Da una prima visita alla sede dello studio Banmu Tang Architects, si comprende subito l’atteggiamento di questo gruppo di architetti e paesaggisti verso una progettazione integrata. Immersi nella natura alle porte di Taichung, hanno utilizzato container per ampliare lo studio nato in primis all’interno di una vecchia abitazione di campagna ristrutturata.
Da qui gli spazi interni ed esterni dialogano, determinando una serie di luoghi di incontro, con una terrazza tra gli alberi, la casa da tè, il giardino che circonda un laghetto artificiale.
La Galleria di Cultura e Arte Fu-Gui Sanyi si presenta quindi come occasione ideale per affrontare il tema dell’architettura e dell’arte, intese come parti della natura con forti elementi di interazione.
Il progetto si sviluppa proprio da un comune interesse tra Chiang, architetto di Banmu Tang Architects, e Lin, artista di Fu-Gui, incontratisi in gioventù. Un interesse condiviso per le arti, l’estetica e la natura. Entrambi si definiscono “artigiani”, uno dello spazio, l’altro dell’arte.
La loro prima collaborazione diede vita alla Galleria Fu-Gui di Arte e Cultura di Yingge, una decina di anni dopo creano la Fu-Gui Sanyi.
Posto in un’area montuosa, il sito presenta un dislivello di sei metri, sapientemente utilizzato per definire i vuoti e i pieni tra il costruito e la natura. Ricorda quanto scrive Lao Tzu, nel libro “Tao Te Ching”: “…per utilizzare ciò che è devi utilizzare ciò che non è” (Lao Tzu, “Tao Te Ching”, Mondadori, Milano 1998, pag. 29).
In planimetria e al terzo piano, dove un lungo corridoio chiude la manica a C dell’edificio del secondo piano, l’architettura pare caratterizzata da un vuoto centrale.
In realtà, ogni livello è pensato in modo autonomo per dialogare con una natura ricostruita.
Il terzo...
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