ostruzione chiesa della Divina Provvidenza Leopoli non si ferma con la guerra
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Quel cupolino dorato che racconta la generosità della comunità, costruito sotto le bombe di Leopoli

La costruzione della chiesa della Divina Provvidenza non si è fermata nemmeno allo scoppiare della guerra

Mario Botta Architetti

ostruzione chiesa della Divina Provvidenza Leopoli non si ferma con la guerra
Scritto da Redazione The Plan -

A Leopoli si costruisce e si bombarda. Si è costruito anche nel periodo peggiore della guerra in Ucraina, con lavori in corso e sirene in sottofondo. È una storia di speranza e di profondo senso della vita quella della chiesa della Divina Provvidenza progettata dall’architetto Mario Botta, un emblema di come l’architettura presupponga un’attitudine positiva al futuro. L’epopea e le tappe che hanno portato alla fase attuale di questo edificio religioso, situato all’interno di un più ampio complesso comprendente anche un monastero e un centro polifunzionale per bambini fortemente voluto e commissionato da Don Egidio Montanari per la congregazione Don Orione, l’ha raccontata lo stesso architetto di origine svizzera all’interno del programma del Cersaie 2022 di Bologna. Costruire la pace il titolo della conferenza moderata dallo storico dell’architettura, architetto e professore Fulvio Irace, conclusione alla quale si è arrivati toccando numerosi progetti di Mario Botta – altre chiese, una moschea, una sinagoga e altri – tutti legati a doppio filo dal profondo valore sociale e comunitario.

«Si è continuato a lavorare sotto le bombe – ha raccontato Mario Botta – con il cupolino rovesciato sulla sommità della cupola che è riuscito a essere posizionato e a sopravvivere proprio tra sirene e bombardamenti. È quasi sorprendente pensare che in tempo di guerra si possa ancora lavorare, ma la motivazione arriva dagli operai stessi: “Noi dobbiamo vivere. Per noi il lavoro è pane, per i nostri figli e le nostre famiglie. Per questo si lavora, anche in tempo di guerra”. Attraverso i media si è abituati a vedere i disastri, la distruzione, la morte. Il peggio della guerra. Ma c’è anche un altro lato, quello della sopravvivenza. Un lato molto commovente, perché nonostante le difficoltà si continua a vivere. Si continua ad avere una speranza, una speranza di vita che è forse più forte che in tempo di pace».

 

Le fasi del progetto: dal 2009 a oggi

Monastero, chiesa della Divina Provvidenza e centro polifunzionale, Mario Botta Architetti Foto cantiere, courtesy of Mario Botta Architetti

I primi passi del lungo viaggio compiuto – e non ancora concluso – di questo progetto sono stati mossi nel 2009, con il sopralluogo dell’area messa a disposizione per quell’iniziativa voluta dai sacerdoti orionini, ovvero ridare dignità e servizi ai poveri della periferia. Un’occasione propizia di sperimentazione e di confronto professionale, una strategia di ricucitura urbana con misure, proporzioni e materiali in grado di offrire una maggiore qualità per lo spazio di vita, in primis delle bambine e dei bambini, persone con disabilità o fragilità economiche destinatarie del futuro centro polifunzionale. La prima fase dei lavori veri e propri si è conclusa nel 2014 con la realizzazione del monastero, che grazie a un porticato sarà collegato alla chiesa e al centro polifunzionale. Quest’ultimo verrà realizzato in una terza fase, ancora tutta da affrontare insieme alla sistemazione delle aree esterne e dei campi da gioco. Ora si sta dunque attraversando la fase centrale dei lavori per la costruzione della chiesa, una struttura per 400 fedeli circa in conformità con gli stilemi della liturgia orientale e per celebrazioni di rito ucraino-greco-cattolico. Da qui la presenza dell’iconostasi.

La chiesa è caratterizzata da un volume unico a pianta centrale modellato con dieci cappelle al perimetro e da una cupola dalla struttura grezza dalla quale entra la luce. Nella cupola stessa si è data forma a una «volontà di apertura – ha aggiunto ancora l’architetto – come avviene nel Pantheon». Il meccanismo del pieno e del vuoto dato dal vetro e dal calcestruzzo, poi, si stempera con un rivestimento in listelli di legno.

Sulla sommità della cupola, il cupolino-lanternino dorato: «La doratura è arrivata quasi all’improvviso – ha raccontato Mario Botta – e ha del commovente. Si è arrivati a sottolineare come sarebbe stato opportuno avere l’oro, le cui proprietà lo fanno invecchiare bene sulla superficie. Non una tintura. In tempo di guerra, gli abitanti della periferia hanno raccolto i propri reperti e oggetti d’oro, per poi portarli affinchè venissero fusi. Questo cupolino, quindi, è un dono della comunità, di queste periferie disadorne che, però, trovano nel cupolino finale il segno della propria generosità. Tutto l’oro donato è stato esaminato e poi fuso. Il cupolino, ora, parla alla e della comunità raccontando della loro stessa ricchezza». Sicuramente anche etica.

 

La cupola, un simbolo di protezione

Monastero, chiesa della Divina Provvidenza e centro polifunzionale, Mario Botta Architetti Foto cantiere, courtesy of Mario Botta Architetti

Ed è proprio nella forma stessa di questa chiesa che Fulvio Irace ha trovato un richiamo, anche valoriale, alla cupola del Brunelleschi che tutti i fiorentini custodisce. E, del resto, come ha aggiunto Mario Botta, «non si può costruire contro gli altri uomini, ma solo per gli altri uomini». Costruire vuol dire dare forma e donare a una collettività qualcosa che prima non c’era, è un esempio plastico di un gesto di offerta e di verità: «L’architettura è un riflesso, uno specchio veritiero e talvolta impietoso della realtà – ha continuato Mario Botta –. Compito dell’architetto è trasformare la natura in cultura».

Il complesso di Leopoli è solo un esempio di questo approccio etico alla professione e alla società abbracciato dall’architetto, come lo sono gli altri progetti presentati al Cersaie: la sinagoga cymbalista e centro dell’eredità ebraica di Tel Aviv, l’Arca di Noè di Gerusalemme per far giocare insieme bambini palestinesi e israeliani, la basilica di Namyang di Seoul, la moschea di Yinchuan e tante altre strutture del sacro. Tanti modi, non ideologici, di costruire la pace. Anche per questo vale la pena prendere in mano una matita e progettare.

 

>>> Scopri tutto sul Cersaie 2022.

 

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Credits

Location: Leopoli, Ukraine
Architect: Mario Botta Architetti
Completion: in progress
Client: Don Egidio Montanari per la congregazione religiosa Don Orione

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