Costruire una nuova sostenibilità ambientale e sociale
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Costruire una nuova sostenibilità ambientale e sociale

Circolarità, cooperazione e sostenibilità al centro per un'architettura olistica

Manuel Herz Architects | Lacol | Sameep Pandora & Associates | URBANA | Initiative Black Women Build

Costruire una nuova sostenibilità ambientale e sociale
Scritto da Redazione The Plan -
Ha partecipato al progetto Circular Construction Lab

Per dare forma, corpo, sostanza tangibile alle necessità sociali e ambientali, l’architettura può davvero giocare un ruolo importante: l’impatto e i danni sulla natura circostante, la povertà e la mancanza di spazi abitativi, l’impegno nei confronti di un’economia circolare sono solo alcune di queste, ma sono proprio il cuore dei progetti vincitori del premio internazionale Zumtobel Group Award 2021 – Innovation for Sustainability and Humanity in the Built Environment. Giunto alla sua sesta edizione e a distanza di 14 anni dalla prima, l’obiettivo è infatti quello di suscitare un confronto e una messa alla prova su temi imprescindibili per la salvaguardia del Pianeta per le generazioni future. Gli oltre 200 progetti da 42 Paesi partecipanti hanno portato la presidente di giuria, Kjetil Trædal Thorsen di Snøhetta Architects, a parlare dunque di una sempre più marcata attenzione ai valori e alle priorità ambientali, le quali si sono già tradotte in una nuova e diversa ricerca di «progetti olistici».

Quest’anno i progetti vincitori sono stati selezionati tra tre diverse categorie: Buildings (edifici), Urban Developments & Initiatives (sviluppo urbano e iniziative) e Innovation (innovazione), quest’ultima di nuova istituzione). I progetti nominati, ai quali si aggiungono le menzioni speciali, sono rispettivamente Lacol, Initiative Black Women Build e Circular Construction Lab.

 

Buildings

 

Lacol, cooperativa spagnola di architettura con sede a Barcellona, ha dato vita a una struttura in legno di sei piani da adibire ad alloggi collettivi: il suo nome è La Borda. L’idea è nata nel 2012 in risposta a un problema sociale emerso dal basso, ovvero la mancanza o la difficoltà nel trovare soluzioni abitative accessibili, diventando così un esempio di come si possa trasformare una necessità condivisa in un’architettura effettivamente realizzata (conclusa nel 2018). Ma il valore da riconoscere al progetto è anche quello di essere stato in grado di promuovere un processo collettivo fatto di condivisione a partire dai diretti fruitori della struttura di edilizia sociale, come anche il merito di aver stabilito un altro standard di riferimento per un giusto equilibrio tra priorità e valori ambientali, sociali ed economici. Tutte queste caratteristiche sono per Lacol un sentiero tracciato anche per il futuro, dal momento che l’auspicio è proprio quello di lasciare in eredità il modello di La Borda alle prossime generazioni, così da renderle corresponsabili e attente a un giusto uso degli spazi.

La pianta dell’edificio rispecchia il principio di condivisione a partire dagli spazi comuni (circa 300 m2), quali la cucina, la zona pranzo o le stanze per gli ospiti. Lo stesso vale poi per l’ottimizzazione dei processi energetici tra coinquilini o per l’attenzione a limitare la produzione di biomasse. Infine, il legno utilizzato per l’intera struttura va a chiudere il cerchio della circolarità: è stato infatti scelto un legno lamellare incrociato leggero, di alta qualità e rinnovabile.

 

Urban Developments & Initiatives

 

Upton e Druid Heights sono due tra i quartieri più degradati e difficili della città di Baltimora, dove la povertà colpisce pesantemente, soprattutto le donne. È qui che è nato il progetto Whole Block Outcomes: rehabilitating Baltimore da parte dell’Initiative Black Women Build, vincitore della sua categoria proprio per la sua forza rigenerativa. Si tratta di un lavoro per le donne di colore del posto, ma anche fondato sulla loro diretta partecipazione nella riqualificazione di tanti degli edifici più degradati. Un piccolo grande passo verso una loro maggior libertà e indipendenza economica che, ancora una volta, vuole dunque essere un tentativo di risoluzione di problemi sociali locali e non solo.

Le donne che hanno partecipato, infatti, hanno potuto acquistare quella stessa casa che hanno sistemato e costruito, per poi diventare volontarie nella costruzione di ulteriori abitazioni: un modo per creare un gruppo fatto di relazioni forti tra lavoratrici, proprietarie, volontarie e donatrici. 

La stessa scelta di rinnovare, riutilizzare anziché demolire completamente le strutture pre-esistenti è poi un gesto di sostenibilità e di minor impatto ambientale.

 

Innovation

 

Assegnato per la prima volta, il premio al miglior progetto d’innovazione è andato al Circular Construction Lab per il suo RhinoCircular software, uno strumento pensato e realizzato per tenere monitorato l’impatto ambientale dei progetti fin dalle prime fasi. Fin dallo schizzo si potrebbe dire. RhinoCircular permette infatti di valutare la circolarità dei materiali utilizzati a uno stadio precoce della progettazione grazie a feedback immediati, tenendo così sotto controllo l’impatto ambientale dell’edificio in termini di emissioni, di carbonio incorporato e di circolarità. Tuttavia non è detto che debba e possa essere usato solo per progetti architettonici, ma può essere sfruttato in vari settori, compresi i prodotti.

 

Altre menzioni speciali

 

Altre menzioni speciali sono state assegnate ad altri progetti partecipanti per tutte e tre le categorie citate. Tra questi l’ospedale pediatrico di Tambacounda, in Senegal, dello studio Manuel Herz Architects, una struttura dai volumi curvilinei e dai numerosi spazi comuni dedicati ai familiari o a chi si trova a trascorrere lì molto tempo. Con due sale operatorie, una terapia intensiva e più di 150 letti si trova a servire una città di oltre 80.000 abitanti dalla forte povertà sanitaria. Particolare attenzione è stata data alla ventilazione dei corridoi, con stanze da un solo lato e pareti dai mattoni forati che consentono una costante areazione.

Un’altra menzione è andata alla libreria Maya Somaiya di Kopargaon, in India, realizzata dallo studio Sameep Pandora & Associates senza stravolgere la precedente conformazione e funzionalità della zona scolastica. Pensato e realizzato come naturale estensione del terreno, il tetto dell’edificio è del tutto paragonabile alla forma di una collina, integrandosi così nel contesto circostante. Tra i materiali utilizzati tipici del territorio, anche le tegole catalane del XVI secolo, tutte intrecciate a tecniche innovative e moderne: un modo in più per ripensare l’opposizione tra globale e locale. Molto particolare è poi la struttura delle pareti, con una parte inferiore più grande vetrata e una superiore in rete metallica che garantisce uno spazio sempre ventilato e rinfrescato passivamente.

Cyclone Shelter realizzata da URBANA a Kuakata, in Bangladesh, trae origine nelle forme dal disastroso ciclone del 2007, così da trasformarsi in un prototipo architettonico di riparo per la popolazione. All’interno, salendo la rampa di accesso pensata proprio per proteggere dal vento e dall’acqua ma anche per le persone con disabilità, vi sono una scuola primaria e un centro medico, il cui arredamento è interamente mobile e flessibile. 

Credits:

Lacol, La Borda:
Cover photo: © Lluc Miralles, courtesy of Zumtobel Group
Photo gallery: © Baku Akazwa and © Lluc Miralles, courtesy of Zumtobel Group

Initiative Black Women Build, Whole Block Outcomes: rehabilitating Baltimore:
Photo: © N/A courtesy of Zumtobel Group

Circular Construction Lab, RhinoCircular:
Photo: © Circular Construction Lab, courtesy of Zumtobel Group

Manuel Herz Architects, Tambacounda:
Photo: © Iwan Baan, courtesy of Zumtobel Group

Sameep Pandora & Associates, libreria Maya Somaiya:
Photo: © Edmund Sumner, courtesy of Zumtobel Group 

URBANA, Cyclone Shelter:
Photo: © Kashef Chowdhury, courtesy of Zumtobel Group

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