È Campo Selvatico di OUTCOMIST il progetto vincitore del concorso indetto per l’elaborazione del masterplan per l'ex scalo ferroviario di Porta Romana a Milano, su cui sorgerà il Villaggio olimpico per i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026.
OUTCOMIST, Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, Gross. Max, Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land, Artelia
Il concorso promosso da Coima, Covivio e Prada Holding in accordo con il Gruppo FS, ha visto un’elevata partecipazione: 47 gruppi composti da 329 società provenienti da 14 Paesi. Sei sono stati i finalisti tra cui BIG - Bjarke Ingels Group e Skidmore, Owings & Merrill e tutte le proposte sono state varie e di alta qualità.
Il progetto rappresenta una grande opportunità per il futuro della città di Milano. Così come sostiene Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ognuno di noi ha un’idea di questa città, è importante che tutti ne abbiano una. Avere una visione futura è in questo periodo ancora più importante.
"Bisogna tenere conto dei trend che attraversano la nostra comunità e quelle internazionali. Città più verdi, più sostenibili, più facili da vivere e più vicine, a cui segue un fondamentale adattamento alle peculiarità di ciascuna realtà".
Giuseppe Sala, sindaco di Milano
Milano è una città importante ma non è una grandissima città, la scommessa su Milano dunque non è scontata. Questo masterplan dimostra la volontà di tutta la comunità di passare dalle parole ai fatti, per arrivare a quel policentrismo che è un tema contemporaneo e un obiettivo centrale per lo sviluppo cittadino nei prossimi anni. Il progetto riesce a mette tutto assieme, trasformando Milano in una città nuova, moderna e verde sul modello delle città in 15 minuti sviluppato da Carlos Moreno.
"Mi piace pensare che questo quartiere diventerà un quartiere per giovani".
Giuseppe Sala, sindaco di Milano
Le trasformazioni degli scali di Milano sono interventi che ridisegnano la città per i prossimi 15 anni connettendo aree isolate e riattivando zone precedentemente poco sviluppate. I 7 scali ferroviari del capoluogo lombardo diventeranno 7 parchi, immaginando una città che affianca lo sviluppo delle infrastrutture con quello delle aree pubbliche e verdi.
Come sostiene Manfredi Catella, Ceo e fondatore di COIMA, il progetto della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana a Milano sarà un simbolo di ricostruzione e innovazione. La sfida è di trasformare lo scalo in un quartiere straordinario.
"Che interpreti ed anticipi l’evoluzione della città con radici profonde nella sostenibilità e nell’innovazione generando bellezza e inclusività".
Manfredi Catella, Ceo e fondatore di COIMA
Un punto fondamentale del masterplan sarà anche quello di prevedere la trasformazione del Villaggio Olimpico, all’interno nell’area, in studentato basato su un nuovo modello residenziale. Non un dormitorio, ma un quartiere vivace integrato con servizi, arte, cultura e co-working, attrattivo per tutti.
Tutte le proposte finaliste hanno sviluppato con grande creatività e diversificazione i cinque criteri delle linee guida del bando ovvero il rispetto di un assetto morfologico complessivo, la progettazione di un sistema del verde e degli spazi pubblici, lo sviluppo di un sistema ecologico, la proposta di strategie innovative in grado di abbattere i gas serra e rivolte al risparmio energetico e infine l’implementazione di un sistema di connessioni sostenibili e integrate.
Ad annunciare il vincitore Campo Selvatico di OUTCOMIST è stato il Presidente della giuria Gregg Jones, design principal, Pelli Clarke Pelli Architects, in diretta web dal sito scaloportaromana.com
"Questa non è la fine del processo, ma l’inizio di uno sviluppo futuro. Il vero vincitore del concorso è Milano e i suoi cittadini a cui è stata data una grande opportunità per reinventarsi e reimmaginare il futuro".
Presidente della giuria Gregg Jones, design principal, Pelli Clarke Pelli Architects
Motivazione
Il progetto fa di un grande spazio verde il baricentro generatore dello sviluppo invertendo i paradigmi urbanistici tradizionali. Attento a ricucire la città posta a nord e a sud il progetto realizza un impianto urbanistico assai chiaro per strategia forma e funzioni e ipotizza il riuso di alcuni edifici, memoria della storia industriale del luogo. La linea verde che connette l’est e all’ovest è uno stimolo per ulteriori interventi di mitigazione della ferrovia
Sempre in diretta, l’architetto Carlo Ratti, architetto e ingegnere Founding Partner di Carlo Ratti Associati, membro del team OUTCOMIST vincitore del concorso, descrive il futuro masterplan dello Scalo di Porta Romana a Milano.
Porta Romana è un collegamento importante perché è al centro della rete ecologica e della rete urbana di Milano.
Il progetto mette insieme le due anime di questa zona della città, quella naturale e quella artificiale. Partendo da est e spostandosi verso ovest si può notare il distretto per uffici che procedendo verso sinistra si trasforma in quartiere residenziale, poi il grande parco che connette la città da nord e sud e infine il Villaggio Olimpico la cui posizione è stata determinata per massimizzare l’efficienza funzionale dello stesso.
Gli spazi verdi sono stati il focus principale di tutto il masterplan.
Due sono le direzioni di sviluppo del verde. Il parco centrale, che si sviluppa da nord a sud e la lunga “linea verde” che percorre tutto il materplan, attraversandolo da est a ovest. Quest’ultima si ispira all’high line di New York, ma in questo caso sarà una vera e propria foresta sospesa. Un esperimento unico nel suo genere.
Una grande diversificazione di funzioni caratterizza il piano terra di tutto il progetto. Questo insieme diversificato di attività e servizi incentiva la mobilità e la connessione nei vari quartieri cittadini, proiettando Milano verso il modello di città in 15 minuti. A questo scopo sono stati sviluppati importanti collegamenti pedonali oltre al potenziamento del trasporto pubblico.
Altri aspetti importanti di Campo Selvatico sono la capacità di prevedere fin dall’inizio l’integrazione tra le componenti fisiche e architettoniche e la loro interdipendenza con le reti digitali. Inoltre l’area comincerà ad attivarsi nel 2026 con le Olimpiadi e diventerà un’occasione anche per sfruttare le zone pubbliche per installazioni temporanee simbolo e centro della ripartenza di Milano. In ultimo la proposta degli architetti vincitori è quella di incentivare l’utilizzo del legno per tutte le strutture che verranno realizzate sul lotto impegnandosi nella riduzione delle emissioni di CO2.
Per la progettazione del Villaggio Olimpico è stato indetto un concorso di architettura al quale hanno partecipato 27 raggruppamenti formati da 71 studi di 9 nazionalità diverse. Il disegno dell’area del Villaggio Olimpico è stato affidato a Skidmore, Owings & Merrill – SOM, lo studio che si era classificato secondo al concorso per il Masterplan. Il Villaggio Olimpico sarà realizzato con edifici più bassi e diffusi armoniosamente, integrato con servizi per creare un quartiere cittadino aperto a una frequentazione intergenerazionale anche attraverso la composizione di spazi pedonali e piazze, ben connesse anche con i nuovi spazi in via di sviluppo e le aree adiacenti allo scalo.
Posizionata nel quadrante sud ovest dello scalo, per una continuità con le funzioni esistenti nell’area e per un equilibrio generale del quartiere, la superficie fondiaria di circa 60.000 mq ospiterà il villaggio degli atleti delle Olimpiadi Invernali 2026 che poi, al termine della competizione, sarà convertito da COIMA SGR in student housing.
Grazie alla collaborazione pubblico/privato fra i proponenti e Fondazione Milano-Cortina, con Comune di Milano e Regione Lombardia, il Villaggio Olimpico sarà sviluppato coniugando le esigenze di utilizzo durante e dopo la competizione, creando un villaggio a impatto ambientale zero secondo i requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building).
Il progetto è stato studiato fin da subito nella sua configurazione post Olimpiadi consentendo di far confluire nel futuro quartiere gli spazi fisici e i servizi progettati per gli atleti, minimizzando i lavori di riconversione e gli impatti ambientali. I materiali usati per il Villaggio Olimpico saranno scelti per le loro caratteristiche di sostenibilità (riciclabilità, riuso, ecocompatibilità ambientale), tutti gli edifici saranno certificati LEED®, le strutture edilizie saranno permanenti e quelle temporanee saranno riutilizzabili.
Più del 30% dell’energia sarà prodotta grazie all’istallazione di impianti solari termici e fotovoltaici; le acque meteoriche saranno raccolte e riutilizzate, con una riduzione dell’uso di acqua potabile di oltre il 50% e una riduzione di CO2 del 40% per riscaldamento/raffrescamento.
Con obiettivo di conversione da funzione olimpica a funzione studentato in soli 4 mesi, il Villaggio Olimpico sarà trasformato in un laboratorio di sperimentazione urbana sostenibile focalizzata sulle persone, sulla comunità, l’integrazione e la resilienza; sarà un vivace ecosistema di abitazioni studentesche, residenze, co-working, servizi privati di interesse pubblico e spazi pubblici; sarà luogo di scambio e di dibattito della città: attrarrà giovani, imprenditori, micro-aziende che potranno socializzare, sperimentare e condividere. L’area sarà gestita attraverso una piattaforma digitale funzionale al monitoraggio delle performance degli edifici e al coinvolgimento della comunità, con previsione della realizzazione del digital twin.
Sono previste serre e orti per la produzione di cibo all’interno dell’area, consentendo la creazione del primo villaggio per studenti con prodotti a chilometro zero. Le abitazioni degli atleti saranno riutilizzate per la loro nuova destinazione di student housing (circa 1.000 posti letto) utilizzabili anche da altre categorie professionali al di fuori del periodo accademico; gli edifici lato parco e ferrovia nell’area della piazza olimpica saranno destinati a residenza libera e agevolata; l’Olympic Village Plaza sarà la nuova piazza del quartiere, sulla quale si affacceranno i negozi e gli esercizi previsti al piano strada degli edifici, e nella quale si potranno prevedere mercati contadini ed eventi.
Il polo sarà sviluppato in continuità con il tessuto circostante: la permeabilità fra spazi aperti e pubblici consentirà la creazione di una comunità che potrà usufruire delle nuove aree integrate nelle preesistenti; lo sviluppo di funzioni miste e servizi accessori renderà vivo il quartiere; programmi ricreativi e culturali consentiranno - anche attraverso collaborazioni con associazioni e aziende del territorio - l’attivazione di comunità e la creazione di una nuova centralità per Milano, anche in partnership pubblico-privata.
Render courtesy of OUTCOMIST, Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, Gross. Max, Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land, Artelia