Una capitale tra passato e futuro

Scritto da Jakub Cigler - 25 febbraio 2014

La maggior parte dei turisti concorda nell’affermare che Praga sia una delle città più belle da visitare. In qualità di residente, ritengo che questa affermazione sia legata unicamente al fascino della città vecchia, non alle zone periferiche. Purtroppo, la separazione tra “un magnifico centro storico” e “una città moderna tutto sommato nella media” è comune a gran parte dei centri urbani europei.
Praga è sorta 1.100 anni fa, ma l’area più caratteristica risale al periodo tra il XII e il XVIII secolo. Dopo il 1848 la città ha esteso i propri confini, annettendo villaggi adiacenti e trasformandoli in distretti metropolitani a cavallo tra il XIX e il XX secolo. La tabella qui proposta (tabella A) mostra il picco di crescita della capitale della Repubblica Ceca avvenuto tra il 1880 e il 1930; dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti, infatti, si può notare un arresto demografico: in altre parole, l’aumento sensibile in termini di popolazione oggi osservabile nei maggiori centri abitati di Asia, Africa e America Latina è occorso a Praga all’inizio del XX secolo. Tenendo in considerazione che l’ingente migrazione dalle campagne verso aree più urbanizzate è da sempre indice di una maggiore attrattiva della città a discapito delle zone rurali, allora il mancato incremento di abitanti da 60 anni a questa parte non è altro che un preciso segnale di come Praga non eserciti più il richiamo di un tempo, vivendo ora di turismo e cullandosi nel proprio passato.
Ulteriore elemento distintivo della città è la morfologia del terreno. Praga è situata nella valle della Moldava ed è circondata da sette colli, posti al limite di un altopiano a circa 200 metri sopra il centro storico. Dal Ponte Carlo, a mio avviso il fulcro cittadino, si può godere di un ampio ventaglio di...