Il progetto per il Centro parrocchiale Regina Pacis a Reggio Emilia introduce riflessioni per una visione complessiva del costruire con finalità sociali e d’identificazione comunitaria: l’assunto programmatico consiste nel ritenere che l’architettura sia un fattore di coerenza nel sostenere relazioni all’interno del tessuto sociale nella vita delle città, nel comporre un luogo urbano che si apra ad una pluralità di funzioni incentrate su forme e potenzialità di aggregazione, di educazione, di svago. Una sala polivalente per 150 posti, nella massima flessibilità di spazio e funzioni, aule per la catechesi, sale ed ambienti per le attività comunitarie e parrocchiali: si forma un’articolazione dettagliata ed integrata, nella correlazione delle funzioni e degli spazi interni, in un edificio complesso a due livelli. L’obiettivo esplicito per il Centro parrocchiale Regina Pacis è di costituire un polo di integrazione e di accoglienza, un luogo dell’incontro. Il progetto interpreta tali complesse esigenze del vivere sociale odierno ed elabora una forma architettonica che procede per mediazioni ed innesti, ragionando sulle relazioni fra architettura e spazi aperti, fra architettura della sostituzione edilizia e contesto edificato. Il luogo è segnato dalla presenza della chiesa dedicata alla Regina Pacis, con la sua evidente massa muraria in mattoni e l’incombente abside. Il luogo è quindi significativo e ricco di relazioni in sé: all’architettura “muraria” in mattoni della chiesa corrisponde l’altrettanto evidente massa muraria in laterizio della casa parrocchiale; i due edifici si pongono come elementi con i quali il progetto può ed intende dialogare. Il nuovo Centro parrocchiale si eleva - senza occupare ulteriore suolo - sul sedime del precedente edificio con sala cinematografica (Capitol), che affiancava la casa...
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