L’attesa è finita. È stata inaugurata ufficialmente la 61esima edizione del Salone del Mobile di Milano 2023, l’appuntamento d’eccellenza per il nostro Paese per il settore dell’arredo e del design che quest’anno, dopo le edizioni post pandemia in periodi differenti da quello consolidato, torna alle sue date tradizionali nel corso del mese di aprile. Inaugurata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dalla presidente del Salone, Maria Porro, e dalle massime cariche istituzionali della città e della regione Lombardia, la kermesse segna un vero ritorno del mondo a Milano, con un 33% di prevendite in più già registrate rispetto al 2022: oltre duemila i brand in esposizione in fiera a Rho, provenienti da quasi 40 Paesi del globo.
«Una 61esima edizione rinnovata, fruibile e fresca, vitale e vivace, che guarda al futuro dell’esperienza fieristica con la fiducia e l’impegno di chi ne conosce il valore e lo vuole preservare – sottolinea Porro –. Sarà un Salone ricco di novità, aperto a contaminazioni. Design e arredamento si nutrono di scienza, ricerca tecnologica, arte, fotografia, comunicazione digitale, editoria e tanto altro. Il nuovo format della manifestazione mostra questa relazione proponendo una nuova profondità di orizzonte».
E infatti, tra i maggiori trend emergenti, sostenibilità e benessere: la materia protagonista è proprio la natura, sia per la scelta del materiale usato negli arredi (legno, pietra, marmo e perfino la carta), sia per i tessuti (cotone, velluto, lana, iuta). Ma non mancano vetro e metalli che danno agli oggetti trasparenza, con un design arioso e leggermente colorato, funzionali al desiderio di leggerezza e di spazi. Da qui e dal Salone stesso emerge chiaramente la tendenza a considerare l’arredo in relazione diretta con la natura: le aree esterne di una casa diventano sempre più un nuovo spazio abitativo, spesso allargandosi e imponendosi agli interni domestici. Il rispetto per l’ambiente implica anche la riscoperta di materiali locali, tradizionali o comunque legati alla cultura del luogo. Anche per questo aziende e designer sono andati alla ricerca di materie prime legate al territorio, avvicinandosi ad antiche o tradizionali tecniche di lavorazione e creando oggetti che sanno di artigianalità e di manualità. Lo stesso vale per i colori, che variano su tonalità gentili, nuance chiare, luminose, calde, sempre allo scopo di ricordare la natura.
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Il Salone di quest’anno sarà quindi protagonista di una metamorfosi che vuole contribuire a ridisegnare il concetto di fiera. Le manifestazioni del 2023 hanno una nuova distribuzione e il layout degli spazi di Euroluce è stato ripensato da Lombardini22, il lavoro di espositori e progettisti dialoga con un vero e proprio percorso estetico e culturale, ricco di mostre, installazioni, ma anche aree di sosta e una libreria specializzata. Il progetto degli allestimenti è pensato da Formafantasma mentre i contenuti culturali da Beppe Finessi.
Ponendo al centro i suoi protagonisti, visitatori o espositori che siano, e la loro esperienza, il Salone presenta tre importanti novità: un unico livello espositivo, con gli espositori dei padiglioni superiori (8-12, 16-20) ricollocati in quelli inferiori per una coerenza di percorsi estetici, narrativi e di target di riferimento, per rendere la visita sempre più efficiente ed efficace e per ampliare le opportunità di incontro e di relazione dei singoli marchi; un nuovo layout di Euroluce, che si fa tracciato urbano ad anello per non costringere il visitatore a innumerevoli scelte di percorso ma permettere, in poche centinaia di metri, di incontrare tutti gli espositori senza la frustrazione di perdersi qualcosa; una componente culturale diffusa negli spazi della biennale della luce, che si articola in contenuti pluridisciplinari, curati da un team di professionisti di generazioni, ambiti e provenienze differenti, che spaziano dall’architettura alla fotografia all’arte, con mostre, talk, installazioni site-specific.
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«Questo essere catalizzatore positivo e innovativo di pensieri, progetti, relazioni da parte del Salone è ciò che lo rende polo d’attrazione internazionale: il 34% dei nostri espositori, dato in costante crescita anno dopo anno, è straniero; attendiamo migliaia di visitatori da Europa, Stati Uniti e Cina, ma anche da Arabia Saudita, India e paesi dell’Estremo Oriente. Crediamo in un Salone che rispecchi la qualità e l’eccellenza di un intero sistema produttivo, un evento in grado di essere ponte culturale, motore economico e acceleratore di processi virtuosi nel rispetto dell’ambiente e in una manifestazione dove tradizione, rigore e serietà si mescolano a passione e capacità di anticipare e produrre innovazione. Per questo il design, e tutta la sua comunità, continueranno a trovare nel Salone una casa ideale da abitare e visitare», conclude Maria Porro.
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