Negli ultimi tempi si sta discutendo molto riguardo a quella che può essere considerata una vera e propria rifondazione del fare architettura. La globalizzazione ci ha fatto capire che l’esperienza occidentale è solo una delle molte esperienze mondiali, nonostante ciò essa si è imposta fino a soffocare le altre. “Colonizzazione”: è questo il termine utilizzato un po’ da tutte le parti per definire il primato dell’Occidente, un primato che le popolazioni in passato subalterne hanno pagato a caro prezzo. Alla luce di questo assunto, del tutto ideologico, l’imperativo diventa quello di decolonizzare, ovvero decostruire la narrazione occidentale che ha assoggettato il mondo. La decolonizzazione, come la cancel culture, è diventata un mantra di fatto sospinto dalle accademie, paradossalmente dalle accademie occidentali, specificatamente da quelle statunitensi. Come tutti gli slogan ideologici il mantra della decolonizzazione soffre di una certa grossolanità. L’influenza occidentale, specialmente nei paesi asiatici, non è stata univoca; essa necessariamente per radicarsi in zone diverse si è adeguata ai luoghi e si è ibridata con essi. Prendiamo per esempio ciò che è accaduto in Africa nei primi anni Sessanta, all’epoca dell’indipendenza della maggior parte dei Paesi di quel continente. In un impeto modernista i nuovi governanti e le élite hanno scelto per l’architettura il linguaggio alla Le Corbusier e alla Gropius e lo hanno fatto per ragioni non solo di fascinazione, ma anche perché aspiravano a delle città più salubri, più ordinate, capaci di reggere il confronto proprio con quell’occidente da cui traevano spunto.
Il risultato è stato spesso un’architettura ibrida, moderna e locale al tempo stesso, difficile da definirsi colonizzatrice. Non molto...
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Architetture della diversità
Durganand Balsavar
L’editoriale “Architetture della diversità. Reinterpretare la prassi nel Subcontinente Indiano” di Durganand Balsavar...L’architettura come scambio di doni
Peter Rich Architects
Introduzione del curatore Peter Rich, dal titolo “L’architettura come scambio di doni. In piedi sulle spalle delle generazioni passate”....a for architecture
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a for architecture progetta due ville a Nashik, nello stato di Maharashtra in India...