È il grande giorno del cinema Modernissimo: un luogo “sparito” per 15 anni, da quel 2007 in cui smise di accogliere gli amanti del cinema nel cuore di Bologna, per generazioni conosciuto come Arcobaleno. Ma dalla mente dei bolognesi (e probabilmente non solo) in realtà non se n’è mai andato e oggi è tornato ad aprirsi in uno splendore ritrovato grazie a un lungo e ambizioso progetto di restauro. L’attesa è finalmente finita e per celebrare la nuova vita di questo spazio tra via Rizzoli e piazza Re Enzo da oggi, 21 novembre, fino alla fine del mese sono già in programma proiezioni, incontri e dialoghi con attori, registi, protagonisti del grande schermo come Marco Bellocchio, Wes Anderson, Paola Cortellesi, Mario Martone, Alice e Alba Rohrwacher, Giuseppe Tornatore e tantissimi altri (l’intero programma, completo di ospiti, è disponibile sul sito della Cineteca, che ha curato il cartellone di questo festival inaugurale e ha voluto il restauro di questo gioiello liberty). L’invito è a entrare in questa sala moderna e confortevole, la cui mente progettuale è quella dello scenografo Giancarlo Basili, per respirare l’atmosfera di inizio Novecento valorizzata con le più recenti tecnologie.
«In questo luogo la Storia dialogherà con il presente e viceversa – ha sottolineato il direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli –, guardando al contempo al futuro. A fine febbraio sarà probabilmente pronta anche la pensilina firmata da Mario Nanni che renderà ancora più evidente la volontà dell’intero progetto, che è quella di unire il Modernissimo con il Sottopasso di via Rizzoli. Un luogo, questo, che si trova sotto piazza Maggiore, dunque all’altezza della città romana, eppure si è nel presente. Chi al mondo possiede un posto così bello?».
Per annunciare alla città la riapertura di questo spazio votato all’arte cinematografica, in controtendenza con la lunga scia di chiusure degli ultimi anni (non solo a Bologna), è stato ristampato il manifesto della primissima inaugurazione di questo stesso cinema nel lontano 1915: è stato prodotto e stampato esattamente come 108 anni fa. È come se il tempo si fosse fermato ad allora o, in alternativa, se fosse tornato indietro fino ai primi del Novecento. E in effetti, rientrare oggi al Modernissimo è come compiere un viaggio nel tempo a cavallo di due secoli, anche e soprattutto grazie al direttore artistico del restauro, Giancarlo Basili, famoso scenografo che ha per esempio firmato quella de L’amica geniale. Il perché per ricoprire questo incarico sia stata scelta una figura come la sua e non quella di un architetto l’ha spiegato il direttore Farinelli:
«La struttura architettonica del Modernissimo era già data, mentre noi avevamo bisogno di un artista che ci facesse sognare e facesse del Modernissimo il luogo della sorpresa, che ci facesse entrare in quest’Atlantide del cinema. Giancarlo Basili ha seguito un doppio binario: da un lato, ha mantenuto le tracce originali rimaste; dall’altro lato, partendo dalle poche fotografie e dai molti disegni del progetto dell’epoca, ha immaginato la realizzazione di un sito di straordinaria bellezza che celebrasse il cinema, mantenendo il sapore di 100 anni fa. A partire dagli anni Settanta abbiamo assistito a un processo di progressiva omologazione delle sale cinematografiche, che agli occhi di noi spettatori appaiono oggi, in tutto il mondo, tutte uguali. Ci siamo mossi in direzione opposta, alla ricerca dell’unicità del Modernissimo».
Il Modernissimo sarà però una sala che andrà oltre la sala cinematografica pura, con i suoi oltre 350 posti: sarà un polo culturale anche per le nuove generazioni, una sorpresa per chi non ha potuto conoscere questo luogo in passato per motivi anagrafici ma anche il posto giusto per (ri)provare quel senso di libertà che il cinema ha saputo a lungo insegnare. A questa interpretazione del Modernissimo ha portato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha anche aggiunto come questo progetto, strettamente connesso con quello del Sottopasso di via Rizzoli tanto da essere considerati nella loro interrelazione una «metropolitana della cultura» (definizione, questa, che arriva dall'artista Alessandro Bergonzoni), è parte integrante della costruzione di un «quadrilatero della cultura»: i diversi musei civici, la Salaborsa, il futuro nuovo teatro Comunale e, d’estate, l’immenso Cinema Sotto le Stelle di piazza Maggiore. Uscendo dal centro storico, poi, non va dimenticato l’archivio Renato Zangheri in via di realizzazione (e in parte di conclusione) all’interno dell’ex parcheggio Giuriolo, dove avrà sede, a partire dalla primavera prossima ed entro un anno e mezzo circa, l’archivio della Cineteca. Il progetto, in quest’ultimo caso, è dello studio bolognese Antonio Iascone & Partners.
Dopo una prima fase di sopralluoghi, progettazione, abbattimento delle strutture superflue e consolidamento di quelle portanti, l’impegno di Basili è passato alla fase di intervento ricostruttivo, che ha riportato alla luce lo splendore originario, nascosto da più di un secolo, della sala del Modernissimo: è così che si è riusciti a riportare in vita quello spirto e l’atmosfera che si dovevano respirare ai primi del Novecento. Missione compiuta, si può dire, e l’attesa non ha deluso le aspettative.
Tutto è partito con uno studio filologico dei reperti stilistici presenti all’interno dei locali di Palazzo Ronzani, per poi coinvolgere il capopittore Mario Marsico nella realizzazione dei decori e degli “oggetti di scena”. Dagli interni del palazzo, rimessi a nudo dopo anni di progressive stratificazioni e ammodernamenti, sono riemersi gli ornamenti del soffitto della sala. Il foyer – liberato dal controsoffitto – rivelava i dipinti che lo adornavano in origine.
Fotografie d’archivio e i progetti d’epoca dello scenografo Gualtiero Pontoni (architetto e scenografo che firmò il progetto di Palazzo Ronzani e dei suoi spazi) conservati dalle famiglie Vasio e Andreazza hanno consentito poi di dettagliare linee e materiali che caratterizzavano gli originari decori della sala del Modernissimo. Una quantità di informazioni, vasta ma frammentaria, che ha costituito per Basili, allo stesso tempo, fonte e sfida reinterpretativa. Sugli studi filologici e stilistici si è innestata la sensibilità inventiva dello scenografo che, nel ridisegnare i soffitti della sala, ha modificato coerentemente forme e colori, optando, tra le altre, per una strategia estetica di ingrandimento dei dettagli, con l’obiettivo di permettere allo spettatore di godere anche a distanza delle forme e dei particolari dei motivi ornamentali dell’alto soffitto. Ne è un esempio emblematico la serie di bellissime piume di pavone. Al contrario, ancora si legge in originale Birra Ronzani.
Da qui risulta evidente quanto i progetti di Pontoni, ricchi di indicazioni numeriche, cromatiche e materiche, siano stati fonte fondamentale di ispirazione per la realizzazione degli oggetti di decoro, dalle balaustre a chiave di violino fino agli elementi luminosi della sala. Per i lampadari a sospensione, per esempio, Basili ha optato per una rilettura in chiave contemporanea degli originali stilemi: la base ottagonale, così come lo sviluppo affusolato del lampadario, nonché la pancia della luce come elemento inferiore (contenuta, la pancia, in una semisfera di vetro violaceo).
Impossibile poi, entrando nella sala del Modernissimo, non rimanere colpiti dalle poltrone rosse della rinnovata platea: è stato lo stesso Basili a progettare il ri-design delle sedute, selezionando un modello convincente dal punto di vista storico e ridisegnando le linee del bracciolo e alcuni dettagli, tra cui la M in rilievo sul retro delle sedie che delimitano la platea. A ogni sedia è stato poi attribuito il nome di un importante personaggio di cinema, cucito direttamente sul tessuto dello schienale nello stile art déco del font dorato LHF Gloria.
«Bologna è ricca di giovani, di studenti, e questo del Modernissimo è un bellissimo esempio di inversione di tendenza – ha sottolineato Marco Bellocchio, regista e presidente della Cineteca di Bologna –, per di più nel centro della città. E poi c’è una programmazione importantissima, con film sia antichi, mitologici, classici, ma anche anteprime. Qui c’è il cinema nel suo complesso, come deve essere secondo la missione di una cineteca in una città dove il cinema è sempre stato potentissimo. Io amo le cose concrete e questo progetto lo è. Spesso vado al cinema negli orari meno frequentati, ma in realtà il bello è frequentarlo quando è gremito di spettatori, così da sentirne le reazioni, il respiro».
Tutto questa a casa non lo si può riprodurre. Ma per andare incontro alle nuove e sempre in evoluzione esigenze del pubblico e per attrarre anche chi, specie negli ultimi anni, ha privilegiato più spesso lo streaming casalingo, le proposte del Modernissimo sono diverse e variegate, in primis la proiezione di un’ora, dalle 13 alle 14, con la possibilità di consumare un pranzo servito dal Caffè Pathé, posto all’ingresso della sala: le due proposte per il pranzo, le CineBox, sono in versione classica o vegetariana e possono essere consumate nel corso della proiezione della rassegna Un’ora sola. Ma altre proposte sono già a disposizione per la colazione o per l’aperitivo.
Va da sé come oggi il Modernissimo possa essere inserito di diritto tra le più prestigiose sale europee (e non solo), tutte restaurate: tra questi il Majestic Theatre di New York, con una capienza che supera le 1.500 persone, il cinema Louxor di Parigi e il Metro Kino di Vienna. Parallelamente, a Londra, la sede dell’accademia inglese di arte cinematografica e televisiva BAFTA è andata incontro a lavori di ampliamento e di ridisegno grazie a un progetto firmato dallo studio Benedetti Architects, il quale ha portato in particolare alla creazione di un piano quasi interamente dedicato all’educazione, all’apprendimento e alla formazione. Il ripristino dei lucernari di epoca vittoriana e degli intonaci decorativi, unito all’inserimento di ampie vetrate hanno portato alla creazione di un nuovo ultimo piano – il quarto –, con nuove sale e un terrazzo affacciato sulla chiesa di San Giacomo. È al piano sottostante, al terzo, e a quello ancor inferire che vi è il Princess Anne Theatre con 227 posti a sedere, affiancato da una sala cinema con altri 41 posti nonché da uno spazio espositivo (la Kenworthy Gallery). Nella ristrutturazione della sede di BAFTA, la flessibilità degli spazi e il loro ulteriore potenziale ampliamento sono stati pensati in ottica di funzionalità futura.
«Nell’entrare qui dentro ho provato davvero un tuffo al cuore. Un tuffo al cuore di grande, grande e immensa emozione», ha sottolineato Gianfranco Lelj, esperto fotografo e tra i più conosciuti e bravi ritrattisti italiani, presente all’inaugurazione del Modernissimo. «Ho cominciato a frequentare questo cinema quando ero ragazzo e ora, vederlo rivivere, mi ha particolarissimamente emozionato – ha continuato –. Emozionato perché qui dentro si realizzano i sogni che ogni anima racchiude. Io amo il cinema, ho lavorato nel cinema e seguito a lavorare nel cinema. Il cinema è un prodigio; un prodigio che nasce dalla mente e dal cuore. Questo è qualche cosa che appartiene all’essere umano; e l’essere umano è la creazione più prodigiosa che ha fatto Dio».
E c’è da crederci, considerato come Lelj abbia lavorato con alcuni dei più grandi nomi della storia del cinema, da Luchino Visconti a Ettore Scola, da Franco Zeffirelli a Federico Fellini. Il regista Mauro Bolognini, inoltre, lo volle in quattro dei suoi film tra cui Fatti di gente per bene; ed è proprio da questa pellicola che sono stati tratti i 35 scatti esposti nella hall del Royal Hotel Carlton di Bologna nel 2014.
«Qui dentro ho ritrovato il passato – ha aggiunto ancora Lelj –. Ho ritrovato un passato, però, proiettato nel futuro, con tutte le iniziative previste. Spero davvero che tutte tali iniziative possano prendere posto, perché è necessario guardare avanti ma non possiamo prescindere da quanto abbiamo vissuto e visto. Aver lavorato con Fellini e Visconti per me è stata un’esperienza incredibile. Fellini era veramente un genio ed era una persona capace di portare avanti le sue idee attraverso la sua mente e il suo cuore. Auguro a questo cinema, rinato da un passato glorioso, perché è stato davvero glorioso, un futuro splendido e meraviglioso».
Location: Bologna, Italy
Project: Giancarlo Basili
Completion: 2023
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