Stazione Montesanto, Napoli
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Stazione Montesanto, Napoli

Silvio d'Ascia Architecture

Stazione Montesanto, Napoli
Scritto da Francesco Pagliari -
Per il recupero della stazione di Montesanto a Napoli, il progetto di Silvio D’Ascia mette a punto un insieme di strategie e di strumenti che si connettono alla complessità del luogo e delle funzioni radicate nel sistema della mobilità non solo nelle aree centrali della città di Napoli, ma anche nel circondario. L’intuizione tardo-ottocentesca è felice: l’operazione tecnica ed urbanistica in senso largo impressa con la costruzione delle funicolari, dapprima a Chiaia e a Montesanto (1889), consente di effettuare il rapido collegamento, tramite funicolare, fra le zone centrali urbane e la collina del Vomero, in vista dell’accentuazione dello sviluppo edilizio in corso nelle aree pregiate collinari - per il carattere di “amenità” del luogo, per la visuale sul golfo, per le esigenze rinnovate dell’abitare -. Il rinnovo della stazione tiene in considerazione tali caratteristiche di storicità dell’edificio e dell’impianto, più volte rivisto nel corso del Novecento; e tiene in conto il carattere prioritario, ai fini della mobilità nel nodo di Napoli, della connessione fra le varie reti ferroviarie, fra cui anche la funicolare. Stazione intermodale potenziale, Montesanto diviene effettivo luogo di scambio ed interconnessione fra i vari mezzi di trasporto, separati nella gestione ma ora comunicanti, come la linea circumflegrea, la linea 2 della metropolitana di Napoli, la funicolare stessa. Rilevanza assume pure l’aspetto culturale e turistico, per la monumentalità delle zone raggiungibili: dai nuclei nell’area di Castel Sant’Elmo e della Certosa di San Martino alle zone archeologiche flegree.
Secondo tale prospettiva, l’intervento architettonico considera basilari i dati di storicità di alcune parti degli edifici. Le operazioni di restauro riconducono all’immagine e alla forma consolidata dal tempo di un edificio aulico - come dovevano essere le stazioni nel tessuto urbano -: i due elementi a “torre”, ad intonaco e pietra tufacea a vista per modanature, cornici, lesene angolari, che stringono il portico d’ingresso alla stazione; il belvedere sul livello superiore all’ingresso che dimostra la tipicità dell’architettura Art Nouveau in ghisa, a colonne ed archi illeggiadriti per il sistema portante. Restauro per tali parti ed elementi storici, mentre il rinnovo si conduce con un atteggiamento più libero nei confronti di aggiunte e modificazioni succedutesi nel tempo, proprio in funzione della trasformazione “tecnica” del nodo di scambio per la mobilità. Il progetto apre i collegamenti fra le parti della stazione, costituendo un ambiente a volume unico di grande altezza e di facile accessibilità. Il progetto prende spunto dal belvedere Art Nouveau per impostare la copertura in acciaio e vetro alla zona dell’atrio e dei collegamenti verticali, con una struttura a capriate e travi su tre navate trasversali, parallele alla copertura della terrazza storica. Anche la zona delle banchine ferroviarie è dotata di una copertura in acciaio e vetro, circa 1000 mq. La luce naturale, zenitale e laterale, coadiuvata dall’illuminazione artificiale sospesa, diviene elemento qualificante per l’intera stazione, nuovo luogo di aria e luce. Rinnovare significa inoltre porre accenti sull’accoglienza, con aree attrezzate per la sosta ed il ristoro: il “ponte” sulle banchine diviene luogo delle attese prolungate, dando accesso anche alla terrazza in copertura della torre a nord, sul lato della funicolare, ulteriore spettacolare luogo per cogliere la visione dall’alto del cento antico di Napoli. L’ingresso, aperto e permeabile alla piazza antistante, si trasforma in uno spazio bipartito: la hall d’accesso da cui si dipartono le scale, anche meccanizzate, per raggiungere la quota dei binari, e una zona per attività commerciali, le cui dimensioni ed attrezzature appaiono adeguatamente correlate al complesso della stazione. Al lato sud dell’edificio, la scalinata del Paradiso è fornita di sei coppie di scale mobili, che facilitano l’accesso alla zona monumentale del convento della Santissima Trinità delle Monache. Al lato opposto, l’apparato della funicolare - binari e sistema di trazione - gode di una veste urbana rinnovata: il progetto fornisce una facciata permeabile all’aria e alla luce, con un sistema di frangisole in lamelle di vetro, che riflette lo scenario urbano e segue come un contenitore trasparente e luminoso l’andamento in ascesa della funicolare.
Francesco Pagliari

Luogo: Napoli
Committente: Ferrosud 2 per S.E.P.S.A. - Compagnia Regionale di Trasporti
Anno di Realizzazione: 2009
Superficie Costruita: 4 690 m2
Costo: 58.700.000 Euro
Architetti: Agence Silvio d'Ascia – Architecte
Impresa di Costruzione: Carpentedil

Consulenti
Impianti Tecnologici: Tecnosistem

Fotografie: © Barbara Jodice

Silvio d’Ascia 
Silvio d’Ascia (Napoli–1969) vive e lavora a Parigi dal 1993. Ha fondato il suo studio nel 2000 dopo un periodo in associazione. La sua attività progettuale, profondamente influenzata dalla formazione umanistica italiana, é caratterizzata da un approccio trasversale ai diversi temi dell’architettura, dell’urbanistica e del design mantenendo sempre presente la storia ed il genius loci, per creare nuove forme di urbanità in continuità con la cultura della nostra civilizzazione. Questo approccio si è concretizzato, in Italia ed in particolare a Napoli, in una serie di progetti: la stazione di Montesanto (2003-2009) ed il progetto di trasformazione del Convento di Trinità delle Monache ad essa connesso, la stazione di Torregaveta a Bacoli (in fase di studio), il nuovo Polo Universitario di Ercolano (in cantiere), un centro commerciale COOP in un quartiere popolare di Napoli (2005-2010), «La Porta del Parco », complesso termale e culturale a Bagnoli (2007-2011) ed infine un ecoquartiere di 17 ettari con un polo di scambio multimodale nell’ex-quartiere industriale della città.
Parallellamente, Silvio d’Ascia ha partecipato in associazione con AREP ad una serie di concorsi internazionali.
In Italia : concorso per il Palazzo dei Congressi di Roma EUR (1999-2000, 2° classificato con GR Associés Sarl), concorso per la Stazione RFI di Torino Porta Susa (prima fase lavori 2011, consegna lavori 2012) e per una torre di servizi ad essa connessa (in fase di studio), concorso per la nuova stazione centrale di Bologna (2008) in associazione con AREP e Jean Nouvel (capogruppo).
In Cina: una serie di concorsi di complessi tecnologici e finanziari chiamati « Data Center Building Complex » per delle società d’affari (di cui due realizzazioni, DDDPC per la Borsa di Shanghai 2006-2010 e SBDPC per la Shanghai Bank 2007-2012), concorsi per due complessi ospedalieri a Pechino (vinto nel 2006) ed a Shanghai (finalista nel 2008).
In Francia, dopo la realizzazione di una casa di riposo (1995-2001) a Rebais (in associazione con la GR Associés Sarl), Silvio d’Ascia ha realizzato il restauro e progettato l’estensione della Fondazione Maeght a Saint Paul de Vence (2010), e recentemente un Green Center a Marsiglia (2012), un edificio per uffici a Nancy (2012-2013) ed una serie di interventi di trasformazione architettonica di edifici residenziali a Parigi. Ha inoltre partecipato a numerosi concorsi per alcuni grandi progetti ferroviari: collegamento Charles-de-Gaulle-Express (2007-2008), le stazioni delle nuove linee ad alta velocità nel sud della Francia (2010-2012), la valoriazzazione degli spazi commerciali della stazione di Montparnasse a Parigi (concorso attualmente in corso 2013).
Nel 2013 Silvio d’ASCIA è stato nominato dall’ONCF vincitore del Concorso Internazionale a inviti per la Nuova Stazione TGV di Kenitra in Marocco (in associazione con lo studio d’architettura marocchino OKA - Casablanca). Nel 2010 il progetto della stazione di Montesanto a Napoli ha vinto il Premio INARCH ANCE Regionale, Prima Opera. Nel 2011 il centro termale e culturale « Porta del Parco » a Bagnoli ha ricevuto il Premio INARCH ANCE Nazionale. e nel 2012 ha ricevuto l’“International Galvanizing Award” come migliore opera in acciaio galvanizzato. Nello stesso anno la Stazione di Torino Porta Susa ha ricevuto a Berlino l’Eurosolar Prize come migliore integrazione architettonica di una copertura fotovoltaica in un edificio pubblico inserito in un contesto urbano.

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