«La mia preoccupazione è sempre stata quella di inventare dei prototipi». Proprio per lo straordinario contributo che ha dato a un’idea innovativa di design, l'architetto Emilio Ambasz è stato premiato dal Politecnico di Torino con la Laurea Honoris Causa ‘Aurelio Peccei’ in Design Sistemico.
La cerimonia si è tenuta il 30 novembre nel Salone d'Onore del Castello del Valentino, accompagnata da una mostra pop-up, con una selezione di una cinquantina di oggetti già presenti all'esposizione Italy: the new domestic landscape, curata da Ambasz al Moma di New York nel 1972, e da una breve anteprima mondiale del film Green over Grey Emilio Ambasz, in uscita l'anno prossimo.
«Ho sempre creduto che progettare, cioè inventare, sia un atto dell’immaginazione che genera miti. Sono convinto che il vero compito dell’architettura inizi una volta soddisfatte le esigenze funzionali e comportamentali. Non è la fame, ma l’amore e la paura, e talvolta la meraviglia, che ci spingono a creare. Il contesto culturale e sociale dell’architetto e del designer cambia costantemente, ma il loro compito, credo, rimane sempre lo stesso: inventare e dare forma poetica al pragmatico».
Emilio Ambasz
Il Design Sistemico è una disciplina fondata su un approccio multisciplinare al progetto e ai processi produttivi orientato a promuovere modelli di sviluppo inclusivi e sostenibili, con un'attenzione anche alle componenti umanistiche. L'intento è quello di promuovere e approfondire una cultura progettuale che ponga l'uomo, inserito nel suo contesto sociale, culturale e ambientale, al centro del progetto. Una cultura in cui l'interesse per l'innovazione si rapporti a una visione con una diversa prospettiva ai problemi, nella quale le singole parti del sistema si intrecciano formando una rete virtuosa di relazioni tra i flussi di materia, energia e informazione.
Il corso di studi in Design Sistemico del Politecnico di Torino è un percorso formativo tra i più innovativi a livello internazionale, teso a definire figure professionali in grado di configurare e di gestire nella sua completezza l'attività di progettazione del prodotto industriale con la finalità di raggiungere l'obiettivo zero emissioni zero.
Questa concezione è perfettamente in linea con il lavoro di Ambasz che, già negli anni Settanta, infatti, ha anticipato temi di grande attualità, dalla forestazione urbana al riuso dell’esistente attraverso l'inserimento di elementi naturali. Le sue idee, soluzioni e realizzazioni, a distanza di decenni, rimangono al centro del dibattito della disciplina progettuale.
Classe 1943, argentino di nascita e cosmopolita nella vita, Emilio Ambasz è una figura di eccellenza della cultura progettuale mondiale. Formatosi alla School of Architecture della Princeton University (dove poi è tornato come docente), dal 1969 al 1976 è stato curatore nel dipartimento d’architettura del Museum of Modern Art a New York. Tra le sue opere più importanti e conosciute, vi sono, ad esempio, la Fukuoka Prefectural e International Hall, in Giappone (1995), e la Banca dell'Occhio a Mestre (2009).
Nel 2021, Ambasz ha ricevuto la Laurea HC in Ingegneria edile / Architettura all’Università di Bologna. A settembre 2023, ha ottenuto il Premio alla Carriera IN/Arch Veneto e, a novembre, il Premio alla Carriera da parte dell’Istituto Nazionale di Architettura IN/Arch, entrambi conferiti per la prima volta a un cittadino straniero. Vincitore di quattro Compassi d'Oro, conta oltre 220 brevetti industriali registrati a suo nome. La seduta Vertebra, la prima sedia ergonomica automatica al mondo, disegnata insieme a Giancarlo Piretti nel 1975, è inclusa nelle collezioni del MoMA e del Metropolitan Museum di New York.
Al MoMA, fino al 20 gennaio 2024, si può visitare la mostra Emerging Ecologies: Architecture and the Rise of Environmentalism, la prima rassegna realizzata dall’Istituto Emilio Ambasz per lo studio congiunto dell’ambiente costruito e naturale (Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and Natural Environment), nato in seno al MoMA nel 2020. L'esposizione, che raccoglie 150 opere di diversi importanti architetti del panorama internazionale, pensatori e pionieri dell’ecologismo, intende riflettere sul rapporto tra architettura e movimento ambientalista negli Stati Uniti.
Cover Image: Vertebra chair
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