Erl è un piccolo villaggio del Tirolo settentrionale: montagne, boschi, pascoli sono stati per lungo tempo teatro di conflitti e sofferenze. Il popolo di Erl giurò che, qualora fosse stato risparmiato da ulteriori orrori, il villaggio avrebbe ospitato i Passionspiele, una drammatica rappresentazione teatrale della Passione di Cristo.
Da allora Erl è diventato la scenografia del Tiroler Festspiele Erl, una rassegna di musica classica e manifestazioni sacre che ha avuto nel 1959 la sua prima sede nella Passionspielhaus progettata da Robert Schuller.
Quasi cinquant’anni dopo, la Festspielhaus di Delugan Meissl Associated Architects nasce come nuovo spazio teatrale per il programma invernale, in grado di completare ed integrare quello esistente.
Sullo sfondo le montagne e i boschi del Tirolo, di fianco il volume puro, candido, avvolgente della Passionspielhaus: la nuova architettura si costruisce e prende forma dal confronto con questi due elementi, natura e storia, diventandone la componente mancante ed essenziale. La topografia del terreno roccioso sottostante sembra emergere e dare forma alla geometria e alle linee del nuovo volume, il colore bruno e il materiale lo mimetizzano tra la montagna e le chiome degli alberi. Passionsspielhaus e Festspielhaus intrattengono tra loro e con la natura che le circonda un dialogo opposto e complementare: tanto bianca, pura ed avvolgente la prima quanto dura, cupa e spigolosa la seconda, tanto distante ed eterea l’esistente, quanto materica e terrena la nuova.L’una integra ed esalta l’altra, diventandone sfondo e accompagnamento: il bianco della struttura esistente scompare tra le nevi per valorizzare la sede che ospita il programma invernale, in estate il nuovo volume si mimetizza tra le chiome degli alberi per mettere in risalto la sede storica.
L’ingresso, facilitato dall’inclinazione del terreno e dalle fessure ricavate come da tagli nella roccia increspata, conduce all’interno, dove ricomincia un balletto tra chiaro e scuro, tra dinamismo e quiete.
L’entrata e gli spazi di distribuzione, bianchi e asimmetrici, orientano lo sguardo verso gli elementi scuri e caldi della reception e delle sedute e verso gli squarci vetrati sul paesaggio.
Una volta entrati nella sala concerti, dinamicità e asimmetria lasciano spazio all’ordine, alla simmetria, all’ortogonalità e al calore avvolgente del legno, dove tutto è orientato alla concentrazione e all’ascolto.
A Erl, bianco e nero, quiete e movimento, silenzio e musica, sembrano ricondurre al desiderio iniziale della sua popolazione: storia e artifizio esaltano la natura, la guerra e il dolore rendono necessaria la pace.
Caterina Testa