Lo Spazio Mostre Guido Nardi del Politecnico di Milano accoglie Carlo De Carli Corollario, un’esposizione che restituisce centralità all’opera e al pensiero di uno dei maestri dell’architettura e del design italiani del secondo dopoguerra.
Visitabile fino al 7 maggio 2025, la mostra, curata da Lola Ottolini, Margherita De Carli, Claudio Camponogara, Gianni Ottolini e Roberto Rizzi, riunisce materiali originali, in gran parte inediti, per raccontare l’approccio progettuale di De Carli e la sua visione dell’architettura come sintesi tra arte, tecnica e insegnamento.
L’esposizione è organizzata dal Politecnico di Milano con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano e di ADI Lombardia. L’allestimento è firmato Sixplus Architetti, mentre il progetto grafico è di Cristina Ottolini e la comunicazione è curata da in.circle.
Per la prima volta, un numero così rilevante di arredi, disegni, modellini, dipinti e ciclostilati delle lezioni di De Carli viene esposto in un’unica occasione. A questi si aggiungono editoriali scritti durante la direzione delle riviste Il Mobile Italiano (1957-1960) e Interni (1967-1971), biglietti e lettere scambiate con colleghi e amici – tra cui Carlo Mollino, Gio Ponti, Luigi Moretti, Lucio Fontana, Roberto Sambonet, Marco Zanuso, Giovanni Muzio e Mario Sironi – che restituiscono il clima culturale di quegli anni e le relazioni umane e professionali che hanno attraversato la sua lunga carriera.
La mostra si sviluppa attraverso una serie di sezioni tematiche, i “corollari” appunto, che compongono un quadro organico del suo metodo e delle sue ricerche: Il pensiero e le parole, Il regalo della pittura, Corrispondenze di sensi, Attualità dei mobili, Trame espositive, Ricerca in architettura, Il progetto del mobile, L’insegnamento e la scuola.
Un percorso che svela l’unità profonda tra il disegno di una sedia e quello di una casa, entrambi concepiti con attenzione ai gesti quotidiani e al rapporto tra uomo, spazio e oggetto.
Vincitore del primo Compasso d’Oro della storia nel 1954, De Carli ha sempre dimostrato una sorprendente attualità, grazie alla sua capacità di sperimentare l’uso dei materiali e di spingere le tecniche costruttive oltre i limiti consueti.
Alla base del suo lavoro c’è l’idea di Spazio Primario, luogo che trova senso solo attraverso l’azione dell’uomo e la relazione con l’ambiente. Un approccio che oggi torna di grande interesse, in un’epoca nella quale il progetto di architettura è sempre più chiamato a mettere al centro l’esperienza dell’abitare.
Il legame di De Carli con il mondo dell’arte è un altro aspetto centrale del suo percorso. Ha collaborato con artisti come Lucio Fontana, Aligi Sassu e Agenore Fabbri, in quell’intreccio tra arte e architettura che ha segnato le esperienze più avanzate del secondo dopoguerra. Un dialogo testimoniato in modo approfondito anche dalla mostra, che espone anche opere e documenti frutto di queste collaborazioni.
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