«Ogni edificio è un’intrusione nel regno vegetale ed è una sfida alla natura: dobbiamo ideare un’architettura che si ponga come l’incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruzione, progettando edifici così intrinsecamente connessi all’ambiente circostante che non sono in grado di districarsi gli uni dagli altri». Queste parole dell’architetto Emilio Ambasz sono una buona sintesi dello spirito con cui è stata concepita la rassegna museale Emerging Ecologies: Architecture and the Rise of Environmentalism, in calendario dal 17 settembre 2023 al 20 gennaio 2024 al Museum of Modern Art di New York. Si tratta infatti della prima mostra, composta di 150 opere di diversi importanti architetti del panorama internazionale, pensatori e pionieri dell’ecologismo, per esaminare e per riflettere sul rapporto tra architettura e movimento ambientalista negli Stati Uniti, ma è anche la prima rassegna realizzata dall’Istituto Emilio Ambasz per lo studio congiunto dell’ambiente costruito e naturale (Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and Natural Environment), nato in seno al MoMA nel 2020 grazie a una donazione della Legacy Emilio Ambasz Foundation (Leaf).
Tra le 150 opere in mostra ci saranno dunque sia progetti architettonici realizzati sia non realizzati, importanti per aver anticipato, ispirato, affrontato e sviluppato le tematiche ambientali ed ecologiche negli Stati Uniti a partire dagli anni Trenta del Novecento fino agli anni Novanta; il tutto attraverso modelli, fotografie, diagrammi, schizzi e altri materiali d’archivio quali poster, volantini, video e articoli che, in anticipo sui tempi, hanno dimostrato di avere sensibilità nei confronti di temi come l’inquinamento, l’esaurimento delle risorse naturali, la tutela della biodiversità attraverso un approccio innovativo, audace e a tratti distopico. Ma guardare al passato, a circa sessant’anni di progettazione e di ricerche, non è un gesto fine a se stesso, è al contrario una strategia di ricerca per individuare soluzioni possibili per il futuro e per la convivenza equilibrata tra ambiente costruito e artificiale con quello naturale.
I lavori di Emilio Ambasz saranno accompagnati da quelli, tra gli altri, di Frank Lloyd Wright, James Wines, Richard Buckminster Fuller, Beverly Willis: l’obiettivo ultimo, dunque, sarà di condivide una serie di pensieri sul rapporto tra uomo e natura, aiutando a considerare come le opere in mostra possano far comprendere il ruolo dell’architettura nel mitigare i cambiamenti climatici.
Non solo la rassegna museale, ma anche la nascita stessa del Istituto Emilio Ambasz per lo studio congiunto dell’ambiente costruito e naturale saranno un’occasione preziosa per il Department of Architecture and Design del MoMA di «creare il dibattito e promuovere il necessario cambiamento nel campo della progettazione per un futuro più giusto ed ecologico – ha concluso Martino Stierli, curatore capo del settore Architecture and Design del Museum of Modern Art –, dato che l’ecologia e la crisi climatica in corso sono le sfide più drammatiche del nostro tempo, non solo per l’architettura, ma per l’intera umanità».
Location: MoMa, New York, USA
Organization: MoMa and Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and Natural Environment
Date: From September, 17th, to January, 20th
All images courtesy of MoMa
Portrait by Wade Zimmerman, courtesy of Emilio Ambasz