venti coperti, luogo della condivisione quotidiana del lavoro e del pranzo del collettivo, rivendicando il valore pragmatico, ma anche urbanistico e politico del progettare, del vivere e del costruire insieme.
A fianco delle cinque macro sezioni storiche, Triennale Milano inserisce altre installazioni e opere dedicata ell’evoluzione degli ambienti domestici in senso lato. Il Canadian Center for Architecture propone A Section of Now, estratto di una recente mostra a Montréal che invita a riflettere su come l’architettura possa supportare i rapidi, radicali cambiamenti della nostra società, e la relativa instabilità di nozioni come famiglia, longevità, proprietà, lavoro, tecnologia. Maria Giuseppina Grasso Cannizzo costruisce Lifespan, installazione di disegni che riprendono la nozione di progetto come riadattamento e reinvenzione di una condizione preesistente.
La mostra si chiude con Trasformare, non demolire, un vero e proprio “manifesto ecologico e politico” che rimarca sulla vita oltre la demolizione, incentrato sulle trasformazioni dei Grands ensemble francesi a opera di Lacaton & Vassal.
Va segnalato infine Inside-out: la finestra sul giardino, il riallestimento di un’opera concepita nel 1986 nell’ambito della 17esima Esposizione Internazionale da Diller + Scofidio per Il progetto domestico. Restauro necessario, data l’attualità del tema, di cui si è uccupato il Dipartimento di Conservazione e Restauro di Triennale Milano in collaborazione con la Scuola di Restauro di Botticino e con la supervisione dello studio Diller Scofidio + Renfro.
Dates: 12 May – 10 September 2023
Curator: Nina Bassoli
Exhibition design: Captcha Architecture, Margherita Marri e Jacopo Rosa con Luca
Monaco
Historic sections: Florencia Andreola, Imma Forino, Maite García Sanchis, Annalisa Metta,
Azzurra Muzzonigro, Gaia Piccarolo
Site-specific projects by: Assemble Studio, Céline Baumann, CCA – Canadian Centre for
Architecture, DOGMA, MAIO, Matilde Cassani Studio, Sex & the City
Works by: Diller + Scofidio, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Lacaton & Vassal