Aperta per sei mesi a partire dal 13 aprile, Expo 2025 Osaka riunisce quasi 50 Paesi in una enorme struttura circolare progettata dall’architetto Sou Fujimoto, che ne ha curato l’intero masterplan. Una maggiore empatia e una maggiore attenzione all’importanza dell’interconnessione, rispetto alla magniloquenza delle passate Esposizioni Universali, caratterizzano i nuovi padiglioni, evocando immagini di nuvole e imbarcazioni storiche in legno. L’anello di legno con diametro esterno di 700 metri ideato da Fujimoto accoglie e rispetta la diversità accostando fra loro i vari concetti estetici.
La prima Esposizione Universale del Giappone, Expo 1970 Osaka o Expo ’70, si tenne a Suita, nel nord della Prefettura di Osaka, dal 15 marzo al 13 settembre di quell’anno, con il tema “Progresso e armonia per l’umanità”. L’architettura, e in particolare il Movimento Metabolista giapponese, ebbe in quell’evento un ruolo rilevante. Il masterplan e il padiglione principale (Festival Plaza) furono progettati da Kenzo Tange, la Expo Tower da Kiyonori Kikutake e due padiglioni da Kishō Kurokawa. Quest’ultimo e Fumihiko Maki progettarono delle capsule sperimentali sulla copertura reticolare della Festival Plaza, mentre Arata Isozaki ideò due robot di enormi proporzioni. La decisione del Giappone di ospitare, cinquantacinque anni dopo, un’altra Esposizione Universale a Osaka, ha generato aspettative molto alte. Inaugurata il 13 aprile, l’esposizione Osaka 2025 è situata sull’isola artificiale di Yumeshima, di fronte al lungomare della città, su una superficie di 1,55 km2.
Sou Fujimoto, come detto, è l’architetto responsabile del masterplan (si veda l’intervista pubblicata su THE PLAN 156). Rispetto al 1970, considerati i cambiamenti in corso, gli obiettivi sono mutati; il...
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