Light Art in Italy. Temporary installations 2015-2016 - Politecnica University Press | The Plan
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Light Art in Italy. Temporary installations 2015-2016
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Light Art in Italy. Temporary installations 2015-2016
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L'ottava edizione della mia pubblicazione Light Art in Italy, quella a cavallo degli anni 2015 e 2016, si apre con le opere della mostra "Luce4Good - Light Art Ensemble 2015", realizzata a Milano nel Dicembre 2015 nella ex chiesa di San Carpoforo in Brera; un evento nato grazie alla convergenza di fattori, discipline e settori diversi ed io credo che la multidisciplinarietà sia una esigenza fondamentale della società contemporanea. Lo scopo principale della mostra era quello di supportare il progetto Pink is Good della Fondazione Veronesi per la ricerca scientifica indirizzata alla cura del tumore al seno. L'arte si è fatta così veicolo di un messaggio di vita, grazie a uno sponsor sensibile come QVC e all'Accademia di Brera partner naturale che ha messo a disposizione gratuitamente lo spazio espositivo. L'evento ha avuto quindi un intento sociale e culturale insieme: il tema della mostra, il seno femminile e la cura di questo male insidioso che affligge milioni di donne nel mondo, ha una valenza sia sociale che emotiva. Il seno materno, strumento di vita e legame fondamentale fra madre e figlio, ha sempre esercitato un forte richiamo emotivo ed è stato il soggetto di numerose opere pittoriche. Con questo evento la Light Art ha affrontato forse per la prima volta questo tema e vale quindi la pena evidenziare questo primo passo, che potrebbe essere lo spunto per eventi analoghi, coinvolgendo altri artisti. Un altro aspetto della convergenza realizzata con la mostra è la collaborazione fra arte, scienza e industria, che ne ha consentito la realizzazione, aspetto questo che è del resto uno dei motivi che mi ha spinto a iniziare la mia ricerca sulla Light Art e che ispira il mio corso alla Scuola del Design del Politecnico di Milano. Da questo punto di vista va poi evidenziato che l'evento è stato curato in collaborazione fra la sottoscritta, docente di Light Art alla Scuola di Design del Politecnico di Milano ed il Professor Domenico Nicolamarino, docente di illuminotecnica all'Accademia di Belle Arti di Brera. Voglio poi sottolineare che la mostra è stata realizzata al termine dell'International Year of Light ? Anno Internazionale della Luce e ne ha rappresentato quindi anche una conclusione ideale. Per una descrizione esauriente delle opere esposte, rimando al contesto di questo libro; qui voglio solo sottolineare che gli artisti avevano accettato con entusiasmo di partecipare e realizzare opere site-specific corredate da un video realizzato da loro stessi. Con il loro linguaggio della luce hanno rappresentato la loro visione o esperienza con la malattia, tema della ricerca, o quello della femminilità. C'è chi lo ha fatto in modo molto esplicito, come nel seno in porcellana luminescente di Nicola Boccini, oppure la collina-seno di Donatella Schilirò, irrigata dalla luce del sapere. Molto forte il messaggio di Federica Marangoni, con la sua mano in vetro di Murano ottenuta da un calco di una mano della stessa artista, aperta davanti al NO rosso come nell'atto di fermare la malattia. Lo stesso segno grafico, casualmente, ha ispirato anche Arthur Duff per la sua struttura luminosa realizzata con un sottilissimo tubo neon. Per LeoNilde Carabba la guarigione del corpo non può prescindere dall'anima, dalla psiche, come espresso nei riferimenti esoterici che si possono leggere nella sua opera. Prende dal mondo dei fiori la femminilità di Maria Cristiana Fioretti e Nicola Evangelisti, con riferimenti al colore rosa che caratterizza Pink is Good. Con il suo serpente Nino Alfieri allude invece alla natura ciclica e alle sue capacità rigeneratrici, oltre a essere un riferimento al Caduceo di Hermes o al Colubro sul bastone di Esculapio, simboli dell'arte di saper preparare medicine. Anche Marco Brianza nei suoi video si rifà a una medicina, quella del cibo, ispirandosi alle raccomandazioni dietetiche della Fondazione Veronesi. Infine, Carlo Bernardini nella sua opera esprime la metafora dell'ombra che pur disegnandosi sulle superfici di uno spazio non riesce però ad attraversarlo. Resta solo la luce. Che, traslato nel tema della mostra, rafforza il messaggio di speranza dell'oscurità del male che viene vinta dalla luce della conoscenza.

Titolo: Light Art in Italy. Temporary installations 2015-2016

Autore/Autori: Gisella Gellini

Editore: Maggioli SPA

Anno di pubblicazione: 01/2017

Numero di pagine: 308

Collana: Politecnica

Serie: Design

Tematica: Design

Lingua: Inglese

Codice ISBN: 8891620033

Codice EAN: 9788891620033

Gisella Gellini
Gisella Gellini, architetto, si è laureata a Firenze con tesi di laurea "Restaurazione e organizzazione museografica di Palazzo Schifanoia di Ferrara" (XIV sec.). In seguito ha seguito corsi di ricerca e specializzazione di estetica sperimentale con riferimento a spazio-tempo-luce. Si è poi trasferita a San Paolo del Brasile, dove ha progettato importanti edifici, fra cui la facoltà di Arte e Musica Santa Marcellina e allestimenti storici in città brasiliane. nel con-tempo ha esercitato anche attività di consulenza per il Centro di Studi e Ricerche dello Sta-to di San Paolo. Ricercatrice della cultura della luce con particolare riferimento alla Light Art, ottiene la collaborazione e la consulenza del collezionista Giuseppe Panza di Biumo. Nel 2009 è curatrice invitata per l'esposizione "Dan Flavin nella Collezione Panza"al Museo Berardo -Lisbona. durante Euroluce a Milano, dell'installazione di Nicola Evangelisti "Light Blade" a Villa Reale. Nel 2010 per Luminale è curatrice invitata della mostra "Luces. Light art from Italy", collettiva di artisti italiani della luce al Museo ArcheologiaSan Paolo del Bra-sile al museo Tomie-Ohtake per l'evento "Momento Italia-Brasile 2011-2012". Insegna alla Scuola di Design del Politecnico di Milano, oltre a partecipare a corsi, seminari e workshop come esperta di Light Art anche all'Acccademia di Belle Arti di Brera di Milano. Scrive per riviste del settore e sta pubblicando il quarto volume della collana "Light art in Italy".

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