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Cosa vedere a Venezia durante la Biennale Architettura 2025

Eventi, mostre e installazioni che ruotano intorno alla 19. Mostra Internazionale di Architettura, curata da Carlo Ratti e visitabile fino al 23 novembre ai Giardini, all'Arsenale e a Forte Marghera

Cosa vedere a Venezia durante la Biennale Architettura 2025
Scritto da Redazione The Plan -

Eventi, mostre, installazioni: sono centinaia le iniziative in programma nell'ambito, o sullo sfondo, della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Curata dall’architetto e ingegnere Carlo Ratti e intitolata Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva., la Biennale Architettura 2025 è visitabile fino al 23 novembre 2025 ai Giardini, all'Arsenale e a Forte Marghera.

Ecco i consigli di THE PLAN sulle iniziative da non perdere a Venezia in questi mesi.

 

"Gateway to Venice’s Waterway" di Norman Foster Fondation e Porsche

Porsche e Norman Foster Foundation, 'Gateway to Venice’s Waterway' © Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia

© Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia


L’installazione Gateway to Venice’s Waterway, collocata all’Arsenale accanto alla storica gru Armstrong Mitchell, segna l’esordio della collaborazione tra la Norman Foster Fondation e Porsche, ed è parte dell’ottava edizione di The Art of Dreams, iniziativa artistica che dal 2021 offre alla casa automobilistica tedesca l’opportunità di collaborare con artisti e designer in tutto il mondo, esplorando il sogno come motore creativo.

Lunga 37 m, la struttura ideata dalla Norman Foster Foundation insieme a Porsche interpreta il tema della mobilità urbana attraverso un linguaggio che intreccia architettura, design e ingegneria. Richiamando l’iconica rete di ponti venezianaGateway to Venice’s Waterway si configura come un hub sperimentale per la mobilità elettrica, concepito per un contesto urbano tanto delicato quanto simbolico. L’installazione è un manifesto concreto di sostenibilità: la struttura in alluminio leggero è progettata per minimizzare l’impatto ambientale, la superficie esterna si anima attraverso un rivestimento dinamico a basso consumo, i materiali impiegati sono in gran parte riciclati, abbinati a sistemi costruttivi sostenibili.

 

"Un Fiore a San Servolo": l'anfiteatro di MCA nel cuore della Laguna

MCA - Mario Cucinella Architects, 'Un fiore a San Servolo' © Niccolò Baccega, courtesy MCA

© Niccolò Baccega, courtesy MCA


L'anfiteatro progettato da MCA - Mario Cucinella ArchitectsUn Fiore a San Servolo, si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione dell’isola di San Servolo, da anni punto di riferimento per la cultura, l’innovazione e la formazione internazionale. Situata nel cuore della Laguna di Venezia, San Servolo fu un tempo convento, poi ospedale militare con annessa farmacia storica e successivamente manicomio, fino a divenire oggi un vivace centro culturale e di ricerca che ospita ogni anno oltre 100 eventi.

L'anfiteatro a firma di Mario Cucinella, inaugurato lo scorso 23 maggio, è stato costruito assemblando quasi 800 blocchi modulari, suddivisi in 62 diverse tipologie. Ogni elemento è stato realizzato tramite un processo di stampa 3D utilizzando un materiale a base di calce naturale. Il progetto è stato sviluppato a partire da un modulo base, progettato per lavorare ad incastro e creare una struttura autoportante. Il concept nasce dalla volontà di creare uno spazio di relazione e condivisione: come la corolla di un fiore, l'opera dialoga senza interruzioni con l'ambiente naturale circostante. Il fondale visivo dell'anfiteatro è rappresentato dall’isola di San Lazzaro degli Armeni, che diventa parte integrante della percezione spaziale. Il progetto nasce nell'ambito della manifestazione VID Venice Innovation Design e la struttura è destinata a restare a disposizione della comunità dell'isola.

 

"Canal Café", il Leone d'Oro della Biennale Architettura 2025

Diller Scofidio + Renfro, 'Canal Café' © Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia

© Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia


In parte bar e in parte laboratorio, Canal Café attinge l’acqua dalla laguna di Venezia per creare il miglior espresso d’Italia. Il progetto dello studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro, vincitore del Leone d'Oro per la miglior partecipazione alla 19. Mostra Internazionale di Architettura, si spinge sotto la superficie fotogenica della città trasformando queste acque salmastre, che suscitano timori di contaminazione e inondazioni, nel confortante aroma del caffè, simbolo dell'italianità nel mondo.

Un sistema ibrido di depurazione naturale-artificiale accelera gli effetti depurativi delle zone umide di marea, rendendo potabile l’acqua del canale. Dopo un complesso percorso, l’acqua viene dunque purificata, mineralizzata e trasformata in espresso. Il sistema idrico è costantemente monitorato, testato e mantenuto per garantire un approvvigionamento continuo di acqua sicura e pulita. Canal Café dimostra come la città di Venezia possa fungere da laboratorio per immaginare nuovi modi di vivere sull’acqua, invitando inoltre a future riflessioni speculative su questa e altre lagune.

 

"Cool Forest" di SCAPE apre una finestra sul futuro clima di Venezia

SCAPE, 'Cool Forest' © Marco Zorzanello, courtesy of La Biennale di Venezia

© Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia


Realizzata dallo studio SCAPE di Kate Orff, l'installazione Cool Forest esplora i temi del surriscaldamento urbano, dell’adattamento e della biodiversità. Come una finestra sul futuro clima di Venezia, Cool Forest trasforma l’Arsenale in un percorso interattivo: l'installazione presenta alberi che si sono adattati al clima più caldo e secco, favorendo la migrazione delle piante in quanto essenziale per progettare paesaggi resilienti, mentre sensori integrati monitorano la crescita delle piante, i cambiamenti e il calore. L'obiettivo è quello di evidenziare il potere del paesaggio come infrastruttura climatica essenziale, non soltanto a Venezia, ma nelle città di tutto il mondo.

Progettata in collaborazione con il team dell'agronomo Marco Scano e con il Dipartimento di Architettura del Paesaggio della Harvard Graduate School of Design, l'installazione è foderata con tronchi di cocco, che fungono da comodi posti a sedere all'ombra. La vegetazione sarà riposizionati nella città e nella laguna dopo la chiusura della mostra.

 

Matteo Thun rende omaggio all'enciclica di papa Francesco "Fratelli Tutti"

Matteo Thun & Partners, 'Fratelli Tutti' © Gionata Xerra, courtesy Matteo Thun & Partners

© Gionata Xerra, courtesy Matteo Thun & Partners


Matteo Thun & Partners
porta a Venezia l'installazione Fratelli Tutti: allestita all'Arsenale e ispirata all'omonima enciclica di papa Francesco, l’opera intende omaggiare i valori universali di amore e pace, condivisi dalle religioni di tutto il mondo. L'installazione è stata realizzata con il legno di recupero di una baita abbandonata a Pavicolo, sulle Alpi altoatesine, e si propone come un punto d’incontro sia fisico sia metaforico, invitando il pubblico a fermarsi a pensare ai valori che legano l’umanità.

Il legno recuperato riflette il passare del tempo e la resilienza della tradizione. Riutilizzando questo materiale proveniente da un fienile in disuso, l’opera ne evidenzia il potenziale di rinnovamento e trasformazione, rendendo omaggio alle sue origini e ricordando al pubblico i cicli della vita e i tanti modi in cui l’umanità è legata al mondo naturale. Al termine della Biennale Architettura, Fratelli Tutti raggiungerà la sua destinazione finale sulle Alpi, a 2.000 m di altitudine.

 

Pininfarina, newcleo e Fincantieri presentano un reattore di quarta generazione a grandezza naturale

Reattore nucleare TL-40 © Agnese Bedini - DSL Studio, courtesy Pininfarina, newcleo e Fincantieri

© Agnese Bedini - DSL Studio, courtesy Pininfarina, newcleo e Fincantieri


Tre eccellenze italiane – Pininfarinanewcleo e Fincantieri – presentano alla Biennale di quest'anno una proposta radicale: cambiare la percezione dell’energia nucleare attraverso la cultura del progetto. Alle Corderie dell’Arsenale, il pubblico è invitato a esplorare per la prima volta una riproduzione a grandezza naturale del reattore nucleare TL-40, cuore tecnologico della visione di newcleo per una fissione sicura, sostenibile e compatta. Il progetto, che unisce design d’avanguardia, innovazione tecnologica e visione industriale, mira a superare le paure e i preconcetti che circondano il nucleare, restituendogli una nuova centralità nel discorso sulla decarbonizzazione e sul futuro dell’energia.

L’elemento centrale dell’esposizione è il reattore TL-40 di newcleo, un sistema di nuova generazione raffreddato a piombo liquido. Grazie al contributo di Pininfarina, l’oggetto si trasforma in un artefatto estetico e simbolico, pensato per affascinare e incuriosire, e per rendere tangibili i principi fisici e scientifici che ne regolano il funzionamento.

 

Ripararsi sotto il "Chinese Paper Umbrella" di MAD

MAD, Chinese Paper Umbrella © demone, courtesy MAD

© demone, courtesy MAD


Ispirata al tradizionale ombrello cinese in carta oleata, l’installazione Chinese Paper Umbrella realizzata da MAD è allestita all'esterno del Padiglione della Cina all'Arsenale, anch'esso a cura di Ma Yansong. L'opera rappresenta un omaggio a questa antica arte, e definisce uno spazio all'aperto al riparo da sole, pioggia e vento. Chinese Paper Umbrella utilizza la carta Xuan come materiale principale, rivestendola più volte con olio di tung per renderla sia traslucida e resistente all’acqua.

Entrando all'interno della struttura, i visitatori si ritrovano immersi in una luce mutevole, che crea un gioco di ombre e bagliori, con una lieve differenza di temperatura rispetto all'esterno. Nei giorni caldi e secchi, è prevista l'attivazione di un sistema di nebulizzazione integrato che, posizionato sulla sommità della struttura, raffresca l’aria sottostante. Con il tempo, la carta oliata ingiallisce naturalmente e si consuma sotto l’azione degli agenti atmosferici, sottolineando il carattere effimero dell'installazione.

 

"Water Parliaments: Projective Ecosocial Architectures" ai Docks Cantieri Cucchini

Catalonia in Venice - Water Parliaments: Projective Ecosocial Architectures © Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

© Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia


La mostra Water Parliaments: Projective Ecosocial Architectures studia le relazioni di interdipendenza tra esseri umani e non umani e i sistemi idrici su cui si fondano, con l'obiettivo di aggiornare immaginari e prospettive collettive su come costruire un equilibrio ecosociale tanto urgente quanto necessario. La mostra, a cura di Eva Franch i Gilabert, Mireia Luzárraga e Alejandro Muiño, prende vita ai Docks Cantieri Cucchini e si inserisce nell'ambito degli Eventi Collaterali della Biennale Architettura.

L'allestimento trasforma uno spazio storicamente utilizzato per la cantieristica navale in una sorta di "parlamento acquatico", dove esplorare il ruolo fondamentale dell'acqua come risorsa vitale e agente culturale. Il progetto di ricerca coinvolge esperti provenienti da vari ambiti e da diverse forme di sapere: custodi della terra e del mare, scienziati che lavorano per comprendere o trasformare i territori geologici, climatici, biologici e idrici, insieme ad attivisti, artisti e designer del settore pubblico e privato.

 

Il padiglione Rolex di Mariam Issoufou

Mariam Issoufou, Rolex Pavilion © Matthieu Gafsou, courtesy Rolex

© Matthieu Gafsou, courtesy Rolex


Progettato dall’architetta nigeriana Mariam Issoufou, il Rolex Pavilion è stato realizzato affidandosi ad artigiani locali e utilizzando metodi di costruzione tradizionali e materiali riciclati. Il progetto si ispira alla forma stessa di Venezia, un’isola divisa a metà dal Canal Grande: la facciata ricorda la lunetta zigrinata di alcuni orologi iconici del marchio; all’interno, il soffitto traslucido e colorato è opera dei maestri vetrai di Murano, mentre l’aggregato che compone il pavimento in terrazzo contiene vetro frantumato, il residuo di lavorazione detto "cotisso".

Il padiglione ospita tre esposizioni, accompagnate da filmati, che illustrano la costruzione stessa del nuovo Rolex Pavilion, uno studio di ricerca condotto a Beirut, la boutique milanese del brand in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, a firma di ACPV Architects, e quella nel quartiere Ginza di Tokyo, disegnata da Curiosity.

 

"Ancient Future: Bridging Bhutan’s Tradition and Innovation" di BIG

BIG - Bjarke Ingels Group, 'Ancient Future' © Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

© Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia


L’esposizione Ancient Future: Bridging Bhutan’s Tradition and Innovation, realizzata dallo studio di progettazione BIG–Bjarke Ingels Group e ospitata all’Arsenale, traduce in forma concreta il progetto del futuro Aeroporto Internazionale di Gelephu, proponendo un dialogo tra il patrimonio artigianale del Bhutan e le possibilità offerte dalla tecnologia contemporanea.

Protagoniste della mostra sono quattro travi in legno lamellare lunghe 3,5 m, incise con il motivo a losanghe che caratterizzerà la struttura dell’aeroporto. Due di queste sono scolpite a mano dagli artigiani bhutanesi Sangay Thsering e Yeshi Gyeltshen, mentre le altre due vengono lavorate da un braccio robotico che ne replica fedelmente i decori, dimostrando nei fatti come la tradizione artigianale possa trovare nella tecnologia un’alleata capace di amplificarne la portata.

A incarnare lo spirito del progetto, tre sculture lignee raffiguranti draghi realizzate da artisti bhutanesi rappresentano il passato, il presente e il futuro del Paese. L’esposizione è accompagnata da un documentario firmato da Laurian Ghinitoiu e Arata Mori che offre uno sguardo poetico sul processo creativo. Al termine della Biennale, le travi scolpite partiranno per il Bhutan, dove segneranno simbolicamente l’avvio dei lavori per l’Aeroporto Internazionale di Gelephu. 

 

"Resourceful Intelligence" di Park alle Corderie dell'Arsenale

Park con Accurat e il Politecnico di Milano, 'Resourceful Intelligence' © Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia

© Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia


Con l’installazione Resourceful Intelligence, gli studi di progettazione Park Associati e Accurat, insieme a un team di studiosi del Politecnico di Milano, indaga strategie per ridurre il consumo di materiali attraverso il riutilizzo e la valorizzazione delle risorse già esistenti nel contesto urbano.

Allestita alle Corderie dell'Arsenale, l'opera combina casi di studio reali con la ricerca scientifica, esplorando il potenziale della decostruzione selettiva e della mappatura urbana dei materiali attraverso due progetti di sviluppo urbano realizzati da Park a Milano. L'iniziativa intende dimostrare come l’ambiente costruito possa diventare una risorsa attiva per la rigenerazione urbana e promuovere l'attivazione di processi fondati su un'idea di circolarità piuttosto che sull'utilizzo di nuove materie prime.

 

"Nature Trilogy": OPEN Architecture racconta l'interconnessione della vita con una video installazione

OPEN Architecture, 'Nature Trilogy' © Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia

© Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia


L'installazione video Nature Trilogy, realizzata da Li Hu e Huang Wenjing di OPEN Architecture insieme al regista Zhang Nan, ruota intorno a tre progetti dello studio OPEN: UCCA Dune Art Museum, Chapel of Sound Sun Tower. Pur con le rispettive peculiarità, tutti e tre questi interventi incarnano temi quali la riverenza per la natura, la resilienza e l’allineamento con i cicli celesti. Nature Trilogy cattura il visitatore in un’esperienza immersiva che punta a creare una consapevolezza dell’interconnessione della vita e del ruolo dell’uomo nel mondo naturale.

 

Il concept di Jean Nouvel per la Fondation Cartier in mostra all’isola di San Giorgio Maggiore 

Rendering del progetto di Jean Nouvel per la Fondation Cartier pour l’art contemporain © Ateliers Jean Nouvel / ADAGP, courtesy Ateliers Jean Nouvel

© Ateliers Jean Nouvel / ADAGP, courtesy La Biennale di Venezia


Il progetto di Jean Nouvel per la nuova sede della Fondation Cartier pour l’Art Contemporain a Parigi, la cui realizzazione dovrebbe essere terminata alla fine dell'anno, è protagonista della mostra allestita negli spazi della Fondazione Giorgio Cini all’isola di San Giorgio Maggiore.

L'edificio storico della Fondation Cartier, in Boulevard Raspail, fu progettato sempre da Nouvel e venne inaugurato nel 1994. Nella mostra allestita presso la Fondazione Giorgio Cini, i visitatori possono scoprire il progetto per la nuova sede, situata al numero 2 di Place du Palais-Royal, di fronte al Louvre, all’interno di un edificio haussmanniano del XIX secolo. Un modello in grande scala dei nuovi spazi rivela il potenziale di un concept che intende l'architettura come uno strumento espositivo dinamico. Un programma pubblico parallelo indaga il concetto di "museo come luogo di sperimentazione architettonica" e il suo ruolo nel plasmare il futuro della disciplina.

 

Le Vele di Scampia reimmaginate dai residenti e dall'IA

CRA - Carlo Ratti Associati, 'Vela Celeste: Reimagining Home' © Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

© Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia


Lo studio CRA - Carlo Ratti Associati, in collaborazione con il Comune di Napoli, presenta l'installazioneVela Celeste. Reimagining Home, allestita nella sezione Intelligenza Collettiva alle Corderie dell’Arsenale. L'opera propone un progetto sperimentale di partecipazione per la rinascita delle Vele di Scampia, che nasce dall’ascolto diretto dei residenti, potenziato dall’intelligenza artificiale, utilizzata per tradurre le testimonianze e le idee della comunità in proposte visive e progettuali per il futuro del complesso.

Alla Biennale, il progetto viene presentato come un modello sospeso e trasparente della Vela Celeste, l'unica destinata a restare in piedi. La demolizione delle Vele Rossa e Gialla, infatti, è stata avviata a marzo, nell'ambito di Re-Start Scampia, il più grande progetto di rigenerazione urbana e sociale di Napoli. «Napoli conferma la sua vocazione di città-laboratorio - commenta Laura Lieto, vicesindaca e assessora all'Urbanistica – dove rigenerazione e inclusione vanno di pari passo, creando un modello replicabile in altri contesti alla ricerca di una rinascita urbana».

 

"Diagrams": il progetto espositivo di AMO/OMA anima gli spazi della Fondazione Prada

Diagrams: A Project by AMO/OMA © Marco Cappelletti, courtesy Fondazione Prada

© Marco Cappelletti, courtesy Fondazione Prada


A Ca' Corner della Regina, sede veneziana di Fondazione Prada, è in scena Diagrams, progetto espositivo ideato da AMO/OMA, lo studio fondato da Rem Koolhaas. La mostra si sviluppa ai piani terra e primo del palazzo settecentesco, con oltre 300 oggetti, tra cui documenti rari, pubblicazioni, immagini digitali e video, realizzati dal XII secolo a oggi e relativi a diversi contesti culturali e geografici. Il materiale è organizzato secondo un principio tematico che riflette le urgenze del mondo contemporaneo.

L'esposizione analizza la comunicazione visiva di dati come potente dispositivo per costruire significati, comprensione o manipolazione, e come strumento pervasivo per analizzare, capire e trasformare il mondo. L’obiettivo è promuovere il dialogo e la riflessione speculativa sul rapporto tra intelligenza umana, fenomeni scientifici e culturali e la creazione e diffusione della conoscenza.

 

L'evento collaterale "Intelligens. Talent. EUmies Awards Young Talent 2025"

Intelligens. Talent. EUmies Awards Young Talent 2025 © Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

© Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia


La mostra Intelligens. Talent. EUmies Awards Young Talent 2025, Evento Collaterale della 19. Mostra Internazionale di Architettura, è allestita negli spazi di Palazzo Mora (Cannaregio 3659) e presenta i progetti finalisti del premio EUmies Awards Young Talent, offrendo uno sguardo sulle ricerche più promettenti nate nelle scuole di architettura europee e internazionali.

EUmies Awards. Young Talent mira a valorizzare il talento di architetti, urbanisti e paesaggisti neolaureati, che saranno responsabili della trasformazione del nostro ambiente nel futuro. I tre vincitori degli EUmies Awards Young Talent – selezionati tra i dodici finalisti, provenienti da undici scuole di sette diversi Paesi europei saranno annunciati il 19 giugno durante la cerimonia di premiazione, nel contesto dell'EUmies Awards Day, sempre a Palazzo Mora.

 

Il Correr di Carlo Scarpa

Carlo Scarpa al Museo Correr Courtesy Archivio Fotografico MUVE

Courtesy Archivio Fotografico MuVe


Fino al 19 ottobre, in concomitanza con la Biennale Architettura, il Museo Correr ospita, al Palazzo delle Procuratie Nuove, la mostra Il Correr di Carlo Scarpa 1953-1960. Nell'esposizione, il racconto dell’architettura e degli arredi scarpiani del museo in piazza San Marco attraverso le immagini tratte dall’Archivio Fotografico MuVe. La mostra, curata da Chiara Squarcina e Andrea Bellieni, conduce una ricognizione analitica di uno dei momenti fondanti della storia espositiva veneziana del Novecento, invitando i visitatori a riflettere sul valore filologico del restauro applicato all’architettura museografica.

La mostra si focalizza in particolare sui due allestimenti realizzati da Scarpa per il museo nel dopoguerra: le sale di Storia veneziana al primo piano (1952-53), che segnarono la riapertura del museo dopo la lunga interruzione bellica, e la Quadreria al secondo piano (1959-60), dove sono custoditi importanti capolavori della pittura veneziana e italiana del Rinascimento. Oltre alle fotografie d'epoca, vengono esposti anche alcuni elementi originali del design di Carlo Scarpa, come vetrine, teche e il celebre cavalletto per i dipinti.

 

"Time Space Existence 2025: Repair, Regenerate, Reuse" ai Giardini della Marinaressa

unEarthed / Second Nature / PolliNATION © Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

© Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia


La mostra Time Space Existence, organizzata da European Cultural Centre, propone il tema Repair, Regenerate, Reuse. Giunta alla settima edizione, la rassegna presenta progetti completati e in corso – che spaziano da opere concettuali, modelli e fotografie a video, sculture e installazioni site-specific – realizzati da più di 207 partecipanti provenienti da oltre 52 Paesi.

Attraverso opere esposte nelle stanze di Palazzo Bembo e Palazzo Mora, e ai Giardini della Marinaressa, architetti internazionali, designer, artisti, accademici e ricercatori si interrogano sul nostro rapporto con lo spazio e il tempo, rielaborando nuovi modi di vivere e ripensando l'architettura attraverso una lente più ampia.

Tra i partecipanti, vi sono The Virginia Tech Honors College insieme a Cloud 9, con il progetto unEarthed / Second Nature / PolliNATION, incluso tra gli Eventi Collaterali della 19. Mostra Internazionale di Architettura, e lo studio Elemental del premio Pritzker Alejandro Aravena, che presenta un progetto abitativo carbon neutral.

 

Le opere di due artiste caraibiche nell'ex Chiesa di San Lorenzo

Tessa Mars, 'A call to the ocean' © Iacopo Salvi, courtesy TBA21–Academy

Tessa Mars, "A call to the ocean". © Jacopo Salvi, courtesy TBA21–Academy


Gli spazi della ex Chiesa di San Lorenzo, sede di Ocean Space, centro globale di ricerca per la tutela degli oceani guidato da TBA21–Academy, ospitano la mostra Otras montañas, las que andan sueltas bajo el agua (altre montagne, dissolte sotto l’acqua). Curata da Yina Jiménez Suriel, la mostra espone opere inedite delle artiste caraibiche Nadia Huggins e Tessa Mars, che si concentrano sul rapporto che la loro regione caraibica ha con l’oceano, indagando il rapporto tra organismi viventi e ambiente.

Nella video installazione A shipwreck is not a wreck, Nadia Huggins invita il pubblico ad attraversare il relitto di un’imbarcazione arenata dove entità umane e non – come rocce, coralli, grosse meduse gelatinose e mangrovie – fanno dell’oceano il loro luogo di sviluppo e fermentazione. L’installazione pittorica A call to the ocean di Tessa Mars si compone di una serie di tele che raccontano formazioni montuose sopra il livello del mare, passeggiando tra le quali si incontrano figure che sembrano immerse in un sonno profondo, coinvolte in mutamenti formali e strutturali.

 

Il ristorante ABC Zattere di Fosbury Architecture

Fosbury Architecture, Ristorante ABC Zattere © Giacomo Bianco, courtesy Scuola Piccole Zattere

© Giacomo Bianco, courtesy Scuola Piccole Zattere


Tra i luoghi che vale la pena visitare a Venezia durante la Biennale, c'è anche il ristorante ABC Zattere di Fosbury Architecture, inaugurato l'8 maggio scorso. L’intervento prosegue il lavoro dello studio, che ha curato il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2023, nella definizione funzionale ed estetica degli spazi di Scuola Piccola Zattere, ente non-profit per la ricerca e la formazione continua nel campo espanso delle arti contemporanee. Cuore del progetto è la corte, pensata come spazio integrato nell’ecosistema di Scuola Piccola e come un luogo di incontro per eventi culturali e momenti di socialità. 

Il progetto di Fosbury per il nuovo ristorante intende mediare tra i codici architettonici contemporanei e la memoria storica veneziana, attraverso una selezione di materiali e dettagli che richiamano i luoghi di convivialità della città. Tra questi, la boiserie ispirata agli storici caffè veneziani, la pavimentazione che rievoca la tradizionale mattonata degli spazi pubblici – arricchita da scarti di vetro che richiamano il seminato veneziano – la panca lineare in pietra d’Istria, recuperata dal restauro delle Galeazze dell’Arsenale e la pergola, ispirata al baldacchino mobile della Scuola Grande di San Rocco.

 

L'evento collaterale "Projecting Future Heritage: A Hong Kong Archive"

Projecting Future Heritage: A Hong Kong Archive © Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

© Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia


La mostra Projecting Future Heritage: A Hong Kong Archive, uno degli Eventi Collaterali della Biennale Architettura, è organizzata dall'Hong Kong Institute of Architects Biennale Foundation (HKIABF) insieme all'Hong Kong Arts Development Council, con la partnership dell'Hong Kong Institute of Architects (HKIA).

Il progetto espositivo, curato da Fai AU, Ying ZHOU e Sunnie LAU, è diviso in due parti. Nel cortile del Campo della Tana, un osservatorio sull’ambiente costruito della città contemporanea segue il know-how dell'impalcatura di bambù, metodo di costruzione praticato a Hong Kong e già parte dell’economia circolare. Sempre nel cortile, vengono proiettati video brevi sull’ambiente costruito contemporaneo di Hong Kong. All’interno dell’ex magazzino, viene presentata una raccolta di tipologie edilizie, spazi urbani e infrastrutture, plasmate nei decenni formativi del dopoguerra, ma considerate obsolete e quindi oggi spesso demolite, evidenziando invece il potenziale di riuso di questi edifici.

 

L'evento collaterale "NON-Credo: l’intelligenza di Taiwan nella precarietà"

NON-Credo: Intelligenza di Taiwan nella Precarietà © H2O Studio, courtesy National Taiwan Museum of Fine Art

© H2O Studio, courtesy National Taiwan Museum of Fine Art


Ispirata al tema della Biennale Architettura 2025 e alla teoria dei “non-luoghi” di Robert Smithson, la mostra NON-Credo: l’Iitelligenza di Taiwan nella precarietà è curata dalla National Cheng Kung University (NCKU) ed è ospitata al Palazzo delle Prigioni. Evento Collaterale della 19. Mostra Internazionale di Architettura, l'esposizione analizza le "non-credenze" di Taiwan riguardo ai chip di TSMC, all'alta velocità e alla ricerca incessante di efficienza, forze che stanno rimodellando il funzionamento del mondo in un contesto globalizzato e geopoliticamente instabile.

Attraverso progetti realizzati da squadre di ricercatori, architetti, designer e un regista documentarista, la mostra presenta l’ambiente costruito dell’isola di Taiwan come composto da aggregazioni localizzate di zone di contatto connesse digitalmente e democraticamente paradossali. Taiwan Intelligens of Precarity individua in questi mondi aggregati una prima linea di resistenza planetaria all’autocrazia autoritaria e di adattamento ai cambiamenti climatici.

 

L'evento collaterale "Rooted Transience: AlMusalla Prize 2025"

Rooted Transcience: AlMusalla Prize 2025 Courtesy Diriyah Biennale Foundation

Courtesy Diriyah Biennale Foundation


L’Abbazia di San Gregorio ospita la mostra Rooted Transience, curata da Faysal Tabbarah, nell'ambito del ricco programma di eventi culturali promossi dal Ministero della Cultura dell’Arabia Saudita. Rooted Transience presenta i progetti finalisti e il vincitore dell’AlMusalla Prize 2025, premio internazionale lanciato dalla Diriyah Biennale Foundation (DBF), che riguarda la progettazione di musalla, spazi temporanei destinati alla preghiera e alla riflessione, aperti a tutti.

Evento Collaterale della 19. Mostra Internazionale di Architettura, Rooted Transience mette in evidenza la natura polivalente di tali spazi, esponendo frammenti architettonici a grandezza naturale di On Weaving, il progetto vincitore: una struttura formata da un cortile centrale circondato da una sala di preghiera e realizzata, in omaggio alla tradizione saudita, servendosi degli scarti di palme da dattero come materiale da costruzione. Il padiglione è stato realizzato da EAST Architecture Studio in collaborazione con l’artista Rayyane Tabet e la società di ingegneria AKT II.

 

>>> I padiglioni nazionali da non perdere alla Biennale Architettura 2025

 

In copertina: SCAPE, "Cool Forest". © Marco Zorzanello, courtesy La Biennale di Venezia
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