L’indie rock è radicato nella città di Austin, capitale del Texas, come il blues nella tradizione di Nashville. Una passione per la musica che si manifesta tutto l’anno, riscontrabile nel quasi mezzo milione di fan presenti all’Austin City Limits Music Festival. L’anfiteatro Moody, che accoglie sei mila spettatori seduti sul prato, è certamente di grande richiamo per le band locali e per quelle provenienti da fuori città. Tuttavia esso è destinato a essere molto più di un semplice contenitore per concerti: lo studio Thomas Phifer and Partners, in collaborazione con il paesaggista Michael Van Valkenburgh, ha curato la progettazione di una struttura polivalente di grande eleganza e leggerezza, in grado di garantire ombra e riparo durante concerti ed eventi pubblici. Scenografie, luci e casse possono essere trasportate nell’anfiteatro, fissate alla struttura e rimosse con facilità al termine della manifestazione per lasciare libero lo spazio.
L’anfiteatro è stato intitolato alla fondazione texana che finanziò il Moody Arts Building nel campus della Rice University di Houston (THE PLAN 104); è il primo di una serie di interventi migliorativi promossi dall’ente non profit Waterloo Greenway Conservancy, in partnership con l’amministrazione cittadina. Quest’architettura, a differenza del Jay Pritzker Pavilion di Frank Gehry a Chicago, che si connota per il complesso sistema di strutture a conchiglia al di sopra del palco, si contraddistingue per la sua grande planarità, in sintonia con il Waterloo Park. Quest’area a verde pubblico di 140.000 m2 ospita varie specie di piante e percorsi pedonali che si snodano lungo il confine est della città, scavalcando a serpentine un corso d’acqua; nelle vicinanze sono situati lo State Capitol, il grande campus dell’Università del Texas, e il...
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