EXPO Dubai 2020, i padiglioni di Francia e Marocco
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I padiglioni di Francia e Marocco a EXPO Dubai 2020

Un abito di luce che si chiama Lumiére e l'albero di Argan del Sahara stupiscono con estro

Celnikier & Grabli Architects | Atelier Perez Prado | Tarik Oualalou

EXPO Dubai 2020, i padiglioni di Francia e Marocco
Scritto da Redazione The Plan -

A EXPO Dubai 2020 ogni padiglione è un mondo a sé, immersivo e affascinante, ma visitando l'esposizione (da casa o di persona) non si può fare a meno di volgere lo sguardo ai padiglioni francese e marocchino. Nel primo a dominare è la “luce”, sintetizzata nel titolo L’inspiration à la vitesse de la lumière  (in inglese “Lightspeed Inspiration”), mentre nel secondo tutto ruota attorno a un generoso albero di argan, emblema del patrimonio naturale e culturale del paese. Ecco in anteprima alcuni highlights dei padiglioni di Francia e Marocco.

 

La Lumière del padiglione francese

La Lumière, la luce, è il tema architettonico principale da cui si sviluppa l'intero padiglione della Francia per EXPO Dubai 2020. Declinato in diverse forme, accoglie i visitatori e li guida in un'esperienza di scoperta e conoscenza del paese, delle sue innovazioni, dei suoi talenti e delle sue risorse. Il progetto del padiglione è dell'Atelier Perez Prado e Celnikier & Grabli Architects e si ispira alla storia dei grandi padiglioni concepiti per le Esposizioni Universali e per gli eventi internazionali. L'obiettivo dei progettisti era quello di superare i confini usuali di un edificio arrivando a fondere materia e luce.

Il padiglione è interamente rivestito da una pelle metallica ricoperta di LED, un vero e proprio "abito di luce" che riceve ed emette immagini nel corso della giornata e delle stagioni. Allo stesso tempo, quello che gli architetti hanno realizzato è un “riparo comune”, un luogo che protegge i visitatori dalle alte temperature del deserto anche mentre sono in coda nell'area pianeggiante antistante il padiglione stesso in attesa dell'ingresso.

L'edificio è alto 21 metri ed è organizzato in due livelli. Il pianoterra, a cui possono accedere tutti, offre un percorso esperenziale e immersivo per far scoprire a tutti i visitatori "l'art de vivre à la française", la cultura, i talenti del paese e le sue innovazioni in merito ai 17 obiettivi fissati per lo Sviluppo Sostenibile. Il piano superiore è invece riservato agli operatori professionali e agli eventi previsti nella programmazione del padiglione: proiezioni, mini-esposizioni, dibattiti e workshop che hanno come filo guida sempre i 17 obiettivi dell'agenda 2030.

Va sottolineato il fatto che il padiglione, premiato per il raggiungimento del livello Gold della certificazione Leed, è completamente smontabile e ne sarà possibile il riuso in diverse modalità. Da un punto di vista energetico, il padiglione produce il 60% dell'energia che consuma e sono state adottate diverse iniziative per contenere il consumo di acqua potabile e riciclare più dell'85% dei rifiuti prodotti.

 

Terra cruda e argan, ecco il padiglione marocchino 

Il Marocco si presenta con un padiglione realizzato in un materiale tanto antico quanto innovativo: la terra cruda, per rendere omaggio al suo savoir faire artigianale e alle sue tecniche di costruzione tradizionali, tutte più che idonee alla sostenibilità ricercata dall’architettura contemporanea. L'idea, sostenuta dal progettista e architetto Tarik Oualalou, mira infatti a enfatizzare la terra cruda come efficace isolante, in grado di contribuire attivamente al condizionamento dell’edificio. Sulla facciata anche l’albero di argan, dalle riconosciute proprietà cosmetiche e nutrizionali, ha un ruolo predominante nel progetto del padiglione. 

L'albero di argan è stato scelto in quanto emblema del patrimonio naturale e culturale marocchino. Endemico del Marocco, questo albero produce olio di argan, cattura CO2, combatte la desertificazione, promuove il lavoro delle donne e offre un modello di agricoltura sostenibile e solidale. 

 

>>> Scopri com'è fatto il padiglione Italia di EXPO DUBAI 2020 progettato da Italo Rota e Carlo Ratti

Courtesy of Boegly+Grazia photographers (Sergio Grazia & Luc Boegly)

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