Un numero record. Con quasi 3.000 visitatori tra architetti, designer e studenti provenienti da più di 20 diversi Paesi si è chiusa la settimana inaugurale della Biennale Architettura di Tallinn, in calendario fino al 20 novembre 2022 all’Estonian Centre for Architecture e in altre sedi della capitale. Sarà forse anche per la natura del tema proposto, Edible; Or, The Architecture of Metabolism, complesso al pari dei problemi che si pone l’obiettivo di affrontare. Questa sesta edizione, infatti, curata da Lydia Kallipoliti e da Areti Markopoulou, in collaborazione con l’advisor locale Ivan Sergejev e l’assistente curatoriale Sonia Sobrino Ralston, si chiede se sia possibile immaginare un’architettura capace di produrre risorse, “digerire” i propri rifiuti e autodecomporsi. In altre parole, come sarebbe possibile arrivare ad accostare la disciplina alla vita del pianeta, alla crescita dei suoi organismi, al loro sostentamento e alla loro risposta ai cambiamenti dell’ambiente esterno.
«Oggi, in un contesto di crisi globali interconnesse (l’emergenza climatica, quella sanitaria e l’aumento delle disuguaglianze sociali), è fondamentale pensare a un mondo circolare, a un uso circolare delle risorse – hanno sottolineato i curatori Kallipoliti e Markopoulou –. È sempre più importante pensare a come produrre il cibo e alla sua provenienza, a come la sua produzione all’interno delle città e la sua ridistribuzione potrebbero modellare le vite delle persone e le infrastrutture. L’Estonia è uno degli epicentri più sviluppati al mondo dal punto di vista digitale e la mostra curatoriale Edible potrebbe ispirare a guardare ancora più lontano verso soluzioni innovative, capaci di riformare i territori urbani al pari di Tallinn».
La mostra inaugurale Edible, in particolare, si è posta proprio l’obiettivo di immaginare nuovamente il sistema di produzione e di consumo del cibo attraverso la capacità dell’architettura di dare forma ai processi metabolici. Ecco che i progetti selezionati per questa mostra hanno esplorato i principi di alleanza e interdipendenza tra le specie, la circolarità e la territorialità; progetti suddivisi poi in cinque diverse aree tematiche: Metabolic Home, From Brick to Soil, Food and Geopolitics, The Archaeology of Architecture and Food Systems e Future Food Deal. Quest’ultima, in particolare, si è configurata come una sorta di libreria espositiva di manuali, libri di cucina, disegni a tratti visionari e manifesti su come l’architettura possa rispondere al problema, tra gli altri, dell’approvvigionamento alimentare, in un’epoca di crescente urbanizzazione.
«La speranza è dunque quella di rivelare, attraverso le varie installazioni, come l’architettura costruisca, distribuisca e sfrutti questa potenzialità dell’upcycling dei materiali, delle alleanze tra le specie, della biopolitica», hanno concluso i curatori.
Fino alla fine di novembre, tante altre saranno le mostre, le installazioni e i talk, complessivamente incentrati sulla circolarità e su un nuovo modo di concepire il rapporto tra uomo, architettura e natura.
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Location: Tallin, Estonia
Head curators: Lydia Kallipoliti (Greece/USA), Areti Markopoulou (Greece/Spain)
Local Advisor: Ivan Sergejev (Estonia)
Assistant Curator: Sonia Sobrino Ralston (USA)
Date: September 7th – November 20th, 2022
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