Biennale Arte, inaugurazione 59esima esposizione
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Biennale Arte, tutto pronto per l’inaugurazione della 59esima esposizione

La 59. Esposizione Internazionale d’Arte si apre sabato 23 aprile, con anteprima nei tre giorni prima

Biennale Arte, inaugurazione 59esima esposizione
Scritto da Redazione The Plan -

Arte, corpi, sogni, metamorfosi: la 59. Esposizione Internazionale d’Arte è pronta per la sua inaugurazione che, ufficialmente, si terrà sabato, il 23 aprile, ma già nei tre giorni precedenti apre le porte in anteprima. Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi? Sono solo alcuni degli interrogativi ai quali questa edizione della Biennale Arte cercherà di dare risposta, una kermesse che trae spunto, a partire dal titolo stesso, da un libro di Leonora Carrington, Il latte dei sogni, un’indagine sulla rappresentazione dei corpi e sulle loro metamorfosi; sulla relazione tra gli individui e le tecnologie; sui legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra.

>>> Scopri qui il programma della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia

 

La curatrice e il presidente della Biennale Arte 2022

La Biennale Venezia, 59. Esposizione Internazionale d’Arte Andrea Avezzu, ©courtesy of La Biennale Venezia

È stata la complessità di questi ultimi anni ad aver condotto la mano e la mente della curatrice, Cecilia Alemani, che ha raccontato la sua intenzione, al momento della sua nomina a inizio 2020, di viaggiare per il mondo per raccogliere spunti, suggestioni, conoscere artisti e artiste.

«E invece il massimo è stato un mezzo soggiorno in Scandinavia – ha dovuto ammettere – per poi proseguire tutto attraverso l’intermediazione di uno schermo. Ed è forse proprio in risposta a questa condizione che la 59. Esposizione è una Biennale molto fisica», che ha bisogno di contatto diretto tra opere e visitatori. Una sorta di compensazione.

E lo stesso è avvenuto tra lei e il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, che ha ricordato:

«Ci siamo incontrati per quasi due anni attraverso internet, inquadrati dallo schermo di un computer, ed è sempre attraverso quello schermo che Cecilia ha visitato centinaia di atelier di artisti in tutto il mondo, navigando fra quadri, sculture, video, installazioni e performance che devono averle dato una percezione molto diversa da quella che avrebbe provato dal vivo. Se tutto ciò abbia fortemente influenzato lo spirito della sua mostra, non saprei dire. Ma guardare dall’oblò dell’astronave-computer così tanti mondi fantastici, con l’obiettivo di portarli fisicamente a Venezia per mostrarli al mondo, ha certamente rappresentato un’esperienza unica». E ora è il momento di viverla.

Ma è anche una mostra dalle numerose protagoniste femminili, una scelta precisa e capace di raccontare un «processo», come l’ha definito ancora la stessa curatrice, un percorso e un cambiamento che lega il passato e il presente dell’evento.

 

Alcune delle protagoniste

La Biennale Venezia, 59. Esposizione Internazionale d’Arte Janna Grak, ©courtesy of La Biennale Venezia

Tra le protagoniste, in un panorama di più di 200 artisti da tutto il mondo, impossibile non citare Katharina Fritsch, già Leone d’Oro alla carriera insieme all’artista cilena Cecilia Vicuña.

«La prima volta in cui ho visto un’opera di Katharina Fritsch di persona è stato proprio alla Biennale di Venezia, nell’edizione del 1999, curata da Harald Szeemann – ha ricordato Cecilia Alemani –. Da quel momento in poi, a ogni incontro con una scultura di Fritsch, ho provato lo stesso senso di stupore e di attrazione vertiginosa. Il contributo di Fritsch nel campo dell’arte contemporanea e, in particolare, in quello della scultura non ha paragoni».

Il suo elefante a grandezza naturale, in poliestere ossido di cromo verde scuro, posto su un piedistallo bianco, accoglie il visitatore nella sala Chini, all'ingresso del Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale.

Spesso Fritsch modifica le dimensioni e la scala dei suoi soggetti, miniaturizzandoli o ingigantendoli e avvolgendoli in campiture di colori stranianti: è come trovarsi al cospetto di monumenti di civiltà aliene, o di fronte a reperti esposti in uno strano museo postumano. Ed è proprio il postumano ad avere un ruolo di primo piano nell’intera esposizione.

 >>> Approfondisci qui la premiazione dei due nuovi Leoni d’Oro alla carriera

 

La struttura della mostra e le capsule storiche

La Biennale Venezia, 59. Esposizione Internazionale d’Arte ©courtesy of La Biennale Venezia

La mostra si articola negli spazi del Padiglione Centrale ai Giardini e in quelli delle Corderie, delle Artiglierie e negli spazi esterni delle Gaggiandre e del Giardino delle Vergini nel complesso dell’Arsenale. Questa include più di 200 artiste e artisti, di cui oltre 180 alla loro prima partecipazione. Per la prima volta negli oltre 127 anni di storia dell’istituzione veneziana la Biennale include una maggioranza preponderante di artiste donne e soggetti non binari, scelta che riflette un panorama internazionale di grande fermento creativo ed è anche un deliberato ridimensionamento della centralità del ruolo maschile nella storia dell’arte e della cultura attuali.

Distribuite lungo il percorso espositivo al Padiglione Centrale e alle Corderie, cinque piccole mostre tematiche a carattere storico costituiscono una serie di costellazioni nelle quali opere d’arte, oggetti trovati, manufatti e documenti sono raccolti per affrontare alcuni dei temi fondamentali della mostra. Concepite come delle capsule del tempo, queste micro-mostre forniscono strumenti di approfondimento e introspezione, intessendo rimandi e corrispondenze tra opere storiche – con importanti prestiti museali e inclusioni inusuali – e le esperienze di artiste e artisti contemporanei esposti negli spazi limitrofi. Le capsule tematiche arricchiscono la Biennale con un approccio trasversale che traccia somiglianze ed eredità tra metodologie e pratiche artistiche simili, anche a distanza di generazioni, creando nuove stratificazioni di senso e cortocircuiti tra presente e passato: una storiografia che procede non per filiazioni e conflitti ma per rapporti simbiotici, simpatie e sorellanze. Con una precisa coreografia architettonica sviluppata in collaborazione con il duo di designer Formafantasma, queste sezioni instaurano inoltre una riflessione sulle modalità con cui la storia dell’arte viene costruita e su come certi dispositivi museali ed espositivi stabiliscano gerarchie di gusto e meccanismi di inclusione ed esclusione.

Oltre al Padiglione, la Biennale Arte ha presentato anche Piazza Ucraina, a cura di Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, curatori del Padiglione dell'Ucraina.

Realizzata con la collaborazione dell'Ukrainian Emergency Art Fund e della Victor Pinchuk Foundation, Piazza Ucraina è un’installazione progettata dall’architetta ucraina Dana Kosmina allestita allo Spazio Esedra dei Giardini della Biennale.

Lo scopo di questo progetto è dar voce agli artisti e alla comunità artistica dell’Ucraina e degli altri paesi per esprimere solidarietà con la popolazione e creare uno spazio che possa essere luogo di dibattito, dialogo e sostegno alla cultura.

>>> Anche la Triennale di Milano ha avviato un progetto a sostegno dell'Ucraina, Planeta Ukrain

 

Evento collaterale a Palazzo Contarini Polignac by Stefano Boeri

La Biennale Venezia, 59. Esposizione Internazionale d’Arte Alice Clancy, ©courtesy of ckyphoto

Progettato dallo studio Stefano Boeri Architetti specificatamente per questo luogo, Hanji House è il padiglione introduttivo alla mostra Times Reimagined, che ospita 40 grandi rilievi in carta di gelso, sculture e installazioni dell'artista coreano Chun Kwang Young, un vero e proprio laboratorio multidisciplinare, presso il Palazzo Contarini Polignac, a Venezia.

“Hanj” è il nome che viene dato a una specifica tipologia di carta tradizionale coreana ricavata dal gelso, conosciuta anche come la “carta dei mille anni” per la sua grande resistenza. E anche lo strumento di creazione prediletto da Chun, che lo trasforma - con simbolismo storico e culturale - in creature metamorfiche che ricordano esseri viventi o scene spettacolari.

Installata nei giardini del Palazzo, con vista sul Canal Grande, la Hanji House è una struttura architettonica in legno, che rappresenta un modello di paper-tree architecture e che, da lontano, diventa una lanterna di luce. Il progetto è ispirato dall’atto, giocoso e allo stesso tempo meditativo, del piegare la carta in un numero infinito di modi. La forma ricorda infatti le antiche pratiche dell'Asia orientale di origami e tangram, oltre alle tradizionali case coreane e giapponesi, basate su una semplice modularità geometrica. In questo caso, l’oggetto è costituito dalla semplice combinazione di volumi: quattro piramidi in cima a un parallelepipedo definiscono al centro una superficie planare a forma di rombo regolare.

Dall'esterno, l'involucro conferisce alla Hanji House l’aspetto di un oggetto prezioso e insieme originale, un faro per illuminare sia la splendida architettura rinascimentale in cui si trova che le opere d'arte che lo circondano.

 

Biennale College, i finalisti della prima edizione

La Biennale Venezia, 59. Esposizione Internazionale d’Arte ©courtesy of La Biennale VeneziaIn occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte sono stati annunciati i progetti finalisti per la prima edizione di Biennale College Arte 2021-2022. Al bando di partecipazione hanno aderito oltre 250 giovani artisti emergenti under 30 provenienti da 58 paesi in tutto il mondo.

Simnikiwe Buhlungu di Johannesburg, Ambra Castagnetti di Genova, Andro Eradze di Tbilisi, e Kudzanai-Violet Hwami di Gutu (Zimbabwe) sono i finalisti.

Biennale College è il progetto della Biennale di Venezia dedicato alla formazione e al supporto dei giovani in tutti i settori artistici e nelle attività proprie della struttura organizzativa della Biennale. Già attivo per i settori di Cinema, Danza, Musica, Teatro e Archivio Storico, Biennale College nasce con l’obiettivo di promuovere giovani talenti, offrendo loro di operare a contatto con maestri per la messa a punto di “creazioni” che diventeranno parte dei programmi dei settori artistici.

 

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Credits

Location: Venezia, Italy
Date: 23 aprile 2022 - 27 novembre 2022
Photography courtesy of La Biennale Venezia

Please refer to the individual images in the gallery to look through the photo credits

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