La passeggiata domenicale ai Giardini Margherita rappresenta, da oltre un secolo, una delle tradizioni più identitarie dei cittadini bolognesi. Il grande parco pubblico, situato a pochi passi dal centro di Bologna, è un luogo legato alle memorie dell’infanzia, che rievoca i pic-nic sul prato nelle giornate di sole in primavera e le battaglie con le palle di neve nelle fredde mattinate d’inverno. Ispirati ai parchi romantici inglesi, i Giardini Margherita furono inaugurati nel 1879 con il nome di “Passeggio Regina Margherita”. Con un’estensione di 26 ettari, costituiscono tutt’oggi il polmone verde del centro storico della città, dove è possibile percorrere, a piedi o in bicicletta, i larghi viali concentrici, concepiti in origine per consentire il passaggio delle carrozze.
L’area del parco, sottoposta a tutela paesaggistica, racchiude tante storie, aneddoti e curiosità: dal laghetto artificiale con le sponde rocciose di selenite, dove un tempo si poteva andare in barca oppure pattinare sul ghiaccio a seconda della stagione, alla palazzina Liberty, opera dell’architetto Edoardo Collamarini. Dal 1938, all’interno del parco trovava posto una gabbia con due leoni, dismessa negli anni Settanta del secolo scorso. Si può ancora oggi ammirare la tomba in travertino di epoca etrusca, rinvenuta durante i lavori di realizzazione del parco stesso; sul lato meridionale del laghetto, è visibile un breve tratto all’aperto del canale di Savena, una delle vie d’acqua storiche di Bologna. Ci sono poi le vecchie serre, riaperte una decina d’anni fa, dopo essere state ripensate come un luogo di incontro, cultura, arte e innovazione, grazie a un ampio progetto di rigenerazione, in seguito al quale la ex casa del custode del parco è diventata la sede dell’associazione culturale Kilowatt.
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