Il 4 novembre 2014 alla presenza di Andrew Cuomo, Governatore dello Stato di New York, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della Freedom Tower, presso il One World Trade Center. Quest’edificio, “fiero e sublime” come secondo le parole di Louis Sullivan dovrebbe essere un grattacielo per uffici, ha portato con sé un grande carico di aspettative: la centralizzazione dell’amministrazione, l’aumento dei canoni di locazione dei terreni, una grande visibilità promozionale, o magari tutto ciò insieme. Eppure, David Childs, chief architect e direttore di SOM, qui a Ground Zero sembra aver ignorato i dettami del padre del movimento moderno.
A differenza dei precedenti partner dello studio, tra cui Bruce Graham, progettista tra l’altro assieme all’ingegnere Fazlur Khan dell’Hancock Tower (1965-1969) e della Sears Tower di Chicago (1970-1973), Childs in realtà non ha mai risolto un serio confronto con il grattacielo, in quanto tipologia architettonica, o con le implicazioni derivanti dal manifesto di Sullivan.
La prima osservazione riguarda il piano terra, dove ciò che salta all’occhio è l’assenza di un elemento caratterizzante. Verso l’alto si può tuttavia scorgere il coronamento della torre che, con la sua imponente antenna, raggiunge i 541 metri. Un’altezza da record mondiale.
A otto anni dall’inizio dei lavori, nel sito dove sorgevano le Twin Towers di Minoru Yamasaki ed Edward Durell Stone rase al suolo in una nube di fumo, polvere, fiamme e detriti, s’innalza finalmente un’architettura che svetta nel cielo fino a scomparire. Ma non è un tempio Maya.
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