Vivere nuove esperienze è un passaggio fondamentale nell’esistenza di ogni essere umano, una necessità primaria che oggi, dopo oltre un anno di restrizioni dovute alla pandemia, si avverte più che mai. Uno degli aspetti più affascinanti dell’architettura è proprio la possibilità di creare esperienze per le persone a cui è destinato lo spazio che si progetta. In effetti, architetti e designer progettano non solo uno spazio, ma anche un tempo, che può essere quello della quotidianità o della vacanza, della casa o dell’ufficio: in ogni caso, una porzione di vita. Un tempo durante il quale gli abitanti, i lavoratori o gli avventori sono immersi nello spazio architettonico, che influenza le loro azioni e a sua volta si lascia influenzare da esse.
C’è dunque una corrispondenza diretta tra la sperimentazione del progettista e l’esperienza dell’utente finale, in cui l’architetto riveste il ruolo del demiurgo che plasma un percorso multisensoriale. Sono diversi gli strumenti a disposizione dell’autore di questo processo creativo, con infinite possibilità di combinazione: dalla scelta dei materiali all’utilizzo della luce, dal dialogo con il contesto alla presenza di elementi naturali. Tutte queste sfaccettature trovano la massima espressione nell’interior design, che rappresenta il cuore del progetto di architettura, il momento in cui si svela finalmente il concept suggerito dall’involucro esterno e gli utenti entrano nel vivo dell’esperienza.
Un’esperienza in cui sono chiamati a calarsi anima e corpo, al pari dei protagonisti di un romanzo. Succede ad esempio al “Can Bordoy - Grand House and Garden”, un boutique hotel nel centro storico di Palma di Maiorca, dove lo studio spagnolo OHLAB propone agli ospiti di soggiornare nell’albergo come se fosse una casa. L’hotel nasce infatti dal restauro di un’antica abitazione abbandonata, che rivive insieme all’ampio giardino, animato da una vegetazione ricca e varia. In questa reinterpretazione contemporanea, la storia dell’edificio non viene nascosta o sminuita, ma anzi è raccontata e valorizzata. Il risultato è uno stile eclettico, nel quale l’artigianato locale e l’antiquariato vengono accostati ad arredi già presenti nell’edificio, mobili moderni accuratamente selezionati e pezzi disegnati su misura dai progettisti.
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Mentre gli ospiti dell’hotel Can Bordoy sono invitati a vivere un’esperienza storica nel tessuto urbano, i dipendenti e i visitatori della nuova sede di Triodos Bank a Driebergen-Rijsenburg, nei Paesi Bassi, si ritrovano completamente immersi nella natura. L’edificio si inserisce infatti nel bosco circostante con tetti verdi e uno sviluppo curvilineo che segue le traiettorie di volo dei pipistrelli. Le facciate vetrate assicurano la continuità percettiva tra il paesaggio e gli ambienti interni, disegnati dallo studio Ex Interiors con forme organiche e colori naturali che creano continui rimandi al bosco. Seguendo questa metafora, l’intera costruzione è stata realizzata in legno: un’architettura sostenibile, con una minima impronta di CO2.
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Grazie alla varietà di stanze e di funzioni, complice anche la mancanza dell’azione degli agenti atmosferici, nella progettazione degli ambienti interni architetti e designer sono liberi di spaziare nell’universo dei materiali, alla ricerca di soluzioni e combinazioni innovative, per esprimere appieno la propria ispirazione, rispondendo al meglio alle esigenze della committenza. Allo stesso tempo, non si può prescindere da quello che succede in facciata e nel contesto dell’intervento. Questo è evidente, ad esempio, nello studio della luce naturale, che arriva dall’esterno, ma rappresenta un fattore fondamentale nella progettazione degli interni, sia per la valorizzazione degli ambienti sia per il benessere psico-fisico degli utenti.
La luminosità, insieme alla generosità delle superfici, è uno degli elementi alla base del concept per le residenze di lusso in Kamran Street n°4 a Teheran (Iran). Gli appartamenti, infatti, godono di vetrate a tutta altezza che si aprono su una terrazza della lunghezza di 10 m, affacciata a sud. In termini di colori e materiali, il progettista Hadi Teherani utilizza un lessico in realtà molto sobrio. Negli alloggi, il parquet in rovere scuro è abbinato a imbottiti dai colori tenui, porte in legno laccato bianco opaco e tocchi di finitura bronzata. Nella lobby all’ingresso dell’edificio viene invece ripreso il travertino della facciata, che dialoga con vasche di acqua. Proprio da questa sobrietà nasce l’eleganza del progetto, che fin dall’esterno, passando attraverso le aree comuni, per arrivare agli appartamenti, avvolge gli abitanti in un’atmosfera di pace e comfort.
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L’intimità della residenza lascia il posto al glamour del retail e della ristorazione nello spazio multifunzionale “Social house by Xintiandi” a Shangai (Cina). Qui i progettisti di Kokaistudios accompagnano i visitatori in un viaggio che coinvolge mente, anima e corpo, anche grazie alla presenza di installazioni audiovisive. Il disegno degli interni è caratterizzato da un’estetica elegante e femminile, che abbina il legno chiaro, il bianco e le finiture dorate degli espositori ai colori pastello degli imbottiti. Un concept volto a portare dentro agli ambienti la vitalità e il lifestyle della metropoli. Filo conduttore di questo percorso immersivo attraverso moda, profumeria, libri e altro ancora, è la metafora del giardino, raccontata nel susseguirsi delle quattro stagioni, a ognuna delle quali è dedicato un settore dello spazio commerciale.
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Se la ricerca dell’eccellenza è il presupposto di base di tutti questi progetti, la frontiera è rappresentata dalla creazione di un’esperienza esclusiva. Allora viene da chiedersi: oggi, nel secolo successivo alla coniazione del concetto di postmoderno, in un mondo dove la globalizzazione è ormai assodata e la sostenibilità ambientale è riconosciuta come un’esigenza imprescindibile, come si possono definire – e magari superare – i parametri della sperimentazione e della ricerca progettuale? Nell’epoca della digitalizzazione e della transizione ecologica, quali sono le esperienze che gli architetti e i designer saranno chiamati a creare nella società post-pandemia?
Ne parleremo in occasione della Panel discussion "Creating experiences" durante il Forum Perspective Virtual Northern Europe, in programma per il 18 e 19 maggio 2021.