«Da bambina immaginavo di incontrarmi insieme agli amici in posti bellissimi dove avremmo potuto costruire le nostre case e la vita sarebbe stata perfetta». Per Benedetta Tagliabue, head architect dello studio EMBT, la scelta dall’architettura come professione arriva da lontano, da un sogno che risale alla sua infanzia. Laureatasi all'Università Iuav di Venezia nel 1989, Benedetta Tagliabue insegna all'Università politecnica della Catalogna e dirige lo studio EMBT, fondato a Barcellona nel 1994 insieme a Enric Miralles, suo compagno nella vita e sul lavoro. Lo studio si caratterizza per un approccio aperto alla sperimentazione e un alto livello di approfondimento concettuale; un approccio che parte dal contesto per cambiare l'ambiente osservando e rispettando il sito, la sua storia e la sua cultura. Dopo la scomparsa del marito nel 2000, Tagliabue è rimasta da sola alla guida della società, che ha sedi anche a Shanghai e a Parigi e opera in tutto il mondo. Nel 2020 ha vinto il Piranesi Prix de Rome alla carriera.
È dedicato a Benedetta Tagliabue – EMBT Architects il 27esimo episodio di “The Architects Series”, l’ultima puntata dell’anno per il format espositivo curato da THE PLAN per Iris Ceramica Group, che tornerà l’anno prossimo. Il documentario è stato presentato al Flagship Store di Iris Ceramica Group di Barcellona il primo dicembre, seguito dalla lecture tenuta da Benedetta Tagliabue. Quattro sono i progetti sui quali si sofferma in particolare: la stazione Clichy-Montfermeil della linea 16 della metropolitana di Parigi, la stazione Centro Direzionale della linea 1 della metropolitana di Napoli, il Centro Kálida Sant Pau e il complesso parrocchiale di San Giacomo Apostolo.
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Il progetto per la stazione di Clichy-Montfermeil a Parigi, attualmente in corso di realizzazione, è risultato vincitore di un concorso internazionale nel 2014. La stazione servirà la linea 16 del Grand Paris Express, inserendosi dunque all’interno di un più vasto progetto infrastrutturale. L’idea di base è quella di dare una nuova identità a questo posto dimenticato, situato al confine tra i sobborghi di Clichy-sous-bois e Montfermeil, trasformandolo in un luogo di incontro vivace e colorata. La stazione sotterranea, organizzata intorno a uno spazio centrale dove si trova un sistema di scale mobili, è infatti collegata a una piazza sormontata da una grande pergola, destinata ad accogliere non solo l’ingresso alla metro, ma anche molte altre attività, come il mercato.
Arte, architettura e archeologia si fondono nel progetto per la Stazione Centrale Metropolitana di Napoli, che sorge nel contesto di un complesso di grattacieli che risale agli anni Settanta ed è firmato da Kenzo Tange. Il concept ideato dallo studio propone una grande copertura in legno, dall’andamento curvilineo, che lascia filtrare la luce naturale e al contempo crea ampie zone ombreggiate in cui soffermarsi, mentre le aree verdi circostanti aiuteranno a controllare la temperatura. La nuova stazione, in fase di costruzione, va così a riqualificare lo spazio pubblico in cui si inserisce, mettendo in relazione non solo tra interni ed esterni, ma anche tra passato e presente della città.
La bellezza guarisce. È questo il principio a cui si ispira il Kalida San Pau Centre, struttura situata nel complesso ospedaliero di Sant Pau di Barcellona, che fa parte della rete dei Maggie's Cancer Caring Centre. Pensato a sostegno dei malati di cancro e dei loro familiari, il centro è disegnato come un padiglione giardino dalle forme organiche, integrato nella tradizione Modernista, come dimostrano anche le piastrelle in ceramica verde che rivestono la copertura e gli inserti in ceramica smaltata presenti sulle facciate in laterizio. L’intervento si pone infatti in continuità con gli edifici Art Nouveau dell'ospedale, patrimonio mondiale dell'UNESCO, progettato da Lluís Domènech i Montaner.
Il complesso parrocchiale di San Giacomo Apostolo a Ferrara, vincitore di un concorso a inviti indetto nel 2011 dalla Conferenza Episcopale Italiana, è stato inaugurato nel 2021. Cuore del progetto è la chiesa, costruita con i materiali della tradizione locale: mattoni, legno e cemento armato faccia a vista. Caratterizzata da una copertura morbida a sezioni differenti, che sembra fluttuare come le mongolfiere che l’hanno ispirata, l’edificio si inserisce in maniera armonica nella natura circostante, confrontandosi allo stesso tempo con il contesto storico e creando un’atmosfera di libertà, intimità e familiarità.
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