BMW e Mini, addio pelle: dal 2023 gli interni saranno vegani
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BMW e Mini, addio pelle: dal 2023 gli interni saranno vegani

La sostenibilità passa anche attraverso la sostituzione dei materiali di origine animale

BMW e Mini, addio pelle: dal 2023 gli interni saranno vegani
Scritto da Redazione The Plan -

Meno dell’1%. È la percentuale di componenti interne di un’automobile BMW o Mini che rimarrà, a partire dal 2023, a base di materie prime di origine animale. È un quasi addio alla pelle, alla sua consistenza e al suo odore. Ma non è detto che sia un male, anzi. BMW Group ha infatti annunciato di essere pronto a lanciare, con l’arrivo dell’anno nuovo, i primi veicoli dagli interni quasi completamente vegani, oltre il 99%, proseguendo così in un percorso di sempre minor impatto ambientale andato tracciandosi nel tempo con una riduzione delle emissioni della catena di produzione, con auto elettriche, ibride e con alcune prime componenti di origine vegetale. Ora, però, un ulteriore passo avanti potrà essere compiuto grazie all’individuazione di un materiale adatto al volante, il quale deve soddisfare alcuni requisiti legati, per esempio, alla sensazione al tatto e alla resistenza all’usura.

Il contesto nel quale si inserisce lo sviluppo di tali materiali innovativi di origine non animale ma complessivamente dall’aspetto simile a quello della pelle è di una riduzione delle emissioni di CO2 nell’intero ciclo di vita di un veicolo, a sua volta compreso nel macro processo del gruppo verso la neutralità emissiva. La data prefissata, al più tardi, dovrà essere il 2050. Da qui, dunque, l’importanza dello sviluppo di soluzioni più sostenibili anche per gli allestimenti interni, a partire appunto dai modelli BMW e Mini. Già da tempo, come detto, l’azienda ha a catalogo alcuni tessuti alternativi alla pelle, ma i nuovi arrivati per il 2023 permetteranno una piccola rivoluzione in quell’interfaccia fondamentale tra il guidatore e l’automobile che è il volante.

«Con un volante realizzato con un materiale vegano di alta qualità, è possibile soddisfare i desideri dei clienti che non vogliono scendere a compromessi in termini di aspetto, sensazioni e funzionalità – ha sottolineato Uwe Köhler, responsabile sviluppo carrozzeria, rivestimenti esterni, interni di BMW Group –. Questo materiale innovativo resiste all’usura causata dall’abrasione, dal sudore e dall’umidità e possiede tutte le proprietà desiderabili della pelle».

L’unica differenza, è la promessa, sarà quella di un diverso effetto grana sulla corona del volante. In questo modo, dunque, la percentuale di componenti del veicolo che conterranno tracce di materie prime di origine animale scenderà a meno dell’1%, concentrate in aree non direttamente visibili: in varie sostanze cerose come la gelatina utilizzata nei rivestimenti protettivi, la lanolina nelle vernici, il sego come additivo negli elastomeri e la cera d’api come fondente per le vernici.

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Le superfici senza pelle riducono le emissioni di CO2 dell’85%

BMW e Mini con interni vegani, BMW Group Courtesy of BMW Group

Realizzare un volante in materiale vegano, dalle proprietà equivalenti rispetto alla vera pelle, quanto impatterà a livello di emissioni di CO2? La stima attuale parla di una riduzione dell’85% circa. Nella produzione di un volante in pelle, del resto, vanno considerate emissioni composte da gas metano proveniente dagli allevamenti (circa l’80%) e dalla lavorazione ad alta intensità energetica e idrica della pelle bovina (il restante 20%).

Nella scelta dei materiali interni, fanno sapere inoltre da BMW Group, si cercherà di favorire un’economia circolare e del riuso: un esempio potrebbe essere quello dei tappetini, realizzati in un monomateriale facile da riciclare.

In tale processo di innovazione dei materiali biologici fondamentale sta risultando la collaborazione e lo scambio di competenze con diverse start up. Tra le soluzioni prodotte vi sono MirumTM, a base completamente biologica e privo di petrolio, e DeserttexTM, un composto di fibre di cactus polverizzate e di matrice poliuretanica a base biologica.

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