Due parole con Paul Anderson, Padiglione USA alla Biennale 2021
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Due parole con Paul Andersen, curatore del Padiglione degli Stati Uniti alla Biennale 2021

Paul Andersen | Paul Preissner

Due parole con Paul Anderson, Padiglione USA alla Biennale 2021
Scritto da Redazione The Plan -

Ma dov’è il Padiglione degli Stati Uniti?
È nascosto, ma non è difficile trovarlo, anzi è forse tra i Padiglioni più vistosi della Biennale. Il modo migliore per notarlo è sedersi al bar dei Giardini, lo avrete di fronte. Quest’anno gli Stati Uniti si presentano ai visitatori apponendo davanti al palazzo che storicamente ospita l’esposizione un enorme costruzione multipiano in telaio ligneo.

Il titolo della mostra è infatti AMERICAN FRAMING, un omaggio al sistema costruttivo più comune negli Stati Uniti ed uno dei più importanti contributi del Paese alla pratica edilizia.

Attraversiamo la struttura per cercare di capire cosa nasconde. Alle sue spalle infatti, non avevamo dubbi, si trova l’edificio neoclassico di proprietà della Solomon R. Guggenheim Foundation che tutti gli anni ospita l’esposizione statunitense. Non accediamo dalla porta principale, ma entriamo dal lato sinistro per fare un giro perlustrativo prima dell’intervista.

AMERICAN FRAMING, curata da Paul Preissner e Paul Andersen, riflette sulla costruzione in telaio ligneo come emblema dell’ideologia americana, dalla sua storia e cultura alla sua utilità e potenziale progettuale. Sviluppatosi nei primi anni del XIX secolo durante la rapida espansione degli Stati Uniti verso ovest, la costruzione in telaio ligneo è stata introdotta come soluzione pragmatica per sopperire alle necessità infrastrutturali.

All’interno troviamo una serie di modellini, arredi e fotografie che attestano l’origine e la versalità di questa tecnica costruttiva. Le sale ospitano due serie fotografiche commissionate per l’occasione. A Daniel Shea, fotografo ed ex-alunno alla UIC, è stato chiesto di documentare fotograficamente le foreste di abete e pino — dall’Alaska al Texas — dove crescono gli alberi per il legname da cui viene ricavato il telaio ligneo. Le immagini di Chris Strong mostrano l’intero spettro della produzione del telaio ligneo, dalla raccolta e preparazione del legname al processo di costruzione, catturando al tempo stesso i volti e gli ambienti che rendono questa industria contemporanea una realtà.

I modelli architettonici in scala sono stati progettati e realizzati dagli studenti della UIC durante i seminari diretti da Preissner e Andersen. In particolare troviamo la Sears Hillsboro House, una casa mobile degli anni cinquanta, e abitazioni per gli sfollati del terremoto di San Fransico del 1906.

Completato il tour iniziale ci affacciamo al tavolino dell’area stampa per chiedere di fare qualche domanda ai curatori. Gentilmente veniamo presentati a Paul Andersen, direttore di Independent Architecture, co-curatore dell’esposizione insieme a Paul Preissner, fondatore di Paul Preissner Architects.

Paul ci confessa che non è la prima volta alla Biennale, anche se è la prima in cui presenzia fisicamente. Da studente, in passato, ha partecipato alla realizzazione di una esposizione, ma tra esami ed impegni non riuscì a venire a Venezia. Quest’anno in veste di curatore si gode il soggiorno veneziano e lo fa con molto entusiasmo.

“Il telaio ligneo è una tecnica molto utilizzato ma poco nota, spesso viene ignorata, ma siamo convinti che, grazie ai suoi vantaggi, possa diventare un sistema costruttivo molto moderno”.

Per esempio?

“Per esempio esagerandone i caratteri, portando all’estremo le sue dimensioni, o viceversa riducendo e alleggerendo la struttura al minimo consentito dalla statica. E poi c’è la possibilità del tutto nuova di contaminarlo con l’uso di altri materiali come il vetro o l’acciaio”.

Chi usa oggi questa tecnica costruttiva?

Oltre il 90% delle case negli Stati Uniti sono oggi costruite con strutture lignee e fin dalle origini questo sistema ha consentito una enorme indipendenza costruttiva. Primo perché lo possono fare tutti, è una tecnica molto semplice, fatta di incastri e staffe, nei primi anni del XIX secolo rappresentava un sistema edilizio accessibile a tutti i coloni con risorse, abilità tecniche e tradizioni costruttive limitate. In secondo luogo il telaio in legno permette un’estrema flessibilità costruttiva

In che senso?

“Oggi siamo abituati a strutture pesanti, che nascono con un’idea e vengono costruite seguendo un disegno fisso e prestabilito che non subirà ulteriori modifiche nel corso della sua esistenza. Mentre oggi dobbiamo abituarci a pensare all’abitazione come un luogo vivo, che può evolversi e cambiare a seconda delle nostre esigenze. Il telaio in legno consente tutto questo. Ad una casa costruita con questa tecnica non è molto difficile aggiungere qualche stanza in più o spostare qualche elemento di tamponamento per stravolgere completamente la disposizione degli ambienti interni. E questo dà un’enorme libertà creativa”

E i tempi di produzione?

Sono molto rapidi. Le conifere crescono molto in fretta e le foreste di Pino Meridionale e di Abete di Douglas sono molto abbondanti.”

E quelli di costruzione?

“Altrettanto rapidi, il legno è un materiale molto versatile e sostenibile, in breve tempo si possono realizzare edifici multipiano come quelli che potete vedere in scala nei modellini presenti all’interno del percorso espositivo”.

Un po’ come quello che avete costruito qui davanti al Padiglione?

“Esatto, ma questo è solo metà edificio, diciamo una facciata rappresentativa, ma il concetto è lo stesso”

Posso salire su un cima?

“Non l’hai ancora fatto? Assolutamente sì, da lì si vedono tutti i Giardini e si può notare dal vivo come quello che ci siamo detti è decisamente tutto vero!”

Lasciamo Paul ad altre interviste nel cortile del Padiglione cosparso di panchine ideate dagli studenti della UIC e dalla Clinical Assistant Professor Ania Jaworska.

Saliamo sulla struttura intelaiata che ci appare molto solida e ben costruita. Dopo due rampe di scale arriviamo in cima e ci sediamo su una sedia, rigorosamente in legno, per riposarci ammirando tutta la Biennale dall’alto.

 

PAVILION OF THE UNITED STATES
17TH INTERNATIONAL ARCHITECTURE EXHIBITION – LA BIENNALE DI VENEZIA
AMERICAN FRAMING

Presented by the University of Illinois Chicago (UIC)
Commissioner and Co-Curator: Paul Preissner, Associate Professor, UIC
Co-Curator: Paul Andersen, Clinical Associate Professor, UIC

Photo credits in each individual photos

 
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