A Demas Nwoko il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Architettura 2023
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A Demas Nwoko il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Architettura 2023

La curatrice Lesley Lokko: «È stato uno dei primi creativi nigeriani dello spazio e della forma a criticare la dipendenza della Nigeria dall’Occidente ed è sempre rimasto impegnato nell’utilizzo delle risorse locali»

Demas Nwoko

A Demas Nwoko il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Architettura 2023
Scritto da Federica Nannetti -

Architetto, scultore, designer, scrittore, scenografo, critico e storico: «Demas Nwoko è tutto questo in una sola volta. Quando viene interpellato, si riferisce a sé stesso come a un artista-designer, il che dice molto sia della natura poliglotta dei suoi talenti e delle sue opere, sia dell’interpretazione piuttosto ristretta della parola “architetto”, che ha probabilmente tenuto il suo nome fuori dagli annali». È a questa figura poliedrica, classe ‘35 d’origine nigeriana, che la curatrice della 18. Mostra Internazionale Architettura della Biennale di Venezia, Lesley Lokko, ha voluto attribuire il Leone d’Oro alla carriera, riconoscendo così, tra le altre cose, la sua capacità di introdurre tecniche innovative nell’architettura e negli allestimenti scenici, come anche di valorizzare i temi africani nella maggior parte dei suoi lavori.

«Uno dei temi centrali della 18. Mostra Internazionale di Architettura è un approccio all’architettura come campo di attività espanso, che comprende sia il mondo materiale che quello immateriale – sono le parole di Lesley Lokko –; uno spazio in cui le idee sono importanti quanto i manufatti, in particolare al servizio di ciò che deve ancora venire. Tuttavia, con tutta la sua enfasi sul futuro, sembra del tutto appropriato che il Leone d’Oro alla carriera venga assegnato a chi ha al suo attivo una produzione di opere materiali che coprono gli ultimi settant’anni, ma la cui eredità immateriale, approccio, idee, etica, è ancora in via di valutazione, comprensione, celebrazione». Nulla di più vero per l’attività e per la carriera di Nwoko, ora riportato a un nuovo prestigio proprio grazie alla curatrice dell’edizione 2023 della Mostra: non a caso, nella recente presentazione di quest’ultima dal titolo The Laboratory of the Future, ha anche ribadito come la storia dell’architettura, per quanto non sbagliata, sia da tempo incompleta. Le mostre in generale, ma anche questo premio, vanno nella direzione di una maggior apertura e completezza: «Costituiscono un’occasione unica in cui arricchire, cambiare o rinarrare una storia, il cui uditorio e il cui impatto sono percepiti ben oltre le pareti e gli spazi fisici che la contengono. Ciò che diciamo pubblicamente è fondamentale, perché è il terreno su cui si costruisce il cambiamento, sia a piccoli sia a grandi passi».

 

Chi è Demas Nwoko

The Dominican Institute and Chapel, Ibadan, 1970-75 ©courtesy of La Biennale Venezia

Tra i più affermati esponenti del movimento di arte moderna del suo Paese e cresciuto a Idumuje Ugboko, Demas Nwoko si è lasciato ispirare nei primi tempi dai complessi architettonici più moderni della sua città e dal palazzo dell’Obi (del sovrano, ndr), disegnato dal nonno. Nel corso della sua lunga carriera, rimarcando la sua personalità poliedrica e non stretta nella sola definizione di architetto, ha poi fondato anche diversi centri culturali e artistici, come nel caso del Mbari Writers e dell’Artists Club; due esempi a dimostrazione di una nuova arte che fonde estetica, forme e processi modernisti africani e occidentali volta a riflettere sullo spirito di indipendenza politica.

Il suo profondo desiderio di fusione e di sintesi di varie discipline è il cuore della sua visione e della sua filosofia, che via via l’ha reso sempre più una figura unica e non conformista anche nei confronti della politica:

«Demas Nwoko è stato uno dei primi creativi nigeriani dello spazio e della forma a criticare la dipendenza della Nigeria dall’Occidente per i materiali e i beni importati, oltre che per le idee; ed è sempre rimasto impegnato nell’utilizzo delle risorse locali – ha aggiunto ancora Lesley Lokko –. Sebbene siano relativamente pochi, gli edifici di Nwoko in Nigeria svolgono due ruoli fondamentali. Sono i precursori delle forme di espressione sostenibili, attente alle risorse e culturalmente autentiche, che stanno attraversando il continente africano, e il mondo, e puntano verso il futuro, un risultato non da poco per chi è ancora in gran parte sconosciuto, anche a casa. Nel 1977, a proposito del primo lavoro commissionato a Nwoko per la costruzione del complesso per l’Istituto domenicano di Ibadan, il critico di architettura Noel Moffett scriveva: “Qui, sotto un sole tropicale, architettura e scultura si combinano in un modo che forse solo Gaudí, tra gli architetti, è stato in grado di fare in modo convincente”».

La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Architettura 2023, si terrà sabato 20 maggio 2023 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

>>> Scopri di più sulla 18. Mostra Internazionale di Architettura.

 

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Credits

All images courtesy of Biennale Venezia

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