Intelligens. Natural. Artificial. Collective. La Biennale Architettura 2025, a cura di Carlo Ratti, invita ad attingere ai diversi tipi di intelligenza per ripensare l’ambiente costruito. La 19. Mostra Internazionale di Architettura, che sarà aperta dal 10 maggio al 23 novembre a Venezia, è stata presentata nella giornata di martedì 11 febbraio, nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian.
Saranno 66 i Paesi partecipanti, con mostre allestite nei Padiglioni ai Giardini (26), all’Arsenale (25) e nel centro storico di Venezia (15). Per la prima volta, debuttano la Repubblica dell’Azerbaijan, il Sultanato dell’Oman, il Qatar e il Togo.
La Biennale di Venezia 2025 esplora il ruolo dell’architettura nell’affrontare le sfide climatiche, indagando soluzioni progettuali capaci di rispondere a un mondo in rapida trasformazione.
«Oggi questo approccio dinamico viene portato a un nuovo livello, mentre il clima diventa sempre meno clemente. Con gli incendi di Los Angeles, le inondazioni di Valencia e Sherpur, e la siccità in Sicilia, abbiamo assistito in prima persona a come acqua e fuoco ci stiano attaccando con una ferocia senza precedenti. Il 2024 ha segnato un momento critico: la Terra ha registrato le temperature più calde di sempre, spingendo le medie globali ben oltre il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi del 2016. In soli due anni, il cambiamento climatico ha impresso un’accelerazione che sfida anche i modelli scientifici più validi»
Carlo Ratti, curatore
Intelligens nasce come un laboratorio dinamico, un luogo di confronto che riunisce oltre 750 partecipanti tra architetti, scienziati, artisti e professionisti di diversi settori. La selezione è avvenuta con un approccio aperto e interdisciplinare, grazie alla call Space for Ideas, che tra maggio e giugno 2024 ha raccolto candidature da tutto il mondo.
Il gruppo di partecipanti include diverse generazioni: vincitori del Premio Pritzker, ex curatori della Biennale di Venezia, premi Nobel e giovani architetti all’inizio del loro percorso professionale. Un mix di esperienze che riflette la volontà di abbracciare visioni molteplici e stimolare un dialogo tra passato, presente e futuro.
Infine, il progetto si apre al mondo, creando connessioni con istituzioni globali: dalla COP30 di Belem alla C40, dalla Baukultur Alliance di Davos al Soft Power Club. Il programma pubblico GENS ospiterà incontri e conversazioni, coinvolgendo pubblici diversi e ampliando il dibattito sulle sfide dell’architettura in quella che viene definita «Età dell’Adattamento».
All’interno delle Corderie, i visitatori esploreranno tre tematiche principali: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence, per concludere con la sezione Out, che pone la domanda se la corsa allo spazio possa risolvere le crisi terrestri. La risposta è negativa: l'esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma uno strumento per migliorare la vita sulla Terra.
Ogni sezione è concepita come uno spazio modulare e frattale, creando una rete di progetti a diverse scale. Il progetto espositivo è curato dallo studio di architettura e design Sub, diretto da Niklas Bildstein Zaar, con il design grafico di Bänziger Hug Kasper Florio.
Natural Intelligence. Un progetto come Living Structure, condotto da Kengo Kuma, esplora l'uso di tecniche tradizionali giapponesi di falegnameria combinate con l'intelligenza artificiale per trasformare il legno irregolare in materiale strutturale, dimostrando come la natura e la tecnologia possano collaborare per soluzioni architettoniche sostenibili.
Artificial Intelligence. In questa sezione, la robotica e l'ingegneria vengono utilizzate per esplorare come la tecnologia influenzi la costruzione e le dinamiche sociali. Un progetto di ricerca con robot antropomorfi esplora come la robotica possa trasformare il futuro dell'edilizia, mentre in Ucraina, la tecnologia aiuta a mappare e ricostruire città distrutte dalla guerra.
Collective Intelligence. Questo spazio esplora il modo in cui comunità informali e marginali, come quelle delle favelas di Rio o dei campi profughi del Bangladesh, sviluppino soluzioni costruttive innovative grazie alla saggezza collettiva. Il progetto Speakers' Corner raccoglie voci globali, diventando un luogo di dibattito e scambio di idee.
Un aspetto centrale della mostra, sviluppato in collaborazione con Arup e la Ellen MacArthur Foundation, è la riduzione dei rifiuti e il riutilizzo dei materiali. I pannelli espositivi, realizzati in legno riciclato, saranno triturati e trasformati in nuovi materiali al termine dell’evento. Tra le sperimentazioni più originali, il progetto Elephant Chapel esplora l’uso dello sterco di elefante per produrre mattoni, dimostrando come i rifiuti naturali possano diventare risorse per l’edilizia.
Nel 2025, Venezia diventerà un laboratorio vivente per la Biennale Architettura, con progetti sparsi tra i Giardini, l’Arsenale e altri quartieri della città. La Norman Foster Foundation, Porsche, Empty+Bau e Aerotrope ripenseranno il rapporto di Venezia con i canali, esplorando il tema della mobilità acquatica sostenibile.
Diller Scofidio + Renfro, Aaron Betsky, Davide Oldani e altri trasformeranno le acque di Venezia in simbolo di trasformazione, depurando i canali per creare il miglior caffè espresso d’Italia, dimostrando come le sfide ambientali possano essere integrate nella vita quotidiana. Inoltre, progetti come il Manameh Pavillon e Terra Preta fonderanno conoscenze indigene e ricerca scientifica per creare soluzioni edilizie sostenibili.
Nel cuore dell’Arsenale, il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini si presenta come un viaggio tra terra e mare con TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare, progetto curato da Guendalina Salimei e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Un’esplorazione della relazione tra il territorio italiano e l’acqua, elemento fondante della sua storia e della sua evoluzione.
La Santa Sede, con il Padiglione promosso dal Cardinale José Tolentino de Mendonça, si sposta quest’anno nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, nel sestiere di Castello. La mostra, dal titolo Opera Aperta, curata da Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti, invita a una riflessione sulla cultura come processo in divenire, aperto alla partecipazione e alla trasformazione.
Infine, il Padiglione Venezia, punto di riferimento della città all’interno dei Giardini, propone l’esposizione Biblioteche. Costruendo l’intelligenza veneziana: un’indagine sul ruolo della conoscenza e della memoria collettiva, che si estenderà anche ad altri spazi istituzionali e alle sedi dell’Università Iuav di Venezia, ampliando il dialogo tra passato e futuro.
Tra i progetti speciali, Margherissima a Forte Marghera esplora la rigenerazione dell’area, con un progetto di Nigel Coates, Michael Kevern, Guan Lee, John Maybury e Jan Bunge. Il Padiglione delle Arti Applicate, in collaborazione con il Victoria and Albert Museum, presenta On Storage, un’indagine sugli spazi di deposito curata da Brendan Cormier con Diller Scofidio + Renfro.
Gli eventi collaterali, promossi da enti senza fini di lucro, saranno annunciati a breve e arricchiranno la Mostra con contributi internazionali.
Anche quest’anno, la Biennale dedica il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie
e agli Istituti di Formazione Superiore, offrendo una facilitazione a visite di tre giorni per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti. Torna anche Educational, ovvero l'insieme di proposte didattiche rivolte al pubblico e suddivise in macro categorie: Percorsi Guidati, Attività di Laboratorio e Iniziative Interattive.
Per la 2ª edizione di Biennale College Architettura, a cui hanno partecipato otre 200 candidati under 30 da 49 Paesi, sono stati selezionati otto progetti provenienti da giovani talenti di tutto il mondo. Tra questi, Joelle Deeb (Siria), Jia Wei Huang (Malesia), Caterina Miralles Tagliabue (Spagna), Agnes Thomasina Parker (Inghilterra), Lucia Rebolino (Italia), Tanvi Khurmi (Canada), Rita Espinha Dos Santos Abreu Morais (Portogallo), Florian Kilian Jaritz e Franziska Gödicke (Germania), Jaakko Julius Heikkilä ed Emil Oscar Lyytikkä (Finlandia).
L’iniziativa affianca la 19. Mostra Internazionale di Architettura come laboratorio di ricerca e sperimentazione, con l’obiettivo di sviluppare progetti basati sull’intelligenza naturale, artificiale e collettiva per affrontare la crisi climatica. I progetti selezionati riceveranno un contributo di 20.000 euro per la realizzazione delle opere, che saranno presentate fuori concorso all’interno della Biennale stessa.