Il paesaggio, fra roccia, vegetazione, cielo e superficie lacustre, non costituisce soltanto uno spunto effimero, o un semplice contorno per il progetto di villa E (situata nel territorio di Cannobio, sulla sponda occidentale piemontese del lago Maggiore, fra Piemonte, Lombardia e lo svizzero Canton Ticino). L’ambiente, in cui si diffondono mutevoli condizioni percettive fra solarità – con una conseguente chiarezza luminosa – o, di converso, lo sfumare indistinto della luce fra cielo e superficie dell’acqua, determina una ragione profonda dell’espressione progettuale, un nodo radicale che introduce l’evolversi del progetto. L’elaborazione dello studio bergmeisterwolf si rivolge di conseguenza alla formazione di relazioni fra le parti, fra l’architettura (i volumi, i materiali e le loro tessiture, le trasparenze luminescenti, le visuali, gli spazi abitativi, le estensioni-correlazioni dell’abitare fra interno ed esterno) e l’interezza dell’ambiente, del paesaggio, plasmata da una variegata consistenza, che a propria volta suggerisce elementi fisici e concettuali da interrogare ed indagare.
Un’architettura che si colloca sul declivio scosceso a balze verso la riva, in parallelo alla superficie del lago, secondo una direzione approssimativamente sud-nord: si determina un effetto primario nella dilatazione dei punti di vista, oggettivi e soggettivi, verso lago e verso monte; si definisce nel corpo architettonico una molteplicità di riferimenti concreti, per assonanza o per contrasto, con le balze rocciose. La villa, che accoglie una famiglia di tre componenti, si configura secondo un intreccio di consistenza e percezione, in differenti modalità interpretative, fra immediatezza e letture secondarie e riflesse: dal terreno emerge un volume di connotazione geometrica cristallizzata e forte, un parallelepipedo a linee relativamente semplificate, che si caratterizza in...
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