Sono diventati amici durante gli anni di scuola superiore, al Malpighi di Bologna, e hanno fondato un’azienda di design e di innovazione, che è anche una bottega contemporanea di tecnologia e artigianato, e ora, dopo aver vinto già numerosi premi nazionali e non solo, sono stati nominati tra i vincitori del premio America Innovazione 2025, assegnato dalla Fondazione Italia Usa a startup e piccole e medie imprese italiane sul mercato globale. Ma questo, appunto, non è che l’ultimo importante traguardo di Egoundesign, lo studio bolognese fondato nel 2020 da Tiffany Melchioni, Federico Redaelli, Edoardo Melchioni e Luca Marcadent. Il loro lavoro è un’unione di design, autoproduzione e manifattura sperimentale, che concepisce ogni progetto come un gesto narrativo, frutto dell’interazione tra materia, tecnica, visione e immaginazione.
Tutto è partito, appunto, nel 2020, quando il team under 35 è riuscito a dare concretezza a un progetto del grande architetto visionario Achille Castiglioni, un progetto rimasto su disegno e in qualche prototipo in legno non funzionale. Si tratta, nello specifico, delle penne dell’ultimo progetto di Castiglioni che, nell’ormai lontano 2001, realizzò insieme all’amico e architetto Gianfranco Cavaglià come sperimentazione per l’impugnatura: per due decenni questo set di matite e penne è rimasto custodito all’interno dell’archivio Castiglioni, per poi essere riportato alla luce, e soprattutto alla realtà, grazie al contatto tra i figli dello stesso architetto e designer con il team di Egoundesign. Grazie alla stampa 3D, dunque, è nata la serie Cento3, facilmente riconoscibile per la sua forma trilobata e composta da tre diversi elementi: una stilografica tascabile, una micromina meccanica per il disegno tecnico e una sorta di matitone multifunzionale che può essere una matita, un evidenziatore, un pastello o un pennello per acquerelli.
La stessa forma trilobata torna poi in Sibi, la seduta-tavolino-contenitore luminoso multifunzionale presentato al SaloneSatellite 2023, come anche in TRILObyME, un astuccio, un kit creativo, un atelier portatile d’uso quotidiano. È quest’ultimo a cogliere l’eredità di Cento3. Nel 2024 è invece nato Zefiro, un vaso realizzato in PLA biobased tramite stampa 3D, caratterizzato da una sottile e allo stesso tempo statuaria vela di carta che lo avvolge. Un elemento distintivo che si chiude con un’asola nella parte superiore, trattenendo il lembo del foglio e potenziando lo slancio della composizione: un gesto che trasforma la pulizia formale in dinamismo. Lo stesso vale per la luce portatile Billa: i magneti integrati all’estremità consentono di posizionare la lampada su superfici metalliche senza supporti aggiuntivi e con grande libertà d’uso. In più, il corpo illuminante è multifunzionale e ospita all’interno del rivestimento in resina un comodo scomparto, perfetto per tenere a portata di mano piccoli oggetti d’uso quotidiano.
Sempre del 2024 è la serie di tazzine – o anche semplici contenitori – realizzata con la prima macchina che stampa 3D in ottone grazie alla collaborazione con una azienda specializzata di Sasso Marconi. Il nome della collezione è Voronoi «e trae ispirazione da un viaggio fatto in Asia – ha spiegato Marcadent –: in quei luoghi è facile incontrare bambini, ma anche adulti e anziani, costruire torri di pietre in equilibrio l’una sopra l’altra. Una vera e propria arte di cui abbiamo voluto riprendere gli stilemi». Il progetto ha vinto il terzo premio al SaloneSatellite Award 2024.
Infine, a Euroluce 2025, Egoundesign ha presentato Isole, una nuova serie luminosa per introdurre un linguaggio più contemporaneo e orientato al design, capace di unire qualità estetica, semplicità produttiva e versatilità d’uso. Ne è nato un sistema modulare che, oltre alla leggerezza visiva e alla componibilità, introduce una dimensione di interazione con l’utente, cifra distintiva dello studio.
Foto: © Egoundesign