Due realtà
A Bologna c’è un’area di 9 ettari, metà occupata da edifici e metà destinata a verde; un’area che configura una perfetta e miracolosa cerniera tra centro storico e collina; un’area che - destinata a uso militare per 150 anni dal 1796 alla seconda guerra mondiale - da decenni è l’oggetto del desiderio di architetti e ingegneri, cimentatisi in molteplici progettazioni: da quartiere residenziale a parco urbano, da cittadella giudiziaria a campus universitario. Fascino e curiositas aumentano al pensiero che nell’VIII sec. a.C. vi era già un insediamento, testimoniato dai resti di una necropoli. A Bologna c’è un’Università che con i suoi 925 anni è la più antica dell’Occidente e che fin dalle sue origini, per vocazione e per scelta, si identifica con la città; un’Università che con i suoi 87.000 studenti, 3.000 professori e 3.000 tecnici amministrativi costituisce la prima impresa dell’Emilia Romagna; un’Università che grazie ai suoi ventenni porta in dote alla società un triplice bonus: anagrafico, culturale, economico. Questa Università è nella città ma non della città, perché i suoi confini sono quelli del mondo.
Il progetto
“Intendo consegnare quest’area all’Università”. A questa generosa e lungimirante disponibilità manifestata dal Sindaco nel dicembre 2012, l’Università ha risposto immediatamente responsabilizzando i Dipartimenti di Architettura e di Ingegneria civile, che intorno al “Laboratorio Staveco” hanno mobilitato i loro ricercatori e coinvolto quattordici studi professionali under 40. Chiare e coerenti le linee programmatiche, tutte tese a configurare un insediamento universitario con queste marche identitarie:...
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Una costellazione per studio
Toshiko Mori Architect
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