Partendo da questa finalità i singoli testi discu- tono le questioni aperte nel discorso sull'architettura nella fase degli ultimi CIAM (C. Baglione), iriferimenti culturali per O.M. Ungers (A. Trentin) e i contenuti del dibattito sull'architettura in Italia (S. Protasoni). L'intervento di Vittorio Gregotti, che nel 1959 si reca a Colonia insieme con Aldo Rossi per intervistare Ungers, racconta di questo incontro e analizza il ruolo di Ungers nel discorso teorico sull'architettura degli anni seguenti.?Un testo introduttivo presenta le tre Prime Case e le colloca nell'insieme dell'opera di Ungers come punto di partenza di una riflessione ininterrot-? ta sulla questione della forma in sé; una ricerca morfologica che diventa centrale nell'intera opera di Ungers e collega come un filo rosso gruppi di opere dal carattere a prima vista ben diverso. Si tratta di una ricerca continua su questioni fondamentali dell'architettura che non ha perso niente della sua attualità e sembra adatta a mettere in relazione la discussione del secondo dopoguerra al discorso attuale sull'architettura.? L'idea di pubblicare questa raccolta di testi è nata a seguito di una conferenza che ha avuto luogo al Politecnico di Milano nel 2015 in occasione della mostra O.M. Ungers - Prime Case presso lo Spazio mostre degli Archivi Storici. La mostra presentava, anche con materiali inediti, tre opere che hanno un ruolo chiave nella fase iniziale del lavoro di Oswald Mathias Ungers tra? il 1957 e il 1962. Sono case che in un momento di crisi del Movimento Moderno riflettono la ricerca di un nuo- vo modo di intendere la forma architettonica, una ricerca che pone Ungers tra i protagonisti nel di- battito sull'architettura dei seguenti decenni. Questo vale soprattutto per l'Italia, dove Aldo Rossi pubblica su Casabella già nel 1960 un lungo articolo sul lavoro dell'architetto tedesco che ind- ica una certa affinità, una specie di Wahlverwan- dtschaft tra un gruppo di giovani architetti vicini a Ernesto N. Rogers e Ungers. I diversi contributi alla conferenza erano finalizzati a comprendere il significato specifico di queste case nel momento della loro costruzione, cioè nel contesto culturale degli anni Cinquanta /Sessanta, ponendo particolare attenzione al discorso italiano: è infatti in Italia che in questi anni si svolge una discussione sempre più critica intorno ai paradigmi del Movimento Moderno nella quale emergono alcuni temi ? il significato del luogo, il riferimento alla storia ? che hanno un ruolo? centrale anche nel lavoro di Ungers.
Titolo: O.M. Ungers e la cultura italiana
Autore/Autori: Stefan Vieths
Editore: Maggioli SpA
Anno di pubblicazione: 06/2016
Numero di pagine: 102
Collana: Politecnica
Serie: Saggi
Tematica: Architettura
Lingua: Italiano
Codice ISBN: 8891618061
Codice EAN: 9788891618061
Stefan Vieths
Stefan Vieths (Amburgo, 1963) insegna Composizione architettonica presso le Scuole di Architettura del Politecnico di Milano. Il volume indaga il concetto di Forma Composita: una forma architettonica costituita da elementi diversi, anche opposti. edifici isolati, isolati urbani, grandi forme urbane. Nella città, le Forme Composite sono luoghi complessi e nello stesso tempo concreti, spazi urbani determinati in cui è possibile riconoscere le trasformazioni e con esse la storia della città, la sua identità specifica. In questo modo anche ciò che appare casuale e frammentario può essere interpretato dal progetto come potenziale della trasformazione, entrando in questo modo a far parte di una composizione urbana.