arcVision Prize – Women and Architecture
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arcVision Prize – Women and Architecture

arcVision Prize – Women and Architecture
Scritto da Redazione The Plan -

Lo ha stabilito la Giuria composta da Shaikha Al Maskari (Membro del Consiglio Direttivo dell'Arab International Women's Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Odile Decq (Titolare dello studio d’architettura ODBC), Victoire de Margerie (Presidente Rondol Technology), Yvonne Farrell (Titolare con Shelley McNamara dello studio d’architettura Grafton Architects), Samia Nkrumah (Presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Kazuyo Sejima (Titolare con Ryue Nishizawa dello studio d’architettura SANAA), Benedetta Tagliabue (Fondatrice con Enric Miralles dello studio d’architettura EMBT), Martha Thorne (Direttore Pritzker Prize). La Giuria, che si è riunita a Bergamo nei giorni 6-7 marzo 2013, è stata guidata nel corso delle sessioni di lavoro da Stefano Casciani, direttore scientifico del Premio.
La Giuria ha inoltre assegnato menzioni d’onore alla spagnola Izaskun Chinchilla, per il non convenzionale approccio progettuale, all’indiana Anupama Kundoo, per la sua capacità di ricerca sui materiali e all’estone Siiri Vallner, per la sua sensibile interpretazione degli spazi e dei luoghi. L’assegnazione del Premio si è tenuta oggi a Bergamo nella cornice di i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi, recentemente completato su progetto di Richard Meier e uno dei primi edifici in Europa ad aver ricevuto la certificazione LEED Platinum, il più prestigioso riconoscimento internazionale di sostenibilità delle costruzioni.

Su decisione unanime della giuria è Carla Juaçaba, architetto brasiliano formatasi presso la Santa Ursula University di Rio de Janeiro (1999), la prima vincitrice dell'arcVision Prize - Women and Architecture.
Nata del 1976, Carla Juaçaba ha sviluppato il proprio studio indipendente di Architettura e Ricerca a Rio de Janeiro. Il suo intervento più spettacolare è certamente il padiglione Humanidade 2012 per Rio Mas 20 (la conferenza dell’ONU sullo sviluppo sostenibile). È stato progettato e realizzato insieme ad un’artista – Bia Lessa – che anche è l’autrice del concept progettuale. La costruzione, temporanea, assume un valore ancora più simbolico se si considera che Rio Mas 20 è stato un importante momento per un bilancio globale di quanto viene/non viene fatto per salvare il Pianeta dal disastro ambientale. Non vi è sostenibilità migliore di quella ottenuta con costruzioni a basso costo, velocemente smontabili e continuamente riciclabili.
Carla Juaçaba racchiude secondo la giuria le qualità che un architetto coraggioso deve avere per affrontare la propria professione con creatività alla ricerca di soluzioni non convenzionali, con immensa sensibilità rispetto al contesto nel quale le sue opere saranno collocate. La Giuria ha lodato la funzionalità e l’adeguatezza delle soluzioni adottate per garantire lo scopo per cui sono state progettate, senza che venissero dimenticate bellezza e qualità della vita di coloro che utilizzerannoe abiteranno gli edifici. La Giuria ha ritenuto che Carla Juaçaba incarni l'architetto "completo", che abbraccia tutti gli aspetti connessi all'incarico ricevuto: contesto, ambiente, natura, parametri, materiali.

L’arcVision Prize intende essere un contributo allo sviluppo di una cultura della sostenibilità attenta alla figura femminile e al suo modo specifico di fare architettura con un’attenzione particolare per l’uomo, la città e l’ambiente. Il paesaggio dell’architettura contemporanea ha assistito all’affermazione di un ruolo sempre più rilevante delle progettiste. Questa emergenza di nuove figure di architetto donna costituisce uno dei fenomeni più interessanti sotto il profilo sociale e culturale della creatività progettuale nel settore delle costruzioni.

Obiettivo dell’arcVision Prize è premiare ogni anno un architetto donna, che dimostri nella sua attività di ricerca e progettazione significativa eccellenza qualitativa e attenzione alle questioni centrali della costruzione: tecnologia, sostenibilità, implicazioni sociali e culturali, privilegiando per le nomination quelle autrici che operano in condizioni di particolare complessità, sia come campi di intervento progettuale, sia dal punto di vista delle condizioni territoriali. La selezione delle finaliste è stata effettuata tra un gruppo di professioniste segnalate da Advisor e poi valutate da una Commissione tecnico-culturale, per definire le nominations finali e sottoporle al giudizio di una Giuria internazionale.

La short list delle finaliste di questa edizione 2013 era formata da 19 progettiste provenienti da 15 paesi del mondo: Brasile, Egitto, Estonia, Germania, Giappone, India, Italia, Messico, Polonia, Spagna, Singapore, Svezia, Svizzera, Thailandia, Usa.
Le progettiste segnalate per concorrere al Premio finale, dovevano:
• aver progettato almeno un’opera costruita (o in corso di realizzazione) significativa nel campo delle infrastrutture sociali (educazione, sanità, cultura, informazione, servizi in generale), in cui emergano soluzioni e valori sostanzialmente innovativi sotto il profilo funzionale e tecnico, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità;
• avere, possibilmente, realizzato esperienze di ricerca – sul campo o in ambito didattico/accademico – sullo sviluppo di soluzioni innovative nei sistemi di costruzione.

Il Premio consiste in un workshop di ricerca della durata di due settimane presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo, e nel riconoscimento di un premio di natura economica (50.000 €), con l’auspicio di destinarne una parte a iniziative progettuali con finalità sociale, a sua scelta.
Al termine del periodo di workshop la vincitrice racconterà la sua esperienza nel corso di una lecture, presso i.lab, durante la Milano Design Week, nell’ambito della nuova serie di incontri “Millennium” di Italcementi Group con l’Architettura.

www.italcementigroup.com
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